L'inizio

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Osservai il mio riflesso nella vetrata dell'aeroporto prima di proseguire. Mandai giù il groppo di emozioni che si era creato nella mia gola e un'immagine mi tornó alla mente,scappata da chi sa quale parte nascosta dei miei ricordi. Ero io,a 14 anni,che per la prima volta attraversavo questo aeroporto,da sola con una valigia e un nodo allo stomaco ,sapendo che all'uscita avrei trovato mia zia e due giorni di avventura in questa città che ormai si è insediata al mio interno. Da quella volta ogni estate vengo qui,a Roma,per un tempo che viene variato ogni anno. Ogni volta che riparto è una tortura. Mi sono costruita un mondo qui. Un universo lontano dalla mia normalità di Torino. Non voglio creare scalpore,non sono depressa. Amo la mia famiglia,la mia vita,mi ritengo fortunata ad avere ciò che ho. Quando vengo qui è diverso però,ho reso questo luogo il mio posto nel mondo,e lascia un enorme vuoto nel petto quando torno a casa.
Rimetto l'iPhone nella tasca dei jeans dopo aver chiamato un taxi. Sono già consapevole del tempo che impiegherà ad arrivare,insomma sono le 19 e siamo a Roma. Il traffico è un elemento inevitabile. Con passo deciso e un po' di tremolio mi dirigo al bar dell'aeroporto. Lo intravedo da lontano. Sta servendo il caffè e qualche altra bevanda a un gruppo di signore. Conosco Lorenzo da quando avevo 16 anni. Lavorava qui anche allora. Era un'età critica,non potevo più trascorrere le mie vacanze qui a casa con i miei zii,per quanto io gli ami e lui è stato la mia salvezza. Stavo prendendo un caffè mentre aspettavo l'arrivo di Chiara,mia zia, e lui aveva appena finito il turno. Mi offrì una brioches e dopo qualche chiacchierata mi ero ritrovata in un locale a Roma con lui e i suoi amici. Lorenzo è stato l'inizio della mia vita qui,le fondamenta del mio mondo. Mi ha fatto visitare Roma di giorno e di notte,mi ha fatto conoscere persone,luoghi,locali e ha creato con me ricordi insostituibili. Grazie a lui ho scoperto la vera Roma,non quella vista dai turisti, ma quella che valeva la pena vivere.
Lorenzo si accorse di me e,come allo specchio,su entrambi i volti si allargò un sorriso che non aveva pari. Accelerai il passo e lanciai letteralmente le braccia attorno al suo collo. Il cuore mi batteva abbastanza forte da riuscire a sentirlo e facevo fatica a pronunciare anche solo una parola così lo fece lui al posto mio.
-Cazzo Niki quanto mi sei mancata. Perché non mi hai avvisato che venivi prima quest'estate?
-Non lo so ho deciso tutto all'ultimo e non ho avuto il tempo di pensare. Non sai quanto sono felice di essere tornata.
-Beh si lo sono anch'io e lo saranno anche gli altri. Per quanto ti fermi questa volta?
-Non credo tu sia pronto a sentire questo numero...tre mesi.
-Stai qui tutta l'estate?! Di...
-Scusi mi dispiace interromperla ma mi potrebbe portare un thè freddo per favore?
Cavolo mi dimenticai completamente che eravamo sul suo posto di lavoro. Lo seguii mentre lui tornava dietro il bancone e io mi appoggia al banco.
-Vuoi qualcosa da bere?
-Dammi solo un bicchiere d'acqua per favore.
-A lei ragazzina.
Mi chiamava spesso così. Non gli ho mai chiesto il perché ma a essere sincera non mi infastidiva.
-Pensi di crearti un abitazione qui o qualcuno verrà a prenderti.
-L'idea non mi dispiace. Sai che amo gli aeroporti ma purtroppo sta arrivando un taxi che mi porterà a un ristorante dove troverò i miei zii,mia cugina e alcuni dei loro amici.
Il mio tono di voce non era molto entusiasta ma nemmeno io lo ero.
-Appena arrivata già un impegno,deve essere dura per una giovane ragazza con i tacchi,stanca del suo volo e distrutta dalla vita sociale.
-Ah ah. Adesso che ho imparato a camminare bene sui tacchi non intendo privarmene. Beh senti "sarcasmo" non intendo fingere gioia per questa cena,non con te almeno. Non ci crederai ma sono stanca veramente. Sono in piedi dalle cinque e mi sono seduta alle quattro di pomeriggio quando sono arrivata in aeroporto.
-Capisco. Scusami un attimo.
Vidi la sua figura allontanarsi mentre bevevo un sorso d'acqua. Guardai l'ora sull'orologio e decisi che era il momento di affrontare il mio destino.
-Senti Lori devo andare ci sentiamo oggi o domani ok?
-Si certo dai ci sentiamo. Magari domani usciamo così ci rincontriamo tutti. C'è anche un po' di gente nuova nel gruppo.
-Spero simpatica. Vado.
-Ci si vede.
Solo quando mi girai mi accorsi di quanto mi piaceva il suo accento. Amo l'accento romano,amo questa gente e amo questo posto.

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