-CAPITOLO 4-

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"Ma cosa cavolo dici? Come sarebbe a dire la sua ombra? Non capisco, perché?"

Ho raccontato a Charlotte ciò che è accaduto in presidenza e non si capacita di quello che le ho detto e ora mi sta subissando di domande.

"Lo chiedi a me il perché? E che ne so io. Ha deciso tutto la preside. So solo che ci ha dato un mese di tempo per scoprire in parole povere ognuno i problemi che attanagliano l'altro. Sse, speraci, non li scoprirà mai i miei".

"Devi dargli l'opportunità di conoscerti altrimenti rischi di dover passare più tempo con lui. Prima gli confidi le tue cose prima ti liberi della sua presenza. Non è un bel tipo. Sai cosa si dice in giro di lui? Fuma erba, tira cocaina e non rispetta il genere femminile, in primis sua madre".

"Non m'importa di cosa dicono gli altri. Sai bene che molte volte le cose non corrispondono a verità. Per giudicare devo vedere con i miei occhi".

"Ok, ti dò ragione. Ma per quanto riguarda le donne non sono chiacchiere. Lo dice pure Ethan ".
Se lo dice Ethan allora un fondo di verità deve esserci.

"Ok, ripeto, non m'interessa. Sta a me farmi rispettare e comunque ho intenzione di fargli conoscere ben poco di me".
"Cosa nascondi di così grave che non vuoi che si sappia?" mi chiede incuriosita.

Faccio come sempre, la guardo senza rispondere.
Il sorriso che sempre l'accompagna quando parla scompare dalle sue labbra.

"Perché ho l'impressione che dietro questa tua corazza da ragazza super forte si celi una ragazza super fragile? Cosa ti hanno fatto?" mi domanda restando seria in volto.
"Mi hanno privato della mia infanzia " rispondo guardandola dritta negli occhi stanca di stare sempre a mentire.

"Lo so, è difficile vivere senza genitori ma pensa a quanto tu sia fortunata ad avere una nonna che ti ha cresciuto al loro posto. Potevi finire in un orfanotrofio ".
"Già, sono stata molto fortunata " tanto penso dentro di me.
Se solo sapesse qual'è la verità.

Mentre Ethan ci raggiunge con lo zaino in spalla all'uscita qualcuno mi urta e per poco non cado.
Sento sogghignare e non impiego molto per capire chi sia stato.
Lo freddo con lo sguardo.

"SCUSAMI" mi dice scoppiando a ridere insieme ai suoi amici e a quel deficiente di mio cugino con cui completa il quartetto.

Evidentemente il suo caro amico Dennis deve avergli raccontato quello che è successo stamattina per questo ha calcato la parola scusami.

"Non ti scuso" ribatto.
"Ah no?" dice avvicinando il suo volto fino a sfiorare il mio "non me ne frega un cazzo guarda un po' ".
"Figurati a me" ribatto senza farmi intimorire.

"Sarà piacevole passare un mese insieme, si, sarà un mese fantastico " continua ironico facendo sogghignare i suoi amici.
"Proprio. Un mese di merda" aggiungo guardando lui e gli idioti che lo circondano.

"Ti farò conoscere Adam Collins, quello vero. Avrai questa fortuna. Sei pronta?"
"E tu?"
Scoppia a ridere. Già sento che non riuscirò a sopportarlo per molto tempo.

"Chi sei tu? Chi si nasconde sotto questi splendidi occhi verdi?"
"Una qualunque ".
"Appunto. Una qualunque. Una che o è vergine o ama fare sesso. Una che entro la fine di questo mese, in entrambi i casi, mi porterò a letto come faccio con tutte le altre con la differenza che lo saprà anche la preside. Sarò così dettagliato che alla fine mi chiederà anche lei un lavoretto".

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