A lightning in clear-sky.

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Capitolo 3.

Canzone: "Wonderwall", Oasis.


"Ben venga il caos, perchè l'ordine non ha mai funzionato."

-Alessandro Baricco


Avete mai pensato che forse non tutto quello che succede sia veramente un caso? Magari è solo la soluzione, la scossa di cui tutti hanno bisogno per andare avanti.
"Un fulmine a ciel sereno" direbbe mia nonna. Una metafora che indica "Stai attento che, anche se va tutto bene, può accadere qualcosa di spiacevole da un momento all'altro.".
Una specie di calma apparente che dura fino all'inizio di un brutto accaduto. Come un temporale.
Ebbene, un temporale ha due fasi: la  prima, quella piú catastrofica, quella che crea disordine e confusione; vento, pioggia, fulmini, quella fase che porta gli animi impauriti a rifugiarsi nell'oscurità perchè lì niente, ma soprattutto nessuno, può raggiungerli. Cercano di ripararsi dall'intemperie, ma invano.
La seconda, la piú apprezzata, conduce alla tranquillità, all'ordine, al ritorno alla luce di quell'animo che prima era nascosto. Ora c'è il sole.
Dei fulmini hanno lasciato le loro impronti sul suolo, varchi enormi che d'irrompono nel pieno del suolo, ma che, dopo essersene andati, lasciano spazio a dei rigogliosi fiori situati nel bel mezzo di esso.
E allora probabilmente tutto quello che ci accade di spiacevole, dobbiamo guardarlo in questo modo: qualcosa di passeggero, proprio come un temporale con tutte le sue forme.

Il giorno dopo, ci mettemmo d'accordo e ci trovammo davanti il fiume. Era l'ultima sera prima che io partissi per tornare a casa. Mia cugina e la sua famiglia, non sarebbero venuti con me l'indomani ma mi avrebbero accompagnata in stazione e successivamente avrei preso il treno per Roma.
Pensierosa, come sempre, mi misi a guardare le stelle. Un cielo che non lascia trapassare nessun mistero che lo avvolge. Ogni singola stella è celata da un mistero. Noi, probabilmente, vediamo la parte piú bella della notte e forse è meglio cosí.
«Cosa facciamo?» chiesi agli altri.
«Noi andiamo a prendere due birre.» rispose Philip indicando sè stesso e Liam.
Si aggiunsero anche mia cugina e altri del gruppo.
Rimanemmo solo io e Richard e iniziammo a chiacchierare, dopo una sigaretta e qualche risata i ragazzi tornarono con le birre.
«Datemi un sorso, su!» esclamò mia cugina. Liam prese la sua bottiglia poggiata sul tavolo e la porse a Marta.
«Scusate e io? Per me neanche un sorso?» Disse Deborah con tono scherzoso. Questa volta fu Philip a dare la bottiglia di birra a Deborah che, con un cenno, lo ringrazió.
«Non c'è due senza tre!» esclamai e mi misi a ridere. Richard mi dette un sorso e subito dopo mi arrivó un messaggio: "So che non dovrei piú disturbarti, ma mi manchi Sofia, mi manchi davvero. -Stefan".
Non potevo crederci. Restai a fissare lo schermo per alcuni minuti, a tal punto che Liam mi chiese:«Sofia va tutto bene?».
Andava tutto bene? Come potevo rispondere ad una domanda simile dopo quel messaggio?
Quando non si può tornare indietro, bisogna soltanto preoccuparsi del modo migliore per avanzare. In che modo potevo andare avanti se ogni gesto, ogni pensiero, ogni volta che guardo qualcuno, la mia mente è legata a lui? Semplicemente non posso. Devo.
Solo perchè ti manca qualcuno, non vuol dire che debba tornare nella tua vita. La mancanza è solo una parte dell'andare avanti.
Perché l'amore non lo scegli.
Spesso ci innamoriamo proprio di chi non immaginiamo, di chi non possiamo amare.
L'amore non è una cosa semplice e non è qualcosa che puoi controllare.
L'amore è spontaneo, divampa, anima e ferisce. E la maggior parte delle volte delude. Delude così tanto che tornare a crederci è difficile, o quasi impossibile.

OverthinkingNơi câu chuyện tồn tại. Hãy khám phá bây giờ