parte prima.

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Era la solita, monotona e noiosissima giornata a Milano, quella da cui non sai se al termine riuscirai a trarne delle buone ed utili conclusioni.
Il sole, con i suoi raggi, illuminava l'intera stanza, circondato ad intermittenza, da qualche nuvoletta; il tempo sembrava essere sereno, ed io, seduta sul pavimento del salotto, con una tazza di caffè caldo tra le dita, lo osservavo scorrere lentamente dalla finestra.
Non avevo alcun tipo di impegno da portare a termine, di conseguenza potevo permettermi di stare tranquilla; d'altronde era domenica.
Ma il continuo ticchettio dell'orologio non me lo permetteva: era talmente fastidioso che decisi di uscire per prendermi una boccata d'aria.
Afferrai la giacca, la borsa e le chiavi, e varcai la soglia, quando iniziò a squillare il cellulare.
Chi altri poteva essere se non Hilary pronta ad inventarsi ogni scusa possibile per la stronzata da lei combinata la sera precedente?
Per l'ennesima volta, decisi di non risponderle, anche perché non ne avevo alcuna voglia.
La sera prima, a casa di Brad, l'avevo sorpresa appiccicata alla sua faccia.
Baciare il mio ragazzo sembrava "cosa da poco", a parer suo, ma non sono d'accordo.

Proseguii poi fino all'auto, ma qualcosa mi fece soffermare per qualche istante.
Qualcuno aveva chiamato il mio nome, e mi voltai di scatto.
Una figura in lontananza era diretta verso di me, ma io, avendo voglia di stare sola, accesi il motore e me ne andai, senza prestare attenzione a chi mi avesse quasi raggiunta.

Era mezz'ora che girovagavo a casaccio per le strade, non avevo la minima idea di dove volessi andare e la testa pulsava, ma ciò nonostante, lungo il tragitto, qualche ricordo mi affiorò alla mente.

Mia nonna era dietro di me e spingeva l'altalena su cui sedevo.
«Più in alto nonna, più in alto!»
Passavo tutte le mie giornate con lei al parco, davanti casa sua, quando c'era bel tempo, oppure, quando il cielo era grigio, stavamo al caldo, in cucina, ad improvvisarci chef.
A cinque anni rimasi orfana dei genitori, che vennero a mancare in un incidente stradale, e fu d'allora che mia nonna si prese cura di me.
Sono cresciuta con lei, e quando è venuta a mancare qualche tempo fa, è come se il mondo mi fosse crollato addosso.
È sempre stata lei la mia ancora di salvezza, l'unica a cui io mi sia mai aggrappata quando avevo bisogno di conforto.
Più che essere stata nonna, è stata la più grande amica che io abbia mai avuto, e mi manca terribilmente.

La scelta ricadde sul parco giochi della mia infanzia, e, non appena fui lì, mi lasciai cadere sulla panchina.
Mi persi a fissare il vuoto, dal quale fui particolarmente attratta, fino a che qualcuno mi ci distorse.
«Kayle.», rabbrividì.
Il suo profumo si fece, poco a poco, strada tra le mie narici, provocando da parte mia un leggero sospiro.
«Perché sei qui, Brad?», dissi io.
Era l'ultima persona che volevo vedere in quel momento, ma non ricevendo alcuna risposta da parte sua, e volendo mandarlo via, alzai la testa.
Fu proprio in quel momento che mi prese il viso tra le mani e mi baciò dolcemente.

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⏰ Last updated: Mar 13, 2017 ⏰

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damned. (sospesa)Where stories live. Discover now