CAPITOLO 2

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In attesa del ritorno in Patria della ragazza, io e Carla stavamo preparando il nostro copione da finta coppia, avevamo anche scelto il nostro anniversario di fidanzamento, cioè la data di quando ci "eravamo messi insieme" 11 Maggio 2011, la nostra canzone invece era "L'amore ai tempi del Rap" una canzone di un paio d’anni prima che alla ragazza piaceva da impazzire ed anche a me non dispiaceva, il nostro primo bacio ce l’eravamo scambiati sotto la pioggia, come nei film, secondo il copione scritto dalla ragazza, ero stato io a dichiararmi ed anche se lei all'inizio mi vedeva solo come amico, alla fine ha ceduto sotto i colpi delle mie insistenti e romantiche dichiarazioni. Quando iniziai a leggere tutti i particolari che avrei dovuto imparare per non farmi trovare impreparato a qualche domanda a bruciapelo della sua amica, iniziai a pensare che forse ci stavamo spingendo un po' troppo oltre, non potevo credere che per coprire una bugia bisognasse mettere in scena una recita colossale, quasi hollywoodiana. Peccato che per la ragazza queste accortezze non erano ancora sufficiente ed infatti chiedeva ancora di più. Due,tre sere prima dell’arrivo di Paola, alla fine di una seduta di ripetizioni, Carla un po’ imbarazzata mi mostrò il suo cellulare e mi disse:
“Visto ti ho rinominato, ed invece di Fratellone ho scritto Amore mio”
“Perché?”, chiesi io, non riuscendo effettivamente a capirne il motivo:
“Per quando mi chiamerai”
“Perché devo anche chiamarti?”, risposi un po’ seccato, visto che questa sceneggiata,come detto già in precedenza,prendeva proporzioni sempre più grandi ogni giorno che passava:
“Certo, se facciamo finta di stare insieme, mi devi pur chiamare almeno un paio di volte quando sto con lei, ma non ti preoccupare, ti faccio io uno squillo cosi saprai quando chiamarmi”
“Grazie”, risposi ironico ma la ragazza non aveva afferrato e quindi mi disse:
“Se non ci fossi io a pensare a tutto, Paola ci beccherebbe subito. Comunque dicevo, quando mi chiamerai di certo non posso rischiare che lei veda la scritta sul display Fratellone”. A quel punto ne avevo già sentite tante di sciocchezze, quindi l’unica cosa che volevo era andarmene a casa e non pensare, almeno fino al giorno successivo, alla farsa che tra poco mi sarebbe toccato recitare, però la ragazza aveva ancora un’altra richiesta da fare e quindi me la espose facendosi rossa in volto:
“Senti. Lo so che forse ti sto per chiedere troppo ma avevo pensato, sempre se per te va bene... che ne dici se iniziassi a scrivermi alcuni messaggi romantici, tipo quelli che mandi a Francesca, in modo che io possa avere qualche prova del nostro amore da mostrare a Paola”, a quest’ultima richiesta un po’ arrabbiato urlai:
“Adesso basta, mi sembra un po’ troppo”. Stavolta l’avevo fatta grossa, prima di allora non mi ero mai arrabbiato con Carla ed anche se in quel momento la mia reazione era consona agli eventi non avrei dovuto urlare. Quando provai a scusarmi, la ragazza non volle sentire spiegazioni e con le lacrime agli occhi mi disse: ”Scusami, non mi va di vederti arrabbiato. Non voglio litigare con te. So che ti sto chiedendo troppo e che tu stai facendo già tanto per assecondare questo mio capriccio ma non credere che a me non dispiaccia averti messo in questa situazione”, mentre Carla mi urlava contro queste parole piene di rabbia, l'unica cosa che io riuscivo a fare era indietreggiare man mano che lei mi si avvicinava e quando mi trovai vicino alla porta, la ragazza la aprii e mi invitò ad andare via. Uffa, quanti grattacapi mi dava Carla, però effettivamente avevo sbagliato, l'avevo fatta piangere e dovevo farmi perdonare. Quella stessa sera, verso le 23:30, il cellulare di Carla iniziò a vibrare, era arrivato un messaggio, ed il mittente era "Amore mio" (Alias Io), il contenuto invece era il seguente
“Scusa amore mio, ma quando due persone si vogliono bene come noi, a volte può succedere che scoppi un litigio e si alzi un po’ la voce, mi dispiace non aver capito che questa situazione mette a disagio anche te. Sappi che però ti voglio bene e te ne vorrò sempre. Insieme fino alla fine. Buona notte principessa Ti amo tanto”, leggendolo, la ragazza fece un sorriso e come un colpo di spugno su  un piatto sporco, tutto era stato dimenticato, quindi pensandoci sù qualche secondo mi scrisse:
“Sei il migliore, ed è per questo che mi sono innamorata di te :P”. Dall’arrivo di quel messaggio il tempo iniziò a scorrere veloce, le giornate volavano via come se fossero secondi ed in un niente, arrivò il giorno  in cui ebbe inizio il piano "Falso Amore". Quello stesso pomeriggio, la squadra di basket del nostro paese aveva organizzato un amichevole con un'altra squadra della zona e tutto stava filando liscio come l’olio, fino a quando, sul finire del terzo quarto, vidi sedersi tra gli spalti Carla ed un'altra ragazza, molto probabilmente doveva essere la famosa Paola, questa era una mia supposizione visto che Carla non mi aveva mai mostrato nemmeno una foto di questa fanciulla, ma ne avevo solo sentito narrare le gesta. Con ancora un ultimo quarto da giocare eravamo sotto col punteggio di 59 a 52. Ma negli ultimi 10 minuti la squadra iniziò a girare a mille ed a pochi secondi dalla fine misi a segno la tripla del definitivo 70 a 72, ed in questo modo portammo a casa  un successo che di certo non portava punti in classifica ma che comunque faceva morale. Appena la gara finì, vidi Carla e l’amica parlare tra di loro, cosa si dissero non ve lo so dire, ma di sicuro la ragazza aveva convinto Paola a lasciare il palazzetto come se si aspettasse quello che successe 10 secondi dopo, infatti scendendo le gradinate, Francesca arrivò in campo ed abbracciandomi mi diede un bacio. Dopo aver ricevuto qualche applauso dai nostri sostenitori, tutti sotto la doccia per una rinfrescata che portasse via il sudore ed io speravo che portasse via anche qualche guaio ma questo non era possibile e quindi prendendo le mie cose dall’armadietto, salutai i ragazzi ed uscii dalla porta sul retro, sperando che in questo modo non incontrassi ne Carla e ne Francesca ed invece uscendo fuori, Chi ti incontro? Carla e Paola sedute su una panchina in attesa molto probabilmente di un mio arrivo, la mia finta fidanzata come mi vide, si alzò e correndo verso di me, mi buttò le braccia al collo e disse: “Sei grande amore mio, la tua è stata una partita super”
“Fai più piano tesoro che così mi soffochi”, chiesi gentilmente alla ragazza, visto che mi stava strozzando davvero, poi aggiunsi: “ La tua è una piacevole ma imprevista sorpresa, credevo che non saresti venuta a vedermi giocare, pensavo che ci saremmo visti direttamente questa sera”, avevo usato un modo più gentile per dire "Ma che combini? Perché hai cambiato i piani?"
“Lo so tesoro mio, però chi si immaginava che da quando si é trasfetita, Paola fosse diventata una patita del basket a tal punto da praticarlo, infatti fa parte della squadra femminile della sua scuola. Quando è arrivata a casa e mi ha chiesto di te, gli ho detto che avevi la partita e lei ha insistito per venire a vederti”
“Scusate non volevo farvi litigare. Vedo che il tuo ragazzo non gradisce le improvvisate”, si intromise Paola nel discorso;
“Ma che dici , non è assolutamente vero, noi non stiamo litigando, anzi, devo ammettere che vederla arrivare alla fine del terzo quarto mi ha gasato ancora di più. Quindi è te che devo ringraziare se alla fine abbiamo vinto la partita”, risposi sorridendo:
“Non è vero, avete vinto perché siete forti”, si complimentò Paola:
“Comunque prima che te ne vai, dobbiamo fare un 1 contro 1, cosi, tanto per testare la tua forza”
“Va bene, ci sto” rispose la ragazza, galvanizzata dalla proposta, poi ecco che all'improvviso, in lontananza, sentii qualcuno urlare il mio nome e per nostra sfortuna era Francesca, quindi Carla prendendo l’amica per mano disse: “Ora dobbiamo andare, sta arrivando la sorella di Mik, lei, come d’altronde gran parte delle persone qui in paese, non sa che stiamo insieme ma soprattutto è molto gelosa del fratello, ha paura che qualcuno possa portarglielo via, quindi filiamo finché siamo in tempo, ci vediamo stasera amore”
“Certo a stasera, cucciola”, e detto questo gli diedi un bacio sulla fronte, allora la ragazza, facendosi rossa in volta scappò via trascinandosi letteralmente dietro l’amica. Poco dopo fui raggiunto da Francesca che mi chiese:
“Come mai sei uscito dal retro?”
“Ho fatto la strada senza pensarci e mi sono ritrovato qui”
“Sei sempre il solito, hai sempre la testa fra le nuvole”, poi dopo qualche secondo mi chiese: “Hai già qualche impegno per la serata?”, la risposta più plausibile sarebbe stata: "Mi dispiace amore ma stasera non possiamo vederci perché la madre di Carla mi ha chiesto se potevo uscire insieme alla figlia e la sua amica. Mi paga anche per fare questa cose, quindi non ho saputo dire di no" Diciamo che la metà delle cose dette in queste frase sarebbero state bugie ma almeno un briciolo di verità c’era, invece io cosa risposi:
“Mi dispiace tesoro, ma la partita mi ha stancato un sacco, quindi vado a casa, mangio un boccone al volo e poi mi metto subito a letto. Spero che non ti dispiaccia”
“Certo che no. Ci vediamo domani”, e dicendo questo mi venne vicino e mi diede un bacio. Alle ore 21:00, come da programma ero fuori al cancello della casa di Carla, pronto per prendere lei e la sua amica per una serata di divertimento. Come itinerario avevamo optato per quello più lungo, quello che avrebbe messo più chilometri tra noi ed il nostro paese. Come prima cosa, andammo al bowling. Solo per raggiungerlo impiegammo 45 minuti. Ad una decina di minuti dal bowling c’era una pizzerie che faceva delle pizze davvero ottime, ed io speravo con tutto il cuore che nessuno in paese ne conoscesse l’esistenza, infine sulla via del ritorno, quando comunque il paese era ancora distante una ventina di chilometri, ci fermammo in un bar a prendere un cornetto. Devo ammettere che fu una serata divertente, non era la prima volta che ero uscito con Carla, molte volte infatti era capitato che quando i suoi non volevano farla andare da sola in qualche posto oppure a qualche festa, lei chiedeva a me il piacere di accompagnarla, visto che i suoi di me si fidavano ciecamente, all’inizio la mia risposta era sempre la stessa "No" ma alla fine, dopo che lei mi guardava con quegli occhioni da cerbiatto indifeso, cedevo e questo aveva sempre creato delle forti discussioni tra me e Francesca, visto che lei puntualmente ogni volta diceva che era tutta una farsa inventata dalla ragazza per cercare di portarmi tra le sue grinfie. Quella serata si concluse verso le due, orario in cui accompagnammo Paola da sua zia, dove avrebbe  soggiornato, insieme alla famiglia, durante questo breve periodo di visita. Un paio di chilometri più avanti c'era la casa di Carla, che prima di scendere dall’auto mi disse:
“Grazie, sei un vero tesoro, non solo ti ho messo in questo casino ma stasera hai voluto pagare tutto tu, non mi sembra giusto”
“Lascia stare, aggiungerò anche questo alla lista dei favori che mi devi”, risposi sorridendo:
“Non vedo l’ora di potermi sdebitare”, rispose lei altrettanto divertita, poi in modo più serio aggiunse: “Sei il fidanzato perfetto. Sei il finto fidanzato più gentile che io possa desiderare. Francesca è davvero fortunata ad averti al suo fianco”
“Cosi mi metti in imbarazzo”
“È vero, sei un angelo. Forse è per tutti questi tuoi lati positivi oppure per il semplice fatto che tu possiedi molte delle qualità che il mio ragazzo ideale debba avere, che quella sera, tra tutti i nomi che potevo dire, scelsi proprio il tuo per indicare a Paola, la persona con la quale mi ero legata sentimentalmente. Grazie ancora”, poi prima di scendere,  si avvicinò per darmi un bacio sulla guancia, solo che i nostri sguardi si incrociarono prima e fu proprio allora che  successe l’inimmaginabile, ci scambiammo un bacio. Un bacio vero, carico di passione, un bacio che per un attimo mi aveva fatto dimenticare di essere fidanzato, mi aveva fatto dimenticare di essere legato ad una ragazza di nome Francesca.  Quando le nostre labbra si staccarono, nessuno dei due ebbe il coraggio di parlare, quindi la ragazza scendendo dall’auto, senza dire nemmeno buona notte entrò in casa. Continuavo a dirmi che quello che avevo fatto era sbagliato, che baciare Carla era stato un errore gravissimo, che poteva compromettere sia il mio rapporto con Francesca e sia il mio rapporto con la stessa ragazza, della quale avevo assaggiato le dolci labbra, quindi, il giorno seguente, avendo ancora questo pensiero che mi ronzava nella testa , non ebbi nemmeno il coraggio ne di incontrare e tanto meno di sentire la ragazza, infatti come un codardo gli mandai un messaggio dicendo:
“Scusami, ma non  mi sento bene oggi, ho un po’ di febbre, quindi e meglio se rimango a letto, ci sentiamo domani”, la ragazza che non era di certo una stupida mi rispose prontamente:
“Ti conosco molto bene, e non sei di certo il tipo che si lascia abbattere dalla febbre cosi facilmente. Sicuramente starai pensando e ripensando a quello che è successo ieri, avrai paura che quello che è successo possa rovinare il rapporto idilliaco che c’è tra te e Francesca (non so perché ma in quest’ultimo tratto avevo notato una vena sarcastica) non ti preoccupare facciamo finta di niente è stato solo un caso sporadico, un incidente di percorso dettato dal momento, dalla foga della nostra recita cosi realistica, una cosa che non si ripeterà mai più. Un segreto che rimarrà tra me e te”, a quel punto, provando a convincere più me che lei risposi:
“Non essere sciocca, sto male davvero. Per me quello che è successo ieri non significa niente”e gli mandai la foto di un termometro che avevo manomesso vicino al termosifone facendo arrivare le liniette fino a 38.6 gradi. Da quel momento non ebbi più risposta, anzi, per dirla tutta, per un intera giornata non ebbi più notizie di Carla, nemmeno gli squilli quotidiani per farsi richiamare, niente di niente. In questo modo arrivò la sera e visto che alla fine qualche linietta di febbre mi era venuta davvero, Francesca  aveva deciso di passare la serata a casa mia facendomi compagnia. Quando lei arrivò in camera mia, per evitare ogni problema, decisi di spegnere il cellulare fino a quando la ragazza non se ne sarebbe tornata a casa sua, cosa che avvenne verso le  00:35 circa, quindi riaccendendo il telefono, notai che Carla aveva provato a chiamarmi 6 volte. "Chissà cosa sarà successo?" Inizia a chiedermi, e quindi provai a richiamarla più volte, ma senza avere risposta, fino a quando non mi arrivò questo messaggio:
“Scusami per averti messo in questo impiccio. Però quando prendi un impegno cerca almeno di mantenere i patti, io manco ti volevo chiamare è stata Paola ad insistere. Da domani ritieniti libero, non ti voglio più come finto fidanzato, dirò tutta la verità ed anche se farò la figura della perdente, sarà sempre meglio che continuare questa farsa con te”.
