Chapter Twelve

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Mi guardo allo specchio della stanza, rimirando il mio aspetto.
Non mi trovo affatto male, anzi.

Ho la giacca e i pantaloni comprati con Holland, e dovrei ringraziarla.
Anche se ci siamo stati ben due ore dentro quel fottuto negozio.

La giacca è di un nero lucido, aperta davanti, e sotto ho indossato una maglia di un grigio particolare, che tende a risaltare il mio fisico, nonostante non sia un granchè.

I pantaloni sono neri, e davvero stretti. Forse ancne troppo.
Mi fanno un culo fantastico, parole esatte di Holland, ragazzi.

Tengo sempre i capelli su, e li rafforzo con del gell. Per un tocco finale mi spuzzo del profumo.

La porta si apre all'improvviso, e quasi sussulto, per poi accorgermi che é solo Tyler, tornato in questo momento.

Mi giro verso di lui, che rimane sull'uscio della porte, osservandomi attentamente, in silenzio.

«Vuoi entrare?» Chiedo ironicamente, dopo qualche secondo.
Sembra arrossire.

«Oh, sì, stai bene vestito così, comunque.» Borbotta, chiudendo la porta alle sue spalle.

«Grazie...in realtá è stata Holland ad aiutarmi a scegliere...sai, quando le donne hanno voglia di shopping.» Scherzo. Lui si stende un attimo sul letto.

«Tranquillo, lo so benissimo.» Dal tono sembra faccia riferimento a qualcosa successo da poco.

«Jill?» Indovino. Lui guarda il soffitto.

«Non ha fatto altro che trascinarmi da un negozio all'altro.»

«E scommetto esclusivamente femminili.» Ridacchio.

«Esattamente.»

«Anche Britt ogni tanto mi portava...» Faccio per parlare, richiamando quei ricordi, ma bloccandomi. Britt... nonostante non l'abbia mai amata davvero, tenevo tanto a lei, come persona, e realizzare che non passeremo più del tempo insieme fa...male.

«Tutto okay, Dy?» Mi chiede Tyler, notando che mi sono fermato.
Ora i suoi occhi sono fissi su di me.

«Sì, sai, a volte i ricordi fanno male.»

Ritorna a contemplare il soffitto. Credo di aver parlato con voce troppo triste.

«Troverai qualcun altro Dy, da amare.»

Lo guardo, analizzando in un paio di secondi i suoi lineamenti, trovandoli così dannatamente familiari e perfetti.

«E se l'avessi già trovato?» Mormoro.

Tyler porta tutta la sua attenzione su di me, incatenando i nostri sguardi.
Merda, non volevo dirlo.

È vero che dovrei parlargli, dirgli una buona volta quello che provo ogni volta che lo guardo, ma non così.

Squilla il mio cellulare, e ringrazio la persona che ha interrotto questo momento imbarazzante.

È Tyler, il mio migliore amico.

«Bro, sono sotto. Scendi?»
Mi fa, e attacco subito.
Avevamo deciso di andare in discoteca insieme.

«Io...vado adesso. Ci vediamo lì, quindi?» La mia voce esce fuori incerta.
Tyler si mette seduto sul letto.

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