Erano le 23 e 30 quando arrivò, stava per parcheggiare si girò verso il pub e vide due ragazzi che si abbracciavano. Uno era Luca, l'altro gli teneva le braccia intorno al collo e in quel momento lo baciò. Marco non credeva a ciò che vedeva. La rabbia si impadronì di lui, avrebbe voluto scendere dalla macchina e correre a pestare quel ragazzino, ma diede un'accelerata e corse via.

Fece ritorno a casa, era arrabbiato nero. Voleva fare una sorpresa a Luca, in vece era stato lui a fargliela "brutto stronzo stupido ragazzino" e così mentre lui era via, si consolava con gli altri ragazzi, lo aveva preso in giro e magari rideva anche di lui. Cavolo, come era, stato ingenuo. Gli aveva fatto credere di amarlo, certo non glielo aveva mai detto ma fatto capire in tanti modi, e invece si divertiva alle sue spalle. Pensieri confusi gli affollavano la mente. Sarebbe andato da lui e lo avrebbe mandato a quel paese. No! Non gli avrebbe dato questa soddisfazione. Non gli avrebbe detto nulla lo avrebbe mollato senza una spiegazione. In quel momento squillò il cellulare era Luca, non gli avrebbe risposto, che andasse pure al diavolo.

Prese una decisione, lo avrebbe mollato, con la scusa di avere incontrato un altro, e così quel ragazzino viziato avrebbe smesso di prenderlo in giro.

Luca chiamò ancora, ma lui non rispose " vai al diavolo stupido imbecille".

Luca intanto era un po' preoccupato "perché non rispondi Amore" era da un po che pensando a lui lo chiamava amore finora non aveva avuto il coraggio di chiamarlo così perché temeva di spaventarlo. Perché non rispondeva, forse era molto stanco e si era addormentato. Finì di sistemare le cose al pub e poi andò a casa.

Andò a letto alle due " domani ti rivedrò", con questo pensiero si addormentò.

Il mattino seguente provò a chiamare ancora Marco che, stavolta rispose.

<<Marco! Ero preoccupato, perche ieri notte non hai risposto? Come stai va tutto bene?>>

"Che faccia di bronzo" pensava intanto Marco ma disse <<Si va tutto bene ti devo parlare sono a casa ti aspetto.>>

<<Certo amore>> si lasciò sfuggire ancora Luca <<arrivo prima possibile.>>

"Amore?" in quel momento lo avrebbe preso a calci nel sedere. Ma cercò di calmarsi (impresa pressoché impossibile).

Quando arrivò. Marco finse una calma che certo non possedeva. Luca cercò di abbracciarlo ma Marco si scostò da lui.

<<Senti Luca, in questi giorni ho riflettuto e ho preso una decisione non credo di provare niente per te, perciò è meglio che finisca tutto qui. >>

Luca non credeva alle sue orecchie

<<Mah! Marco. Stai scherzando? Vero?>>

<<Niente affatto, diciamo che ho incontrato un altro, un mio collega, abbiamo trascorso un paio di notti insieme, eh!... Beh.. insomma mi piace. Il che mi ha fatto capire, che quello che provavo per te, era solo un capriccio.>>

<<Un capriccio? Marco che dici, sei impazzito?>> Luca era sempre più basito.

<< No Luca e.. non fare scenate, non ne vale la pena. >>

<< Non ne vale la pena? Sei un pezzo di merda! Per 30 anni non hai mai provato quello che provavi per me, almeno così mi hai raccontato e ora ti piace un altro? Sei uno stronzo figlio di puttana, mi hai usato e gettato via come niente. Non voglio più vederti. Non voglio più avere a che fare con uno stronzo come te. Ti odio!.. >> gli urlò Luca e uscì sbattendo la porta.

Marco rimase a guardare l'uscio. Era riuscito a mantenere la calma ma ora si sentiva spossato. La delusione, prese il posto, della rabbia. Quella notte non aveva chiuso occhi si era ripetuto più volte che era stato uno stupido a fidarsi di Luca lo avrebbe preso a pugni , ma si ripeteva che non ne valeva la pena, per fortuna non si era innamorato di lui e "allora perché sto così male" "perché mi fidavo di lui, perché un ragazzino mi ha preso in giro è soltanto il mio orgoglio a soffrire".

"Come ho potuto provare delle emozioni per un ragazzino, superficiale e bugiardo". Da sempre aveva cercato di evitare di lasciarsi andare per non dover soffrire. Ed ora stava male. Si prese la testa tra le mani.

<<perché Luca, perché?>>. Rimase così per un po' finche non fu distolto dai suoi pensieri dallo squillo del telefono. Doveva andare nel suo studio a consegnare alcuni documenti. Si fece una doccia veloce si cambiò prese la borsa e uscì.

Luca appena uscito dall'appartamento di Marco prese le scale di corsa non si era neppure reso conto di averlo fatto e di dover scendere 6 piani ma in quel momento non pensava certo a quello. "Perche brutto stronzo hai solo giocato con me". Il Marco di quella mattina era un estraneo "Ho incontrato un altro", "non provo niente per te" queste parole gli ronzavano nella mente.

Era dovuto scappare, perche se fosse rimasto ancora lì, lo avrebbe preso a pugni e Dio solo sa quanto se lo sarebbe meritato.

Arrivò nel suo loft non sapeva nemmeno come, si buttò nel letto e pianse tutte le lacrime che aveva.

Più tardi fu scosso dal suono insistente del campanello. Era sua madre. Luca cercò di ricomporsi prima di aprire la porta.

<<Luca amore perche, non aprivi la porta?>> chiese la madre entrando.

<<Mamma forse è meglio non fare certe domande, soprattutto a tuo figlio>> disse Luca facendo intendere a sua madre chissà che.

<<Va beh! Meglio non indagare. Sei solo?>>

<<Si mamma, sono solo.>>

<<Allora amore, sono venuta a invitarti perche giovedì è il compleanno di Giulio ti ricordi? E daremo un piccolo rinfresco con pochi amici.>>.

<<Si mamma me lo avevi accennato. Purtroppo di sera sai che sono molto impegnato.>>

<<Sì. So anche che ogni tanto, ti disimpegni. Perciò niente scuse con me e poi sai che Giulio ci tiene è il primo compleanno che festeggiamo insieme. >>

<<Mamma non so ... se .. >>

<<Luca non farmi questo, ti prego!>> disse Gianna un po' alterata.

<<Ok mamma, ci sarò >> disse Luca rassegnato.

<<Bene inizieremo alle 18 vieni quando vuoi ma vieni. Ora vado perché ho un sacco di cose da fare. Ciao amore.>> Gli scoccò un bacio sulla guancia ed uscì.

Mentre era in ufficio Marco ricevette la telefonata di Gianna. "Oh Dio che vorrà" pensò Marco prima di rispondere.

<<Ciao Gianna.>>

<<Ciao Marco, ti disturbi? Stavi lavorando?>>

<<Non preoccuparti Gianna non mi hai disturbato. Dimmi?>>

<<Volevo solo ricordarti che giovedì sera festeggiamo il compleanno di tuo padre e tu naturalmente devi venire.>>

<<Gianna ho del lavoro urgente e non so se posso venire.>> Marco cercò di inventare una scusa per non andare ma Gianna fu irremovibile.

<<Marco è tuo padre ed è il primo compleanno che trascorriamo, tutti insieme. Non ci sono scuse cerca di liberarti.>> Era proprio quel, "Tutti insieme" che faceva paura a Marco.

<<Mah! Che vi prende a voi ragazzi. Prima, Luca che è impegnato ora tu. Che succede! >> Gianna non finì la frase.

<<Ok, Gianna. Cercherò di liberarmi prima possibile>>. disse Marco ormai rassegnato.

<<Bene Marco ci conto. Ora ti saluto allora a giovedì.>>

<<Ciao Gianna a giovedì>>. Marco chiuse la telefonata e il suo primo pensiero fu "e ora?"ci mancava solo il compleanno del padre. Avrebbe rivisto Luca. Luca mille emozioni lo assalivano ogni volta che pensava a Lui. E le volte che gli tornava alla mente erano troppe. Pensieri incontrollabili gli apparivano: loro due che facevano l'amore, che ridevano, che si stuzzicavano. Poi, lui che baciava un altro. "Piccolo verme superficiale e traditore. "Basta."


LUCA E MARCO Una storia d'amoreWhere stories live. Discover now