Maddalena

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Sperduta cittadina del centro Italia, 1935

Sua madre piangeva. Copiose lacrime le rigavano le guance, gli occhi erano rossi e gonfi e il suo fazzoletto cercava di mascherare, senza troppo successo, la grande sofferenza per quel gesto sconsiderato.

Sembrava un quadro di un pittore depresso il siparietto che Maddalena aveva di fronte agli occhi. Sua madre riversa su una sedia, le spalle curve, il fazzoletto stretto nelle mani callose mentre le altre sue figlie cercavano di consolarla, in ginocchio ai suoi piedi, tutte con i volti sconvolti e gli occhi gonfi. Suo nonno paterno, la personificazione stessa della severità e del rigore, osservava insistentemente fuori dalla finestra, lì dove il sole cercava di far capolino illuminando i canali. Quel gesto era un'onta che non sarebbe stato facile cancellare dal buon nome della sua famiglia, lui lo sapeva.

Erano sempre state persone rispettabili, fin prima della guerra. Contadini, nulla di più. Si occupavano delle olive d'autunno, delle serre d'inverno e dei campi d'estate. Gran lavoratori, non c'era nulla da dire. Ma quello che era appena successo avrebbe marchiato inevitabilmente tutti i membri di quella famiglia.

Maddalena scrollò le spalle, lei era probabilmente l'unica delle figlie di sua madre che non si era gettata ai suoi piedi per consolarla. Il suo volto era inespressivo, i suoi occhi asciutti come i canali delle campagne d'estate. Lei era sempre stata una donna pratica, difficilmente cedeva ai sentimentalismi, e prova del suo carattere era il modo razionale con cui aveva accettato il marito che i suoi genitori le avevano imposto.

Antonio non aveva nulla di sbagliato. Non troppo vecchio, non troppo brutto, non troppo povero. Ma Maddalena non l'amava e mai lo avrebbe amato. Lui era il classico "bonaccione", in paese i più crudeli lo chiamavano "il fesso", era un uomo in grado di farsi imbrogliare perfino dal fruttivendolo che gli regalava per buone casse intere di frutta marcia. Maddalena era più in gamba di lui, lei stessa si riteneva più intelligente di quell'uomo dal cervello piccolo che trovava soddisfazione anche solo in un buon boccale di birra. Maddalena era di tutt'altra pasta.

Per questo trovava offensivo che i suoi genitori accusassero lei di essere stata troppo "ottusa" da non accorgersi di ciò che stava succedendo sotto il suo naso. Suo padre le aveva urlato che avrebbe potuto evitare quell'incresciosa situazione se solo avesse prestato attenzione alle persone che la circondavano invece di chiudersi in quel suo odioso egoismo. Maddalena non aveva osato ribattere alcunché e non era andata a consolare la sua povera madre.

Era rimasta invece accanto allo stipite della porta, quel simpatico siparietto davanti agli occhi, e aveva cercato di rimettere insieme i pezzi di quell'incresciosa situazione.

Tutto era iniziato un anno prima circa, il giorno in cui era stato annunciato il suo fidanzamento con Antonio e la sua intera famiglia era andata a pranzo da quella del suo promesso sposo. Era lì che, tra una risata e l'altra, Filomena aveva conosciuto Vincenzo.

Filomena era sua sorella minore, superficiale come poteva esserlo una ragazzina di sedici anni, fin da bambina sognatrice di un favoloso matrimonio d'amore. Era sempre stata una figlia obbediente, non si era mai lamentata del lavoro duro dei campi, e aveva sempre rispettato l'autorità dei suoi genitori. Ma non avrebbe mai accettato, come Maddalena, un matrimonio combinato.

Vincenzo era il fratello di Antonio ed era sempre stato lui l'unica titubanza dei suoi genitori nel confermare il fidanzamento. Vincenzo era squattrinato, pigro, con la brutta nomea nel paese di perdere al gioco e di alzare troppo spesso il gomito.

Troppo scontato dire che Filomena si era innamorata a priva vista di Vincenzo. Maddalena aveva capito fin dal primo momento che sua sorella era attratta dal cognato ma, inizialmente, non vi aveva dato troppo peso. Le cose adesso però erano cambiate. A quanto sembrava Filomena era fuggita con Vincenzo quella notte.

