Untitled Part 7

3K 131 36
                                    



Giovedì ore 19, casa di Gianna. Luca era appena arrivato aveva fatto gli auguri, consegnato il regalo a Giulio e salutato sua madre. Aveva cercato di arrivare più tardi possibile. Ora era li, c'erano, alcune persone che conosceva, si intrattenne con alcuni di loro, mentre cercava con lo sguardo di intravedere il figlio (bastardo traditore) di Giulio cioè Marco.

Ore 19 e 30 Marco, entrò in casa, era arrivato tardi sperando di non incontrare Luca, alzò lo sguardo e la prima persona che vide fu (il piccolo bugiardo traditore) ossia Luca. I loro occhi si incontrarono e per fortuna nella loro traiettoria non c'era nessuno altrimenti lo avrebbero incenerito.

<<Ciao Marco>> lo salutò Giulio arrivando in quel momento.

<<Ciao papà. Auguri, scusa il ritardo ma non mi sono potuto liberare prima>>.  Diede un bacio a suo padre <<Questo è per te>> aggiunse dandogli il regalo.

<<Grazie Marco, non dovevi. Ma ti vedo stanco, c'è qualcosa che non và?>> chiese Giulio un po' preoccupato.

<<No papa va tutto bene sono solo ancora un po' stanco per il viaggio. Non preoccuparti>> disse con un sorriso tirato. Gianna arrivò in quel momento salutò Marco e lo invitò a servirsi qualcosa da mangiare. Chiamò Luca che poco, lontano pensava "traditore del cazzo, lo prenderei a pugni". Mentre Marco "che faccia tosta lo prenderei a calci nel sedere""

<<Luca c'è Marco vieni a salutarlo >>.

In quel momento Luca meditò l'omicidio nei confronti della madre e non solo, ma si avvicinò.

<<Marco!>> era un chiaro, "fottiti".

<<Luca!>> era un chiaro, "anche tu".

<<Tutto bene, Luca?>>

<<Benissimo! Tu?>>

<<Benissimo!>>

Queste, furono le uniche parole che si scambiarono, riuscendo a mantenere una parvenza di calma.

Poco dopo, Marco, andò fuori nel giardino per rispondere a una telefonata. Era Alberto un praticante dello studio legale, un bel ragazzo di 27 anni ara sicuramente gay, lo aveva capito da alcune occhiate che gli lanciava ogni tanto, non era interessato a lui ma in quel momento poteva essergli utile.

<<Dimmi Alberto, i documenti della pratica Martini sono in ordine?>>

<<Si Marco, gli ho, appena sistemati, che faccio te li porto a casa?>> Chiese speranzoso.

<<No, non sono in casa in questo momento, ma potresti passarmeli qui, sono al compleanno di mio padre, ti do l'indirizzo non è molto lontano dallo studio, se per te va bene..>>

<<Si certo non ci sono problemi>>Alberto non credeva alle sue orecchie l'avvocato Marco Lanzi voleva che lo raggiungesse al compleanno del padre <<wow>>

Dopo aver terminato la telefonata, tornò nel salone, dove quel piccolo stronzetto chiacchierava con altre persone.

Alberto arrivò poco dopo "Deve aver volato" pensò Marco appena lo vide, gli andò incontro e con famigliarità, gli mise una mano sul braccio.

<<I documenti sono nella mia macchina>>

<<Grazie Alberto, hai da fare? Puoi fermarti?>>

<<Certo>>Alberto era felice ogni singolo muscolo del suo viso sorrideva. Ma che era successo all'avocato Lanzi sempre così distante, in quel momento sembrava così disponibile con lui.

Luca lo vide entrare, andare da Marco con un sorriso da ebete stampato in faccia. Chi cavolo era e come si era permesso quel coglione di Marco di invitare quel tipo al compleanno di suo padre, sicuramente era il collega che si era scopato a Londra. "Brutto figlio di puttana", aveva una voglia di andare e prendere a pugni entrambi. Invece sentiva le lacrime che gli inumidivano gli occhi non sapeva che fare, si sentiva quasi mancare. Corse fuori gli mancava l'aria, arrivò nel giardino, respirò a pieni polmoni, ma l'aria che inalava non gli sembrava mai abbastanza "Lo odio! Odio quella faccia di merda che ha! Odio quel sorrisino del cazzo che ha! Odio! Tutto! Di, lui". Le lacrime ormai scendevano senza sosta bagnandogli il viso. Andò nella dependance e pianse. Pianse per la rabbia, per la frustrazione ma soprattutto per l'amore tradito.

Claudio, aveva visto correre fuori Luca con una faccia stravolta, avrebbe voluto, andargli dietro, ma quel ragazzino non si meritava la sua attenzione.

Dopo una ventina di minuti, Luca non era ancora rientrato. Marco decise di andare via, con una scusa saluto suo padre, Gianna e insieme ad Alberto andò fuori. Guardò verso la dependance ma le luci erano spente, in fondo al giardino in un angolo buio vide il bagliore di una sigaretta.

<<Torno subito>> Disse ad Alberto e andò a vedere. Luca stava seduto a fumare forse uno spinello.

<<Da quando ti sei messo a fumare!?>>

<<Da quando non ti fai i cazzi tuoi!?>>

<<Luca..>>

<<vaffanculo Marco, vai che il tuo amichetto ti aspetta!>>Si alzò e si allontanò.

Marco rimase qualche istante a guardare mentre si allontanava, poi tornò indietro da Alberto che lo aspettava.

<<Tutto bene?>>

<<Si. Andiamo>>

Si fermarono, una mezzoretta, in un locale a bere qualcosa e a parlare della pratica Martini. Quando si salutarono vicino alle macchine, Alberto provò un approccio nei confronti di Marco.

Marco lo bloccò subito.

<<No! Alberto, no>>

<<Io pensavo che...>> Non terminò la frase.

<<Che fossi gay? Lo sono, ma in questo momento della mia vita, non ho bisogno di storie o di altro e comunque mai con chi lavora con me, forse ho bisogno di un amico, se ti interessa l'offerta.>>

<<Marco, non ti nascondo che mi piaci, ma aceto la tua offerta di amicizia>>

<<Allora amici>> Marco, strinse forte la mano di Alberto,

<<Amici>>

Luca, dopo aver pianto tutte le lacrime e mandato mentalmente a fanculo Marco Lanzi, aveva sentito il bisogno di fumare, anche se lui non era un fumatore. "Da qualche parte ci deve essere qualche sigaretta" mentre cercava nei vari posti dello studio, trovò una bustina, con un po d'erba e delle cartine, chissà quanto tempo era lì, sistemò l'erba nella cartina l' arrotolò, prese un accendino, spense le luci e andò in fondo al giardino a fumare l'erba ormai stantia. Aveva notato Marco avvicinarsi "Che cazzo vuole questo pezzo di merda". Gli aveva chiesto da quando fumasse, che cazzo gli fregava a quel bastardo di lui. Era dovuto andare via perché temeva di non potersi controllare, lo avrebbe picchiato li, lo avrebbe atterrato con un pugno e poi continuato a colpire. Per fortuna con un briciolo di lucidità era riuscito a mantenere il controllo ed andare via.

LUCA E MARCO Una storia d'amoreWhere stories live. Discover now