È una forza più forte della realtà quella che mi porta a rivivere il passato.

Il suo sguardo duro, cattivo, su di me.
Le sue mani così grandi pronti a colpirmi come si fa con un sacco da boxe.
L' acqua ghiacciata sulla mia pelle.
I miei giochi a terra fatti in mille pezzi.

E ancora...altre immagini, altri terrificanti momenti.

L'interno del mio armadio che mi nasconde, lui che mi cerca.
Inizio a tremare. Il mio corpo è tutto sudato.
Ora mi troverà e per me ricomincerà l'inferno.
'Mamma dove sei? Perché non mi aiuti?' mi chiedo a gran voce sempre più spaventata.
Sola nel buio del mio armadio con Milo, il mio orsacchiotto, a farmi coraggio.
'Non ci troverà' gli dico speranzosa rivolgendomi a lui come se fosse un amico reale e non un pupazzo.
I suoi passi si fanno sempre più vicino.
Li sento, rimbombano nella mia piccola cameretta.
Eccolo, si sta avvicinando.
Per me l'incubo ha inizio.

"Alexandra, Alexandra stai bene?"

Quella dolce voce che mi chiama e la sua mano che mi scuote interrompe il mio flashback, per fortuna.
È Charlotte la mia compagna di banco e mia unica amica insieme al ragazzo Ethan.
Lei è, oltre che bella, molto simpatica e dolce.

Il ragazzo prima di conoscere lei faceva parte del famoso quartetto incubo della scuola. Per lei si è dichiarato fuori ed ora lo chiamano, anzi ci chiamano sfigati.
Non ha mai voluto dirci quali diavolerie si nascondono dietro a quel gruppo, dice che meno sappiamo meglio è.

"Sto bene" le mormoro con un filo di voce tornando alla realtà.
"Sicura? Se non te la senti possiamo non entrare. Verrò con te se vuoi".
"No, sto bene. Sono solo arrabbiata perché Dennis mi ha praticamente rovesciato addosso il mio caffè. Guarda che pasticcio ha combinato" le dico indicandole l'enorme macchia sul mio maglione.
"Non importa, comunque. Andiamo ad affrontare francese" le dico cercando di sembrare il più naturale possibile e cercando di coprire il danno stringendo lo zaino al petto.
"Tieni" mi dice togliendosi il suo giubbino e passandolo a me "ti sarà più utile questo per coprire quella macchia enorme che hai".
"Grazie " rispondo posando lo zaino a terra e mettendolo addosso.

Guardo Charlotte.
È una ragazza fantastica, unica e rispettosa dei miei lunghi silenzi.
Lei non sa quello che passa nella mia mente in quei momenti in cui il mio corpo si blocca.
Ci si è trovata più volte ma non mi ha mai chiesto nulla.

Non sa nulla del mio passato e di quello che ho vissuto.
Sa che vivo con mia nonna perché i miei genitori sono morti in un incidente stradale.

Pensa che sia il loro ricordo a farmi soffrire così tanto, a rendermi così schiva con gli altri.
Non sa nulla praticamente di vero della mia infanzia.
Nonostante tutto sono la sua migliore amica.

Sarà per sempre?
Si, se non le racconterò mai la verità su di me.
No, se saprà che tutto ciò che è successo è stato per colpa mia.

Sulla porta della classe Ethan ci guarda e con lo sguardo chiede a Charlotte cosa sia successo.
Lei scuote la testa e con le labbra mormora 'dopo'.

Ethan è un ragazzo veramente bello, occhi azzurri, capelli biondi, fisico perfetto, pieno di tatuaggi... In poche parole è il ragazzo che tutte le ragazze vorrebbero al suo fianco o che ci farebbero subito un pensierino.

A prima vista potrebbe sembrare uno scapestrato ma conoscendolo ci si rende conto di quanto sia umano, buono e soprattutto amico fedele.

