<<Ah! Meno male>> rispose Luca <<Pensavo fosse la tua divisa da relax. >>

Marco lo fulmino con lo sguardo.

<<Sei molto spiritoso ragazzino. >>

"Ragazzino" come si permetteva quel bellimbusto di chiamarlo ragazzino. Se non fosse stato per sua madre, che lo guardava disperata, lo avrebbe volentieri mandato a fanculo.

La conversazione continuò, parlarono del più e del meno. Luca ogni tanto incrociava lo sguardo di Marco. Terminato, il pranzo Gianna chiese al figlio di accompagnare Marco a vedere il suo studio. Luca lo accompagnò con riluttanza.

<< Guarda che non sei obbligato a farmi vedere i tuoi quadri se non vuoi>> disse Marco.

<< Lo so, ma visto, che mia madre ci teneva ...>>.

<< E tu fai sempre quello che ti dice tua madre? >> Lo prese in giro Marco.

Luca si girò e lo guardo dritto negli occhi.

<<Io faccio ciò che voglio, ma soprattutto con chi ... voglio. >> L'altro, sostenne lo sguardo per alcuni istanti.

Intanto arrivarono alla dependance, situata nel giardino. Era un monolocale luminosissimo con una parete di vetrate.

Quando Marco entrò, rimase senza parole, alcuni dipinti erano appesi alle pareti, altri appoggiati a esse, un divano enorme in mezzo la sala, dei cavalletti e colori ovunque. Mah, ciò che colpì Marco furono i colori accesi dei quadri astratti, macchie, spennellate, giochi di luce che rendevano quegli enormi quadri, quasi ipnotici.

<< Beh! Penserai che siano i pasticci di un bambino. >>.

<< Non penso siano pasticci, anzi li trovo incredibilmente belli>> disse quasi con stupore e per la prima volta, gli sorrise.

Luca rimase con la bocca aperta a guardare il viso di Marco che si era trasformato, era bellissimo, una fossetta scolpiva la sua guancia, addolcendone i lineamenti. Quando si riprese, disse.

<< Mi prendi in giro? >>

<<No assolutamente anzi ti dirò di più penso di chiederti se puoi realizzarne uno per me. Ho giusto una parete vuota, nel mio appartamento, che ha assolutamente bisogno di un quadro. >>

Luca lo guardava ancora sorpreso tenendo la bocca socchiusa, era sbigottito. Un pensiero attraversò la mente di Marco, quanto avrebbe voluto chiudere quella bocca con un bacio. Questo pensiero lo spaventò, ma era forse impazzito a pensare una cosa simile. Mentre questi pensieri attraversavano la mente di Marco, Luca si riprese.

<<Se vuoi, posso venire a vedere la tua parete, cosi prenderei le misure e lo farei della grandezza che vuoi.>>

<< Perche no>> rispose Marco.

Si scambiarono i numeri e si misero d'accordo per incontrarsi tra qualche giorno.

Il resto del pomeriggio trascorse in modo sereno parlando del più e del meno. Ogni tanto, Luca e Marco si scambiavano qualche battuta. Entrambi si studiavano. Marco guardava il fisico atletico di Luca lo trovava perfetto, il suo pensiero andava anche oltre, lo avrebbe voluto vedere completamente nudo, di nuovo quel pensiero lo spaventò, perché questi pensieri gli arrivavano senza controllo, d'altronde Luca era soltanto un ragazzino.

Luca pensava che se lo darebbe fatto volentieri, l'immagine che gli apparve nella mente lo fece sorridere ed eccitare al tempo stesso si mordicchiò in volontariamente il labbro, cosa che non sfuggì a Marco, si alzò e andò in cucina a prendere un sorso d'acqua, "cazzo mi fa un effetto pazzesco". Marco, lo vide ritornare dalla cucina i loro occhi si incontrarono, per alcuni istanti, involontariamente si scambiarono un messaggio inconscio. Più tardi Marco e Luca si salutarono, con una stretta di mano, e ancora i loro occhi si cercarono per una frazione di secondo.

LUCA E MARCO Una storia d'amoreWhere stories live. Discover now