Maddalena gettò uno sguardo fuori la finestra, sperando di riveder comparire suo padre con i suoi fratelli con buone notizie, ma la strada era deserta mentre inesorabilmente il sole continuava a sorgere. Presto l'interno paese avrebbe saputo la verità e la sua famiglia sarebbe stata marchiata per sempre.

<< Maddalena!>>

La ragazza si girò verso la voce che la chiamava alle sue spalle. Era suo fratello Enzo, tornato circa un quarto d'ora prima da casa di Vincenzo.

<< Tua suocera non ha idea di dove sia andato quello sciagurato di suo figlio! Tu sai qualcosa Maddalena?>> provò ancora a chiederle, per la centesima volta. << Filomena ti ha detto qualcosa? Cerca di ricordare Maddalena! Ne va dei futuri matrimoni delle tue sorelle!>>

Maddalena scosse piano la testa.

<< Lo sai che Filomena non si è mai confidata con me.>> esclamò.

<< Passava più tempo in casa tua che in casa sua.>> ribatté lui. << Come puoi non aver notato nulla?>>

Maddalena fece spallucce, incurante dello sguardo scocciato di suo fratello. Certo che si era accorta della relazione. Li aveva scoperti insieme poche settimane prima, si baciavano di nascosto nel capanno del datore di lavoro di Filomena ed era rimasta scandalizzata dall'avventatezza e dalla disubbidienza della sorella.

Ricordava perfettamente di aver intravisto le curve dei seni di lei, appena diciassettenne, che Vincenzo baciava. Ricordava le mani di lui sulle forme sode di lei. Ricordava tutto in ogni minimo dettaglio e ricordava anche che sentimenti aveva provato. Stupore, disgusto, ritrosia e poi un pizzico di invidia, un'inesorabile desolazione e aveva paragonato quelle immagini di pura passione al suo matrimonio scialbo. Era rimasta ad osservarli in silenzio, senza osare intervenire mentre azioni che non osava riportare alla memoria si susseguivano senza decenza in quel vecchio capanno.

Alla fine era vero, lei sapeva tutto, lei avrebbe potuto avvertire i suoi genitori ed evitare a tutti quel dolore e quella vergogna. Ma non aveva voluto farlo e in realtà aveva fatto ben altro. Era stata lei a convincere Filomena a fuggire. Le aveva confidato che l'unico modo per poter sposare Vincenzo era scappare via, gettare quell'onta sul nome della loro famiglia e allora lei sarebbe stata libera di sposare l'uomo che amava.

Filomena le aveva creduto. Aveva creduto che sua sorella avesse a cuore solo il suo bene ed era fuggita.

Maddalena vide suo fratello allontanarsi, le spalle curve sotto il peso di quello scandalo enorme, e fu costretta ancora una volta a pensare a ciò che aveva fatto. Perché aveva detto a Filomena di fuggire? Sua sorella non l'avrebbe mai fatto di sua iniziativa, avrebbe sicuramente lasciato che la scoprissero prima di pensare di compiere un gesto del genere. Era per il suo bene? Era per regalarle un matrimonio d'amore?

No, Maddalena sapeva che non era così. Era sempre stata troppo razionale, troppo egoista per pensare prima al bene degli altri che a quello per sé stessa. Non riusciva a spiegarsi allora perché lo aveva fatto, o forse semplicemente non desiderava ammettere la verità.

Guardò il siparietto tragicomico della sua famiglia in attesa, sua madre prostrata dalla sofferenza per quella figlia sciagurata, le sue sorelle disperate per le possibilità di un qualsiasi matrimonio sfumato. Maddalena guardandoli sapeva in cuor suo perché lo aveva fatto: una vendetta. La sua vendetta verso la famiglia che l'aveva condannata ad un matrimonio prigione con un uomo che non sarebbe mai stato capace di renderla felice, men che meno orgogliosa di lui.

Era giusto che soffrissero per una figlia sciagurata che aveva scelto per sé il suo futuro. Era giusto che quell'onta si abbattesse sulla sua famiglia. Quella sciagura era la sua vendetta. 


Nota autrice

Spero di essere in tempo! Comunque la storia parla della mia bisnonna, Maddalena, e della fuga di sua sorella Filomena con il fratello di suo marito. Naturalmente l'episodio è realmente accaduto ma non so cosa abbia provato mia nonna, quello è tutto di mia invenzione. 

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⏰ Last updated: Jan 14, 2017 ⏰

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