"Buongiorno signorina  Morrison, buongiorno signorina Gomez finalmente ce l'abbiamo fatta ad arrivare. Sedetevi, fate pure con calma, non ho fretta ".
Quanto sarcasmo nelle parole della professoressa di francese! Stronza.

Mentre la prof inizia a spiegare decido di prendere il telefono e cerco di finire il livello del gioco che ho iniziato e che non riesco a superare.
Tanto con lei non imparerò mai nulla visto che non ne sa più di noi.

"Morrison il telefono! Portalo immediatamente qui!"
Che palle, mi ha scoperta. È cieca come una talpa quando fa comodo a lei.
Quelle lenti spesse due centimetri penso siano una falsa.
Mi alzo e sbuffando le porto il telefono.

"E non sbuffare" continua lavando il registro con la sua saliva.
'Ma cosa vuoi? -penso schifata- Lo sai benissimo che io e il francese non andiamo d'accordo perché non mi lasci in pace?'

"Certo che ti fai scoprire sempre" ride Charlotte guardando la mia faccia desolata.
Cerco di sbollire la rabbia che provo in questo momento e rido con lei.
"A chi scrivevi scheletro?" sento dire nel frattempo alle mie spalle.

È stato Dennis a parlare e Isaac l'altro deficiente come lui se la ride.
Mi volto verso di loro. Li guardo.
Così esteticamente diversi, gli occhi azzurri di Isaac spiccano sul suo volto bellissimo, ma così identici in quanto a coglionaggine.

"A te. Non ti è arrivato nulla?" gli dico mentre torno a guardare la professoressa che mentre parla sputa.
Da voltastomaco.

"Se ti ci metti sai anche essere simpatica" sento rispondere da dietro.

Il suono della campanella mette fine alla pallosa lezione e ne approfitto per chiarire due cose al cretino dietro di me.

"Simpatica? Mi conosci poco. Non voglio essere simpatica né a te né ad altri" dico girandomi verso di lui e guardandolo freddamente negli occhi.

"Brrrrr, ho i brividi. Bene bene, oltre che scheletro da oggi sarai anche iceberg " risponde ridendosela con il suo compagno di banco "perché scommetto mille dollari che a letto sei fredda come lo sei in classe. Frigida, sai cosa significa provare brividi di piacere, di eccitazione mentre fai l' amore? Scommetto di no, ma se vuoi possiamo subito metterci riparo. Cosa ne pensi? Si potrebbe fare, no?" mi dice facendomi scivolare la sua mano dalla guancia al seno.

E subito il flashback di una mano sul mio viso che mi colpisce, che mi tocca dappertutto...

No, questa volta non permetto alla mia mente di allontanarsi da qui.
Mi riprendo subito.

Scatto in piedi come un fulmine, afferro la sua mano dal mio seno e con una forza indescrivibile gliela torco fino a farlo urlare. Poi, con una forte spinta, lo rovescio a terra con tutta la sedia.

Tutta la classe guarda la scena non capendo il motivo del mio folle gesto ma soprattutto sorpresi di vedere tanta forza in un corpo così esile.

Mi inginocchio vicino a Dennis prima che possa rialzarsi e, fissandolo dritto negli occhi, gli dico: "Ora apri bene quelle dannate orecchie e ascolta ciò che ti dico. Non permetterti mai più di rivolgerti a me in questo modo. Si, sono scheletro non peso neanche quaranta chili e sai perché? Perché sono cazzi miei. A letto sono un ghiacciolo, hai ragione sai? E sai perché? Perché nel mondo c'è gente merda come te. Vuoi fare l'amore con me? Scordatelo. La prossima volta che osi solo fare un' allusione del genere sappi che non ti salvi così. Ti stritolo le palle e rimpiangerai di essere nato. Ciò che ho imparato in cinque anni di difesa personale lo metto in pratica sul tuo bel corpicino" .

"Signorina Morrison, dalla preside. Immediatamente".

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