Capitolo 13 - Senza speranze

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Sento un forte rumore e mi sveglio di scatto. Mi guardo intorno confusa. Sono ancora nella camera di Leo, ma lui non c'è.

Mi alzo e vado in cucina. Leo sta borbottando qualcosa mentre cerca di non fare altro rumore. Gli sono caduti dei barattoli dalla credenza.

Inizio a ridere e si accorge di me. Ride e lascia stare le cose a terra.

<Scusa Cielo, non volevo svegliarti.> si avvicina a me per darmi un bacio a stampo. Poi mi fa sedere a tavola e mi da la colazione.

<Non fa niente. Sei sveglio da tanto?> prendo la mia tazza di latte e ne bevo un sorso.

<No. Mi sono svegliato e volevo portarti la colazione a letto. Solo che i barattoli hanno deciso di non aiutarmi.> prende la sua tazza e si siede di fronte a me.

Rido e prendo alcune gocciole. Sono gli unici biscotti che mangio e anche lui. È una delle poche cose che abbiamo in comune.

<Che ore sono?> gli chiedo mentre lo guardo mangiare due biscotti alla volta.

<Sono le 7. Abbiamo un'ora prima di andare a lavoro.> continuiamo a mangiare in silenzio. A noi non serve parlare. Molto spesso ci ritroviamo a guardarci in silenzio.

Finita la colazione ci prepariamo e alle 8 in punto sono davanti al centro benessere.

<Mi raccomando. Se il tizio fa qualcosa di sbagliato non esitare a chiamarmi.> Leo mi ripete per la quarta volta in 10 minuti.

Il "tizio", come ha deciso di chiamarlo, è Peter. Crede possa infastidirmi e, anche se non glielo dico, lo credo anch'io. Con gli anni ho sviluppato un sesto senso per i guai e li percepisco anche a distanza.

Lo rassicuro ed esco dalla sua auto. Quando entro sento che mette in moto e va via.

Stranamente al bancone non c'è nessuno quindi mi vado a cambiare. Indosso un pantalone e una maglietta bianca.

Non sono abituata a vestirmi in questo modo, ma credo ci dovrò fare l'abitudine.

<Buongiorno Celeste.> Sento Peter salutarmi e mi giro per guardarlo. Sta camminando verso di me.

Indossa anche lui un pantalone e una maglietta bianca, ma in mano tiene un mazzo di rose rosse.

<Buongiorno.> gli rispondo quando ormai è davanti a me. Sospiro piano e spero per lui che quelle rose non siano per me.

<Oggi sei radiosa. Ti ho voluto fare un piccolo regalo di benvenuto.> Mi porge le rose, ma io non accenno il minimo movimento.

<Scusa ma non posso accettarle. Come hai potuto vedere ieri sono impegnata e non crero che al mio ragazzo farebbe piacere.> cerco di fare dei passi indietro e iniziare a lavorare, ma lui continua insistente.

<Non credo che al tuo ragazzo dispiaccia un piccolo regalo di benvenuto. Avanti accetta.> Il suo modo insistente non fa altro che insospettirmi.

<Ah siete qui. Peter la signora Mel ti aspetta da un quarto d'ora.> Alfred arriva con un tempismo perfetto e fa distrarre Peter. Ne approfitto e vado verso il bancone per vedere cosa devo fare oggi.

<Vado subito.> Lo sento sbuffare e va via con ancora le rose in mano.

Alfred si avvicina a me e mi fa l'occhiolino sorridendo. Rido e inizio la mia seconda giornata lavorativa.

--
Finalmente dopo una giornata pesante Leo mi viene a prendere.

Entro in auto e noto subito che è particolarmente incazzato. Non lo è spesso, ma quando lo è deve essere successa qualcosa.

<Ciao.> lo saluto, ma non mi avvicino. Anche se spero che qualcosa tra di noi sia cambiato non so come la prenderebbe se prendessi io l'iniziativa.

<Hei. Scusa ma stasera ho una cena di lavoro, mi cambio e vado.> Il suo tono distaccato mi colpisce e, se potessi, mi prenderei a schiaffi.

Solo perchè è stato un po' dolce con me non significa che sia cambiato qualcosa.

Eppure stamattina sembrava che stesse andando tutto bene...

<È successo qualcosa?> mi azzardo a chiedergli. Vorrei capire se ho fatto qualcosa che lo urta o è successo qualcosa al lavoro 

<No.> mi risponde in modo secco tendendo stretto il manubrio dell'auto.

Dopodiché nessuno dei due apre bocca. In silenzio, ognuno nei propri pensieri, entriamo nell'appartamento.

Io mi vado a chiudere nella mia stanza e decido di riposarmi un po' prima di cena. Sono ancora le sei del pomeriggio.

Penso a quanto io sia patetica. Mi illudo, costruisco castelli in aria...

Sospiro. Sono completamente senza speranze.

Poi sento dei rumori e, anche se sono un po' arrabbiata con lui, decido di andare a controllare.

Lo sento borbottare dal bagno. Ha lasciato la porta aperta. Lo vedo seduto a terra. Ha una grande fascia bianca sulla spalla sinistra. La fascia però è macchiata di sangue.

Rimango ferma per qualche secondo. Poi si gira e mi vede. Sembra sorpreso, forse pensava che non l'avrei sentito.

Inizio ad avvicinarmi a lui. Piano piano. Come se avessi paura che potesse respingermi.

<Leo.> mi abbasso alla sua altezza e lo guardo negli occhi. Capisce subito che voglio aiutarlo, ma non mi respinge.

Passiamo i seguenti minuti in silenzio mentre lo aiuto a cambiare la fascia. Quando finisce mi siedo accanto a lui.

Dopo pochi attimi di esitazione appoggio la mia testa sulla sua spalla "sana".

<Non avresti dovuto saperlo.> dice rompendo il silenzio che si era creato.

<Perché?> gli chiedo senza pensare. Anche se sembra più calmo non posso dimenticare com'era arrabbiato.

<Perché tu devi pensare solo a te stessa in questo momento. Questo non è niente.> Come immaginavo si sta iniziando ad innervosire di nuovo.

Sbuffo e mi alzo. Sono stanca e non mi va di litigare. Vado in salotto e accendo la tv. Mentre mi distendo sul divano sento dei rumori, ma stavolta non vado a vedere.

Inizio a concentrarmi sul film che sta andando in onda su un canale e lascio perdere i miei pensieri.

--

Devo essermi appisolata...

Sento una cosa calda che mi viene messa di sopra e mugolio.

<Cielo io sto andando.> Mi da un piccolo bacio a stampo, forse credendo che io stia ancora dormendo, e si allontana.

Apro gli occhi appena in tempo per vederlo in divisa mentre esce dell'appartamento.

Sono ancora in dormi veglia quindi non ci faccio tanto caso e mi appisolo di nuovo.

Angolo Autrice
Holaaaa
Scusate per il piccolo ritardo...
Per ora sono sommersa da compiti, verifiche e scuola-lavoro...
Però ho ritagliato un po' di tempo per scrivere.
Devo ringraziare voi però ;)
Mi aiutate, mi spronate sempre a fare di meglio.
Spero di non deludervi :)
D. Xxxx

Amami dove io mi odioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora