Capitolo 2

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«Solito posto vero?»
«Certo.»
Appoggio lo zaino su quello che per tre anni è stato il mio banco e Bianca si siede di fianco a me. Terza fila a destra, né troppo lontano dalla lavagna né troppo vicino. Presto tutti i miei compagni di classe entrano e come tutti gli anni ci salutiamo con baci e abbracci.
«Avete già scaricato il nuovo orario?» Chiede Luana, la più brava della classe.
«Ma quando mai! Io non lo scarico, mi occupa memoria e basta.» Risponde Kevin, l'assoluto scansafatiche. È sempre il solito, è riuscito ad arrivare al quarto anno solo grazie al cellulare e ai suggerimenti. Non so come riuscirà a superare gli esami.
«Non avevamo dubbi.» Dice Bianca sottovoce. Le tiro una gomitata e lei mi guarda corrucciata.
«Che c'è?» mima con le labbra. Le tiro un'occhiataccia e lei capisce.
«Avete sentito che arriva un nuovo professore di filosofia? Dal nome è sicuramente straniero, penso americano, o inglese.»
«Almeno ci togliamo di torno quella scimmia della Rossi.»
«Sarà anche scimmia, ma è davvero bravissima.»
«Questo lo dici perché non ti ha interrogato sette volte in un quadrimestre, altrimenti la penseresti come me.»
«Non è colpa mia se tutte le volte prendevi due. Cercava solo di farti recuperare.»
«Vedo come c'è riuscita.»
Il dibattito tra Kevin e Luana continua fino a quando la professoressa di chimica non entra in classe. Tiriamo fuori i libri e dopo qualche domanda sulle vacanze inizia a presentarci gli argomenti di quest'anno.
«Odio chimica!» Dico sottovoce a Bianca.
«Non dirlo a me!» Tira fuori il cellulare e apre instagram, giusto per far passare l'ora.
«Sono troppo curiosa di vedere il nuovo professore di filosofia, sai che sono fissata con quelli che parlano inglese.»
«Lo so, per questo sono preoccupata. Non vorrei che ti infatuassi di lui semplicemente perché ha un cognome straniero.» Le dico tenendo gli occhi sulla professoressa. Alza le spalle e con la coda dell'occhio vedo che sta sorridendo. Sì, potrebbe accadere.
«Zanini cos'ho appena detto?» Bianca alza la testa al richiamo della professoressa e senza nessuna ombra di imbarazzo risponde prontamente.
«Suppongo che tu Mandelli non stessi parlando col muro.» Scuoto la testa in imbarazzo, «parlavo da sola. Mi aiuta a riflettere.» Una risatina percuote tutta la classe, ma l'occhiata della professoressa fa tornare il silenzio generale.
«Mi prendi in giro?» Scuoto nuovamente la testa e alzo le mani in segno di resa. Non mi ha mai sopportata, probabilmente perché non sono mai stata un genio nella sua materia. Non ci posso fare niente se non capisco la chimica in generale, mi sono anche impegnata l'anno scorso per cercare di comprendere qualcosa ma è stato tutto inutile.
Torna a parlare del programma da svolgere e capisco che ha lasciato perdere. Mi volto verso Bianca e le mimo un 'dopo' con le labbra. Lei rimane impassibile e fa finta di niente. È sempre così, quando ci beccano a parlare la sgridata me la prendo sempre e solo io.
Finalmente la campanella suona e posso alzarmi per andare in bagno e fare un giro alle macchinette. Bianca mi accompagna e insieme sorseggiamo la nostra cioccolata calda.
«Devi essere più scaltra, ora ti insegno io la tecnica del mestiere.» Rido all'affermazione della mia migliora amica. Se questo lo definisce un mestiere, non posso non farmi insegnare come si fa.
«Devi ascoltare a tratti quello che dice e riuscire a tenere la concentrazione sia sulla sua voce sia su quello che stai facendo. Non è tanto difficile, basta un po' di allenamento.»
«Proverò con la prossima lezione.»
«Qual è?»
«Filosofia.» Fa una smorfia contrariata e scuote la testa.
«Non puoi perderti la lezione di filosofia, non recupereresti più.»
«Lo so, per questo lo faccio solo la prima lezione, essendo nuovo si presenterà e parlerà del programma, come fanno tutti.» Bianca annuisce e butta il bicchierino nel pattume poco distante da me. Io lo lancio cercando di fare centro ma invece che entrare nel pattume finisce contro una camicia bianca. Alzo lo sguardo e strabuzzo gli occhi vedendo che ho centrato in pieno un corpo alto e muscoloso. L'uomo inquadra il bicchierino di plastica che è caduto per terra, lo raccoglie e lo butta nella spazzatura, poi mi guarda e si avvicina. Due occhi ardenti si intrappolano nei mei ed io improvvisamente mi sento piccola e senza fiato.
«Non si lanciano gli oggetti, almeno che lei non sia Michael Jordan e mi pare di no.» Rimango pietrificata sotto il suo sguardo duro e severo. Abbasso lo sguardo, puntandolo verso i miei piedi.
«Mi-mi scusi.» Riesco a dire prima di avere un'improvvisa vampata di calore. Lui se ne va e non appena sento la sua presenza dissolversi rialzo lo sguardo e guardo Bianca senza dire una parola. Anche lei sembra essere rimasta muta, infatti mi guarda con la bocca leggermente aperta e gli occhi spalancati.
«Ha-hai visto anche tu?» Annuisco frettolosamente e mi avvicino a lei.
«Quanto è figo?» Chiede come avvolta fra le nuvole.
«E severo.» Aggiungo ancora sconvolta. Il suo sguardo ardente e severo, la sua voce dura e cupa...mi fa venire i brividi. Cerco di riprendermi e sentendo il suono della campanella torno in classe seguita da Bianca che continua a pensare al nostro nuovo incontro.
«Secondo te è un professore? Di che materia? Forse è di un'altra scuola, non l'ho mai visto prima. Non so cosa pensare, potrebbe essere un visitatore!»
«Ti prego Bianca chiudi la bocca un attimo!»
«Voglio solo sapere!»
«Be' io non sono la persona giusta a cui chiedere!» La sento sbuffare ma per fortuna non continua con le sue domande a cui non saprei davvero rispondere. Entriamo in classe e subito Bianca corre a raccontare la figuraccia che ho fatto a tutte le ragazze della classe. Penso che più che parlare del mio bicchierino preferisca dettagliare lui, l'uomo misterioso.
«Vedo che i corridoi portano a incontri interessanti...» Mi sento dire da Luana. Sto per replicare che ho fatto solo una figuraccia e non un incontro interessante, ma una porta che sbatte ci fa sobbalzare tutti.
«Seduti.» Sentiamo dire. Mi volto verso quella voce profonda e quel tono duro e per poco non svengo quando vedo chi ha pronunciato quel comando. Bianca si volta di scatto verso di me e mi guarda inquieta.
«Spero che non ti riconosca. Non sembra molto simpatico.»
«Lo spero anche io, però lo vedo un po' improbabile.»
«Silenzio!» Tuona guardando nella nostra direzione. Tutti ci guardiamo mentre un silenzio tombale regna in classe. Non penso che in tre anni ci sia mai stato tanto silenzio.
Quindi lui sarebbe il nuovo professore di filosofia?

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