Capitolo 1

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Ecco fra pochi minuti nostro padre tornerà da lavoro... Ubriaco. Non ne posso più di finire nelle sue mani e di essere picchiata... Da ubriaco riesce a dire le cose peggiori, ci insulta sempre e non fa differenza se tra le sue mani ci sono io o mia sorella, lui ci picchia come se Sofia non avesse solo cinque anni, e io mi devo sempre mettere davanti a lei per proteggerla, quello che posso, da quel mostro di nostro padre... Sono senza parole, l'alcol può trasformare le persone più gentili e buone in bestie, anche se così offenderei persino gli animali... Dopo quattro anni che mi picchia, non ci credo ancora, che è questo l'uomo che mi ha cresciuta nella serenità e nella spensieratezza, e non posso credere che Sofia non potrà mai vedere questo lato di nostro padre... Eh, sì. Ho deciso di scappare di casa e di portare con me anche il mio piccolo tesorino, la mia sorellina Sofia. Eccolo che entra in casa, sbatte la porta e si fionda su di me stringendomi il braccio sinistro con la sua mano destra e facendomi indietreggiare... Mi tira un pugno nell'occhio, poi comincia a insultarmi, ancora. "Sei l'errore più grande della mia vita!" ed ecco una lacrima solitaria che mi scivola sul viso "Sei solo una stupida a pensare che in tutti questi anni ti ho voluto bene! Noi ti abbiamo fatto perché ci mancava tuo fratello che era scappato di casa!" ora le lacrime scendono copiose sul mio viso e... Aspetta un fratello? Mi tira uno schiaffo, di quelli forti, mi brucia tutta la guancia, mi gira la testa. "Basta stupida! Non posso più sopportare di averti qui, di avervi qui. Ora sei maggiorenne perché non prendi la macchina e vai via? Magari porta anche questa piccola, lurida, cretina di tua sorella." ma vedi! Mi legge nel pensiero! Stanotte ce ne andiamo, non ti preoccupare stronzo.
***
Appena finisce la razione giornaliera di insulti, schiaffi e pugni vari, va a dormire e noi cogliamo l'occasione per sgattaiolare nelle rispettive stanze e prendere le borse e le valigie che avevamo preparato già da tempo.
Siamo nella mia auto che è piena di zaini e borse varie. Sofia si distende sui sedili posteriori per poi appisolarsi. Io ovviamente mi siedo davanti e guido verso una meta a me sconosciuta. Supero le case e i condomini della mia città e mi dirigo verso la zona industriale per poi uscire in autostrada sono proprio stanchissima. È passata mezzanotte, e anche da un bel po' è quasi l'una! Sono stanca morta, non ho mai guidato così a lungo, e i lividi non aiutano e l'occhio a cui mio padre aveva tirato il pugno ha cominciato a gonfiarsi e mi da parecchio fastidio, alla prossima uscita, qualunque città sia giuro che mi fermo. Anche perché non c'era un posto preciso in cui volevo andare, e credo che sia perfetto qualunque posto, basta che sia il più lontano possibile da lui. Ecco un cartello che mi annuncia che alla prossima uscita si trova Modena... Beh dai, Modena è parecchio bella! Ricordo che sul libro di storia dell'arte c'erano due pagine che riguardavano il duomo e le studiammo con interesse, devo dire che mi ha sempre affascinato l'arte e vi giuro che Modena, come città mi incuriosisce davvero molto.

Fino a farmi maleWhere stories live. Discover now