20.

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Non è possibile. Non è possibile. Non è possibile.

Continuai a ripetermi questa frase nella mia mente nella speranza che ciò che stavo vivendo si sgretolasse e che la persona che i miei occhi stavano fissando scomparisse, rivelandosi un semplice frutto della mia immaginazione.

Non fu così.

Il vento mi investì con tutta la sua forza come per dimostrarmi che ciò che stavo vivendo era reale e che non si trattava di un sogno. I miei sensi però erano storditi. Mi sembrava di vivere in una bolla che mi isolava dal mondo esterno, impedendomi di udire qualunque suono, di captare qualunque odore, di avvertire il freddo di quella giornata invernale di gennaio. Tutto ciò che sembrava funzionare bene era la mia vista che in quel momento era impegnata a scrutare Thomas, l’ultima persona che mi sarei aspettato di vedere.

Ci guardammo per quelli che a me parvero dei secoli. Lui non mosse un muscolo nel frattempo e continuò a fissarmi a diversi metri di distanza da me con uno sguardo che non sapevo esattamente come interpretare. C’erano fin troppe emozioni celate nei suoi occhi: sollievo, felicità, entusiasmo, malinconia, rammarico, senso di colpa, e anche qualcos’altro, qualcosa che non riuscii a decifrare, ma che gli donava un’aura diversa. Fisicamente era esattamente uguale all’ultima volta che l’avevo visto, nell’ingresso di casa sua, ma io sapevo che c’era qualcosa di diverso in lui. Riuscii a capirlo semplicemente attraverso uno sguardo.

Improvvisamente mi ricordai di quella volta, di quando i nostri sguardi si erano incrociati per la prima volta a casa di Minho. Io gli avevo lanciato un’occhiata interrogativa quando lui mi si era parato davanti nel corridoio, invece lui mi aveva guardato fin da subito con uno strano luccichio negli occhi, come se avesse finalmente trovato il tesoro che aveva cercato così a lungo dopo un’avventura piena di pericoli. Quella luce non aveva mai abbandonato i suoi occhi, ma era sempre stata lì ad illuminargli il volto ogni volta che lui si voltava verso di me e mi osservava. Ebbene, anche quel giorno i suoi occhi erano animati da quel luccichio.

Non mi ero nemmeno accorto di aver trattenuto il respiro. Inspirai profondamente l’aria fredda dell’inverno e la bolla che mi aveva isolato dal mondo fino a quel momento finalmente si infranse. Tornai ad avvertire il freddo, i suoni, gli odori, e quella strana sensazione che mi faceva dolere il petto, come se avessi qualcosa conficcato nella carne all’altezza del cuore.

I miei occhi non si staccarono da quelli di Thomas e istintivamente la mia mano andò a toccare quel sottile filo dorato che portavo al collo. Le mie labbra si curvarono in un leggero sorriso carico di amarezza mentre il mio braccio ricadeva lentamente lungo il fianco. – Stupido pive del cacchio – mi voltai, presi la sigaretta in mano ed iniziai ad avanzare con l’intenzione di allontanarmi il più possibile da lui.

– Newt! – la sua voce mi arrivò alle spalle con una sorta di urgenza. Avvertii i suoi passi veloci farsi sempre più vicini, poi la sua mano sul mio braccio e di nuovo la sua voce. – Newt. Newt, ti prego.

– Non mi toccare – liberai il braccio dalla sua presa ed indietreggiai, evitando il suo sguardo. Puntai i miei occhi a terra, sulla neve candida che copriva quasi tutto il cortile del college, cercando di ignorare quel mare di emozioni che stava per travolgermi. Continuai a guardare in basso mentre il vento continuava a sferzarmi il viso, quasi come se volesse farmi rialzare lo sguardo. Alla fine lo feci e guardai Thomas. Incrociai i suoi occhi stracolmi di tristezza e di dolore, fissandolo con uno sguardo orgoglioso, poi proruppi in una breve risatina sarcastica.

– Sei proprio uno stupide pive – parlai con un tono piatto e freddo. – E sei anche piuttosto arrogante. Cosa pensavi di ottenere venendo fin qui? Eh? Ti aspettavi un cacchio di abbraccio? Ti aspettavi forse che io mi lasciassi tutto alle spalle e tornassi a strisciare da te solo perché hai fatto l’enorme sforzo di salire su un treno e portare le tue chiappe qui? Fanculo, Thomas. Non hai capito proprio niente di me. Fammi il piacere di andartene. Fai qualcosa di buono per una volta e vattene da qui.

Strength || Newtmas [Sequel di Distraction]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora