CAPITOLO 1

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Di cose sull'amore ne sono state dette tante in passato e tante ancora se ne diranno. Come ad esempio si dice che l'amore non è una scienza esatta oppure che l'amore è cieco. Invece io credo che siamo noi ciechi di fronte all'amore,perché molte volte, anche quando essi si manifesta sotto forma di anima gemella, noi non riusciamo a rendercene conto. Nel mio caso per esempio, scambiare l'amore per amicizia è stato un errore che sarebbe potuto costarmi qualcosa di molto importante: la felicità. Ma andiamo con ordine, la mia tormentata storia d'amore ha inizio in un tormentato pomeriggio di metà Ottobre. Forse vi starete chiedendo Chi sono? Ed e' una domanda più che giusta, infatti è  buona educazione presentarsi prima di iniziare a parlare, il mio nome è Michele Pioggia, ho 18 anni e faccio il 4° anno di Liceo Scientifico. Molti mi dipingono come un ragazzo perfetto, ed anche se mi ritengo una persona molto modesta, non posso negare di avere numerosi pregi. Sono molto portato per lo studio infatti a scuola ho la media del 9. Del mio aspetto fisico poi non mi posso proprio lamentare, sono anche un tipo atletico, nel senso che faccio molto sport infatti da tre anni sono il capitano della squadra di pallavolo della mia scuola ed in più faccio parte della squadra di basket del mio paese. Da due anni sono felicemente fidanzato con Francesca, una ragazza che frequenta la mia stessa scuola, ed è un anno più grande di me. Per mettere qualche spicciolo da parte, ogni tanto faccio qualche lavoretto part-time, ed in più, da quasi un anno a questa parte dò ripetizioni di Matematica e Fisica ad una ragazza che frequenta la mia stessa scuola, secondo anno, il suo nome è Carla. La sua è una famiglia benestante, infatti i suoi genitori sono persone molto influenti, quindi la paga che percepisco è ottima. Che tipo di ragazza è Carla? Se dovessi descriverla cosi su due piedi, direi che è una ragazza carina, ma soprattutto semplice, una ragazza che non si è lasciata influenzare dalla ricchezza, e che fa dell’umiltà un principio fondamentale. Ricordo che una volta mi disse questa frase che non dimenticherò mai: "Se la mia famiglia è importante, è perché i miei genitori hanno saputo fare grandi cose e di certo non per merito mio. Se un giorno riuscirò a fare qualcosa anch’io di altrettanto straordinario allora potrò considerami anche io grande e speciale come loro, ma per ora non sono nessuno". Ecco fatto, una volta finite le presentazioni, posso riprendere dall’inizio, tutto ebbe inizio in un pomeriggio di metà Ottobre, come ho accennando in precedenza,  tre volte alla settimana, per quattro ore al giorno, davo ripetizioni a Carla, ed anche quel pomeriggio le cose stavano filando come da programma, fino a quando il cellulare della ragazza iniziò a squillare e credetemi ,quella sarebbe stata una telefonata che avrebbe portato non poco scompiglio nella mia vita:
“Quante volte ti ho detto che quando stiamo studiando il cellulare va spento Carla”
“Scusa Mik, sai che di solito l’ho faccio sempre, stavolta me ne sono proprio dimenticata. E poi sai benissimo che questa regola non mi è mia piaciuta, visto che vale solo per me, mentre tu stai sempre li che messaggi”, mi rispose la ragazza sorridendo:
“Punto primo, io non messaggio sempre. Punto secondo, questo è il vantaggio di essere Tutor, quindi posso tenere il cellulare acceso quanto voglio. Anzi, impegnati cosi un domani anche tu potrai essere Tutor di qualcuno e mettere le tue regole”
“Che presuntuoso che sei”, mi rispose la ragazza mantenendo sempre il tono ironico e facendomi la linguaccia;
“Dai rispondi, cosi proseguiamo con gli esercizi”, gli riposi mezzo seccato e mezzo divertito. Quindi la ragazza prendendo il cellulare dalla sua borsa, si alzò, ed andò a parlare in terrazza. Fu una chiamata abbastanza lunga, dato che  Carla tornò solo dopo 15 minuti, senza dire niente, anche se si poteva capire chiaramente dal suo volto che la telefonata l’aveva in qualche modo turbata, ed a confermare la mia tesi, furono 10 esercizi di matematica sbagliati su 10, un nuovo record in negativo, visto che la ragazza aveva sbagliati anche quelli più semplici, quelli che lei sapeva fare ad occhi chiusi. Quindi, stufo ed anche un po’ preoccupato chiesi:
