5- La partenza

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È arrivato il grande giorno. Devo partire. Lasciare tutto. Non posso ma devo. Per papà.

La sveglia suona alle 5:10. Vado in bagno, mi faccio una doccia rigorosamente calda e dopo essermi asciugata i capelli vado a vestirmi.
Indosso dei jeans neri, una maglia blu con un fiocco di neve, una giacca bordeaux e le mie adorate converse total black.
Vado in bagno e mi trucco leggermente, solo un po' di mascara ed un rossetto nude.
Sono le 5:40.
Scendo in cucina, e con mio grande stupore noto che mamma ha comprato i croissant alla crema. Li amo!
Dopo averne mangiati 2 vado da mamma e papà.
«Mamma, papà, io vado, zia Jade mi aspetta. » dico loro abbracciandoli.
Mi fanno tutte le raccomandazioni del mondo e poi mi abbracciano.
Esco fuori e vedo zia Jade in macchina, una Mercedes rossa, che mi aspetta.
Mi avvicino al retro della macchina e metto la mia valigia nel bagagliaio.
Dopodiché entro in macchina.
«Ehi Jenny! Sei pronta per partire?»mi dice tutta elettrizzata.
«Certo zia!»le rispondo cercando di imitare il suo tono.
Non so come ma mi crede e serenamente guida verso l'aeroporto.

Arrivate facciamo il check-in e tutti i vari controlli. Finalmente saliamo sull'aereo. Io sono al posto 29F. Vicino al finestrino. Proprio quello che speravo. Zia Jade è alla mia sinistra e sta parlando con una signora di non ho capito bene cosa.

Il pilota ci avvisa che tra 2 minuti decolleremo. Non vedo l'ora. È la prima volta che prendo l'aereo e non sto nella pelle.
Improvvisamente l'aereo prende velocità e decolla.
Inizialmente si vede tutto ciò che c'è sotto rimpicciolire e poi si vedono solo nuvole. Sullo sfondo si vede l'orizzonte colorato pieno di sfumature arcobaleno. Fantastico.

Mi poggio al sedile e mi addormento.
Dopo un po' (solo 6 ore, che saranno mai) mi sveglio e noto che siamo atterrati. Uffa ho perso l'atterraggio!

Scendiamo dall'aereo e prendiamo i bagagli.
Ci dirigiamo verso l'altra macchina di zia Jade (si, ha due macchine) e andiamo a casa sua.
Più che una casa io direi una villa.
Fantastica! C'è il giardino, la piscina, casa a due piani, cosa vuoi di più dalla vita? Per non parlare del paesaggio. Los Angeles è piena di grattacieli.
Comincia a piacermi, ma comunque preferisco New York.

Zia Jade è un avvocato molto famoso qui a Los Angeles e perciò ha molti soldi.
Ha una casa lussuosa, ma non la condivide con nessuno. È single.
Il suo ragazzo la lasciò 4 anni fa e da allora non ne vuole più sapere.
Dopo che ha avuto molto successo quel cretino è ritornato da lei ma fortunatamente l'ha cacciato a calci.

«Ehi Jen, sali. Questa è la tua camera.» dice aprendo una porta.
«Oh mio Dio! Ma è immensa! »dico rimanendo a bocca aperta.
Lei sghignazza e se ne va lasciandomi contemplare la mia nuova e meravigliosa camera.
C'è un letto a due piazze con una coperta rossa, armadio, comodino e scrivania bianchi e il lampadario rosso.
Poi ci sono altre migliaia di cose che decorano la camera.
Adoro mia zia.
Scendo giù in cucina e vedo sul tavolo delle crêpes. Confermo. Adoro mia zia.

«Zia tu mi vizi troppo! »le dico ridendo.
« Nahh! Piuttosto devo avvisarti che tra due giorni comincia la scuola. Facevi il liceo scientifico a New York giusto?» mi dice.
«Si»rispondo un po' di malavoglia. Come liceo lo scientifico è stato il migliore tra le mie scelte. Mi piacciono molto le materie scientifiche, solo che QUEL liceo che ho frequentato non mi piaceva.
Mi rompevano le palle tutti quei bulletti ma li ignoravo, i piedi in testa di certo non me li facevo mettere.
Mi dava solo fastidio che per colpa loro non avessi molti amici, nient'altro.
Grazie al taekwondo sono riuscita a farmi valere. Immagino se mi fossi fatta sottomettere. Sarei scappata in Messico!
A proposito di taekwondo... io non ho certo intenzione di mollare... ma qui a Los Angeles una qualche palestra ci sarà?

« Zia, ma qui a Los Angeles c'è qualche palestra di taekwondo?» le chiedo.
«Oh si! Ce ne sono due. Una più cara e una un po' più umile. Se vuoi posso permettermi di pagarti quella più cara, con tutti i miei soldi non me ne faccio niente, almeno ti renderò felice» mi dice allegramente.
«No tranquilla zia, preferisco l'umiltà. Immagino già quali tipi di persone ci possano essere in quell'altra palestra...»le dico pensando ai miei "amici", anzi conoscenti per meglio dire, snob.
Non voglio incontrare i loro sosia anche qui.

«Zia puoi dirmi i nomi delle palestre per favore? »le chiedo.
«Oh sì certo. Allora quella di lusso si chiama "Master Taekwondo", invece l'altra si chiama  "Ye Uil" che sinceramente non so cosa significa» mi dice dubbiosa.

Io invece so cosa significa. Significa cortesia, uno dei cinque princìpi del taekwondo. Sono convinta. Andrò li.

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Holaaaaa!
Vi piace il capitolo? E la storia in generale? Fatemelo sapere nei commenti e mettete qualche stellina.⭐️
A breve il prossimo capitolo per rimediare alla mia assenza di questi giorni.
Baci💖
Simo🌸

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