Anche se non erano parole dette a voce, da quel messaggio riusciva a trapelare tutto l’odio della persona che l’aveva scritto, non so cosa avevo detto o fatto per meritarmi tutto questo, ma di una cosa ero sicuro, Carla era arrabbiata con me, forse era ancora per il fatto del bacio, forse per  averle dato buco la sera, forse l’aver spento il cellulare, fatto sta che lei ce l’aveva con me ed io sentivo il dovere di farmi perdonare, quindi iniziai a spremermi le meningi fino ad escogitate il famoso piano riappacificate. Era l’una di notte quando chiamai Mario, un mio amico che a 19 anni aveva aperto un negozio di fiori proprio al centro del paese, per fortuna era ancora in giro a spassarsela con la sua ragazza, gli spiegai per sommi tratti sia la situazione e quello che volevo fare, lui, da buon amico che era, accettò subito di darmi una mano, non si oppose nemmeno quando gli chiesi se poteva consegnate il tutto per le 7:30 del mattino. Il giorno seguente di buon ora, Mario suonò il campanello di Villa De Padris, con lui aveva un mazzo di rose bianche, le preferite della ragazza, ed una super colazione, fatta apposta per la ragazza. Capire chi era il mittente di questa sorpresa non fu tanto difficile per la Carla, ma ne ebbe subito la conferma quando lesse il bigliettino, che avevo portato di prima mattina a Mario, con su scritto:
“Odio quando ce l’hai con me, odio quando non posso sentire la tua voce, odio non poter tornare indietro nel tempo per cancellare quello che ho fatto,  ne abbiamo passate tante insieme, cerchiamo di superare anche questa. Perdonami ti amo, tuo boyfriend”, avevo scritto il biglietto in modo che potesse servire in due modi, il primo per far capire alla ragazza che volevo continuare con lei la farsa del finto fidanzamento, mentre il secondo, cioè quello più importante, per scusarmi. La risposta della ragazza non tardò ad arrivare,infatti, mentre tornavo da scuola vidi in lontananza Carla, quindi avvicinandomi di gran passo, stavo per chiamarla, ma prima che potessi aprir bocca, la ragazza mi porse la borsa dicendo:
“Ti concedo l’onore di portarmi la cartella, è il minimo che tu possa fare per farti perdonare”
“Certo, mia signora”, risposi io, sia confuso ma anche contento, poi poco dopo chiesi: “Allora è tutto apposto, cioè …. tra di noi intendo”
“Si, d’altronde come potrei tenerti il broncio dopo quello che hai fatto per me stamattina, il tuo è stato un gesto bellissimo, il più bel gesto che un ragazzo abbia mai fatto per me, grazie”
“Di niente. Allora stasera dove si va?”
“Che ne dici di andare al cinema, danno un film strappalacrime bellissimo, si chiama Amore e Lacrime – La storia di Jack e Sophie  e sia io che Paola vorremmo vederlo”
“Uffa Carla, sai benissimo che detesto questi film pizzosi”, dissi mostrando tutta la mia disapprovazione;
“Non mi importa, se portarmi la cartella era il minimo che potevi fare, questo è il massimo per farti perdonare”
“Ok. Però sappi che aggiungerò anche questo alla lista”
“Segna, segna, tanto alla fine già so che non mi chiederai niente. E sai come faccio a saperlo?”, chiese lei sorridendo:
“No, illuminami”, risposi in modo ironico;
“Perché tu sei troppo buono”, e dicendo questo se ne andò saltellando. Forse negli ultimi passaggi vi sarò sembrato un po’ troppo sicuro di me, avevo preso un appuntamento con la ragazza senza pormi tanti problemi, ed adesso vi starete chiedendo: "A cosa è dovuta tutta questa sicurezza?" Al fatto che quella sera Francesca aveva le prove con il gruppo teatrale del paese, stavano per mettere in scena non so quale rappresentazione teatrale scritta dallo stesso sindaco del nostro paese e molte volte queste riunioni  duravano fino alle 1:00 o 2:00 di notte. Quindi avrei avuto una noia in meno. Nonostante tutto, anche quella sera avevamo optato per un cinema che fosse abbastanza distante dal paese e quale cinema migliore del "Super Sala Mondiale" che distava dal paese appena 41 chilometri. Una volta dentro mi avvicinai al bancone per fare i biglietti. E chi ti incontro? Katia, la migliore amica di Francesca, che appena mi vide, mi chiese:
“Ciao Michele che ci fai qui?”, come la vidi iniziai ad andare nel pallone e quindi provando a calmarmi dissi:
“Niente, sono venuto a vedere un film. Tu invece da quando lavori qui?”