“Carla che c’è che non va, da quando hai ricevuto quella telefonata ti vedo un po’ strana, sei quasi assente. È successo qualcosa di grave”
“Scusami Mik,  sto pensando e ripensando ad una cosa e non riesco a darmi pace”. Oltre ad un rapporto Tutor – Alunno, tra me è la ragazza si era creato un rapporto di amicizia molto profondo , un rapporto Fratello – Sorella, cosa che la mia Francesca non vedeva di buon occhio e che molte volte aveva rischiato di compromettere la nostra relazione, ma a me non importava, ci tenevo a lei, almeno quanto tenessi a Francesca e niente e nessuno mi avrebbe mai fatto cambiare idea su questa cosa, allontanare Carla dalla mia vita, come d’altronde io dalla sua, era ormai impossibile. Comunque dicevo, avendo capito che la cosa era abbastanza seria, decisi che era venuto il momento di prenderci una piccola pausa dallo studio e concentrarci sul suo problema, quindi chiesi:
“Di solito mi hai sempre raccontato tutto, perché non ci provi anche stavolta, forse posso darti una mano”
“Va bene. Però promettimi che ascolterai tutta la storia in silenzio senza arrabbiarti”, mi disse la ragazza con un pizzico di ansia nel tono della voce;
“Perché dovrei arrabbiarmi?”, chiesi confuso;
“Perché effettivamente questa cosa riguarda anche te”
“Davvero?”, chiesi ancora più confuso di prima:
“Si. Devi sapere che la persona che mi ha chiamato prima era Paola”
“La tua migliore amica, quella che quattro anni fa si è trasferita all’estero"
“Si. Il fatto è che tra un paio di settimane verrà in città insieme alla famiglia per far visita ai propri parenti”
“Embè, non sei felice di rivederla dopo tanto tempo?”, chiesi contento;
“Certo. Solo che qui sorge un problema”
“Quale?”, gli chiesi curioso;
“Lei vuole conoscere il mio fidanzato”
“Cosaaaaaaa?”, chiesi  sorpreso, poi con un tono più pacato aggiunsi “Non sapevo che ti fossi fidanzata, sono davvero felice per te ma il fatto che non mi dici più le cose mi fa incazzare, fino a poco tempo fa mi dicevi sempre tutto. Comunque chi sarebbe il fortunato? È della nostra scuola? Lo conosco?”, a queste domande la ragazza raccolse tutto il coraggio che aveva in corpo e chiudendo gli occhi rispose velocemente: “Tu Mik”
“Cosaaaaaaaaaa!”, esclamai più sorpreso di prima;
“Avevi promesso di non arrabbiarti”, provò a dire Carla in modo agitato:
“Infatti non sono arrabbiato, almeno non ancora, vorrei solo capire che significa tutta questa storia”
“Io e Paola abbiamo mantenuto un ottimo rapporto anche dopo la sua partenza e ci sentiamo spesso, gli dico praticamente tutto quello che mi succede e lei fa altrettanto con me. Visto che io e te passiamo molto tempo insieme, automaticamente sei saltato molte volte fuori durante le nostre conversazioni, all’inizio ti presentai come mio Tutor, poi iniziare a parlargli della nostra amicizia, facendogli vedere anche qualche nostra foto insieme. Forse è stato in quel momento che lei iniziò a fraintendere le cose, poi quando mi disse che si era fidanzata, scioccamente, non volendomi sentire inferiore, non ho mai avuto il coraggio di smentire il malinteso che si era venuto a creare e come per magia tu sei diventato il mio fidanzato. Quindi adesso non vede l’ora di incontrarti”
“Perché mi hai messo in mezzo?”, dissi io mettendomi una mano sulla fronte come per dire: Che guaio
“Scusami”
“Cosa ti aspetti che faccia?”, questa era forse la domanda più importante dell’intera conversazione:
“Ti prego dammi una mano”, mi implorò la ragazza guardandomi con i suoi occhioni azzurri e con la sua voce da angioletto indifeso;
“Non posso”, risposi  in modo non tanto convinto, quindi la ragazza ci riprovò dicendo:
“Che ti costa fare finta di essere il mio ragazzo per una settimana. Ti sarò debitrice in eterno”
“Se ti aiuto Francesca mi ammazza, lei già pensa che tra me e te ci sia qualcosa e non accetterà mai che io ti aiuti nella tua commedia romantica”
“Se non glielo dici, lei non verrà mai a saperlo”
“Come facciamo! In paese bene o male ci conoscono tutti e tutti sanno della mia relazione con Francesca, sarà impossibile fare finta di essere innamorati e quindi sarà impossibile imbrogliare la tua amica”
“Non è vero. Ammetto che in cuor mio sapevo che presto o tardi questo giorno sarebbe arrivato, quindi sperando in una tua risposta affermativa, ho preparato tutto nei minimi dettagli”
“Fammi sentire questo tuo piano geniale”, provai a dire curioso:
“Allora. Quante volte siamo usciti insieme io e te?”
“Non ricordo”
“Allora ti rinfresco io la memoria. Tante. Quindi anche se ci vedessero insieme, nessuno sospetterebbe di niente, in più usciremo in tre, quindi desteremo ancora meno sospetti”
“Oppure penseranno che io stia mettendo su il mio Harem personale”, la interruppi facendo una battuta, ma la ragazza senza fare una piega continuò dicendo:
“Faremo qualcosa da fidanzati solo quando non ci sarà nessuno che ci conosce, e poi,se proprio vogliamo evitare la folla, tu hai la patente ed anche la macchina, quindi potremmo anche spostarci in qualche zona un po’ più lontana”
“Scusa ma non puoi dirgli che ci siamo lasciati?”
“Gli ho sempre detto che il nostro era un rapporto idilliaco, se gli dico che ci siamo lasciati proprio ora che lei ha deciso di venire, capirà che gli ho detto una bugia. Ti prego. Ti prego. Ti prego , aiutami”, non riuscivo proprio a dire di no a quella ragazza, quindi anche se un po’ contrariato risposi:
“E va bene”, a quella mia risposta, la ragazza mi diede un abbraccio e disse:
“Grazie Mik, sei il migliore, ti voglio un mondo di bene”
“Anche io. Però prima di cantare vittoria, voglio dettare una condizione”
“Quale?”, chiese la ragazza con tono un po’ fiacco di chi sa già che non sarà niente di semplice:
“Dopo domani c’è il compito di Matematica, e la professoressa Bagnaroli corregge tutto in meno di una settimana, quindi se ti impegni e prendi almeno 7 a quel compito allora sarà il tuo Falso Fidanzato, altrimenti non se ne fa niente e racconti tutto alla tua amica. Ci stai?”
“Va bene. Sei sempre il solito guastafeste”, disse la ragazza con un espressione a metà tra un sorriso ed un lamento. Il giorno seguente Carla appena tornò da scuola si mise a studiare come una pazza per preparare al meglio il compito di Matematica, invece di 4 ore, iniziammo alle 14 e finimmo alle 20:30, 6 ore e mezza di studio ininterrotto, anche perché il compito avrebbe trattato un argomento che alla ragazza proprio non riusciva ad entrare in testa e studiare tanto, poteva essere l’unico modo per raggiungere quel famigerato 7 che altrimenti sarebbe sembrato solo un miraggio. Ammetto che quella del sette era stata una trovata meschina da parte mia, in un anno che le davo ripetizioni, la ragazza non aveva mai preso più di 6,5, che rispetto ai 4,5 che prendeva prima era comunque un buon risultato ed anche stavolta speravo che le cose sarebbe andate nello stesso modo, almeno in questo modo mi sarei risparmiato di recitare il ruolo del finto fidanzato, ed invece una settimana dopo, durante l’ora di Inglese, mentre un mio amico era sotto interrogazione, bussarono alla porta. Era Carla, sembrava più agitata del solito, infatti entrando non chiedendo nemmeno il permesso al professore si rivolse direttamente a me dicendo: “Mik, esci un attimo devo parlarti”, poi, dopo essersi resa conto di quello che aveva fatto, facendosi rossa in volta si girò verso il professore e con aria mesta disse:
“Mi scusi tanto, non volevo essere scortese. Per piacere Pioggia può uscire un attimo fuori?”, il professore al quanto divertito, fece un sorriso e mi disse:
“Esci pure, ma mi raccomando fai alla svelta”. Appena chiusi la porta alle mie spalle, la ragazza subito esortì dicendo:
“La professoressa di Matematica ha portato i compiti”
“E come è andata?”
“Beh ….”, l’aveva detto con un tono fiacco, che poteva significare solo una cosa, quindi un po’ contento ed un po’ dispiaciuto provai a dire:
“Non fa niente Carla, sarà per la prossima volta …”, ma la ragazza porgendomi il compito esclamò;
“Vedi tu stesso!”
“Non ci posso credere”, su quel foglio piegato, sotto al suo nome c’era scritto 7.5 ;
“Da oggi siamo ufficialmente fidanzati”, mi disse la ragazza sorridendo;
“Non ti nascondo la mia sorpresa , anche se credo nelle tue possibilità, non pensavo che in questo compito avresti preso un voto cosi alto”
“Mai sottovalutare una ragazza disperata e determinata. Poi, si vede che ho un buon Tutor”, rispose la ragazza felice come una pasqua;
“A questo punto, a malincuore devo accettare il ruolo che hai scritto per me” gli risposi rassegnato;
“Non dire cosi, non essere cosi pessimista Mik, vedrai che ci divertiremo”, e dicendo questo se ne andò saltellando, poi voltandosi verso di me, sorridendo aggiunse: “Ci vediamo dopo, amore”. Non so perché, ma in quel momento, un brivido mi pervase la schiena , tra le mille incertezze che mi passarono per la mente, di una sola ero sicuro, che per me, quella che stava per iniziare non sarebbe stata una settimana facile, per me si preannunciava l’arrivo di tanti guai, ed io non ero pronto ad affrontarli.

UN AMORE A NOLEGGIODove le storie prendono vita. Scoprilo ora