“Da un mesetto, credevo che Francesca te l’avesse detto”
“Ed infatti mi aveva accennato la cosa, ma non credevo che fosse proprio in questo cinema”
“Comunque cosa ti ha spinto a farti 41 chilometri di strada, quando poi abbiamo il cinema in paese? Ma soprattutto dov’è Francesca?”, ecco le  due domande alla quale non avrei mai voluto rispondere:
“Francesca oggi aveva le prove di teatro, ed io volevo vedere questo favoloso cinema di cui parlano tutti bene”, grande Michele, te ne sei uscito alla grande, ma ecco che arrivò un'altra domanda a bruciapelo:
“Sei solo?”
“Certo che sono solo. Dammi un biglietto per Assassination Zombie 3 – La vendetta di Mortem”
“Va bene”, poi dopo aver preso il biglietto e pagato, la ragazza sorridendo mi disse: “Buona visione e salutami Francesca”
“Certo”. Quando tornai dalle ragazze, la prima cosa che notarono fu il solo biglietto che avevo in mano e quindi Carla in modo ironico mi chiese:
“Solo uno di noi vedrà il film?”
“No … cioè … mi sono confuso … cioè ….”
“Non è nemmeno il biglietto per il film che dobbiamo vedere,  Assassination Zombie 3 è un Horror”
“Scusate mi sono confuso”
“Sciocchino hai sempre la testa tra le nuvole”, mi rispose Carla sorridendo, poi aggiunse:
“Vai a fare i biglietti giusti, anzi stavolta ti accompagno cosi non ti confondi”
“Nooo”, urlai, attirando anche l’attenzione di alcune persone, poi continuai dicendo;
“Senti Paola, potresti gentilmente andare tu a fare i biglietti, mentre io dico una cosa alla mia amata Carla”, la ragazza dicendo:
“Ok. Anche se stasera sei un po’ strano”, prese i soldi dalla mia mano e si avviò al botteghino, quando l’amica fu abbastanza lontana, Carla in modo quasi di rimprovero mi disse:
“Si può sapere che ti prende stasera, sei agitato, strano, sembri uscito di senno”
“Al botteghino c’era Katia la migliore amica di Francesca, che avrei dovuto fare”
“Va bene, capisco, spero solo che Paola non abbia dei sospetti”. Per fortuna la serata continuò in modo tranquillo, il film per me fu una pizza totale, mentre le ragazza si lasciarono scappare anche qualche lacrima, visto che alla fine il protagonista muore per salvare la sua amata. Dopo il film, cosi come era successo anche l’altra sera, accompagnammo prima Paola, poi mi diressi a casa di Carla e la ragazza prima di scendere disse:
“Siamo arrivati all’ultimo atto della nostra rappresentazione”
“In che senso?”, domandai io:
“Il padre di Paola ha ricevuto una chiamata dal suo ufficio e quindi deve rientrare prima”
“Quindi parte domani?”
“Si alle 20, e mi ha chiesto se possiamo prendere un caffe insieme verso le 18, cosi, per salutarci”
“Certo”, a questo punto pensai che chiudesse la portiera ed andasse via, ed invece c’era ancora qualcosa che voleva dirmi, quindi con tono imbarazzato e con le guance rosse iniziò a parlare dicendo:
“Senti, a proposito di quella sera…. Cioè di quando io e te ci siamo …. Si ecco….. beh”
“Baciati?”, provai ad aiutarla io;
“Si. Da quella sera c’è una cosa che voglio dirti”
“Dimmi pure”, chiesi ansioso di ascoltare quello che la ragazza aveva da dirmi, ma niente, rimase in silenzio e poi rassegnata sospirò:
“È inutile, finalmente mi ero decisa a parlare, ma non mi escono le parole, facciamo una cosa, te lo dico domani quando Paola sarà partita”
“Ma io voglio saperlo adesso, non mi farai chiudere occhio”, gli risposi un po’ dispiaciuto
“Invece aspetterai. Buona notte amore mio”, e dicendo questo scese dalla macchina ed entrò in casa.

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