-XXV-

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Quando mi sveglio in casa non c'è nessuno.
"Strano..."
Oggi i miei non dovevano andare al lavoro però in casa non ci sono. E non mi hanno detto niente. Poco male, decido di farmi una doccia.
Mentre sono sotto l'acqua mi suona il telefono un paio di volte ma non ci faccio troppo caso, forse è Russell o forse sono i miei. Mentre sto per uscire sento il telefono di casa. Una strana e spiacevole sensazione si insinua nel mio cervello. Prendo in cellulare e giusto mentre sto per controllare chi ha chiamato, squilla ancora. È mia madre: "Pronto?" rispondo con la voce che trema leggermente.
"Margaret? Ciao" ha un tono strano.
"Che è successo? Perché non siete a casa?" inizio a preoccuparmi per davvero.
"Siamo in ospedale"
"Eh?! Cosa è successo?!" subito penso a mia nonna.
"Stanotte...durante il servizio hanno accoltellato Russell"
Mi cade l'asciugamano di dosso: "Cosa? Come...?"
"Non è chiaro cosa è successo ma stanotte è stato portato d'urgenza al pronto soccorso. Annalise ci ha chiamati questa mattina presto"
Quasi non sento le sue parole. Mi gira la testa e mi viene da vomitare. Mi lascio scivolare sul pavimento, incurante del fatto di essere nuda e tutta bagnata: "Ma..." fatico da morire ad articolare le parole, "ma...sta bene?" una domanda idiota.
"Non ci hanno detto niente, è ancora sotto i ferri e..." le chiudo la telefonata in faccia. Non voglio sapere.
Russell...
Faccio appena in tempo ad appoggiarmi sulla tazza prima di vomitare anche l'anima. Non so come mi sento, sento solo un enorme buco nero al centro del petto e un macigno nello stomaco. È successo stanotte, poco dopo che ci siamo salutati. Ma cosa è successo? Come sta??
E se... Non riesco neanche a pensarlo. Un altro forte conato mi costringe a buttare fuori altra acqua acida.
Devo andare all'ospedale. Mi faccio forza, mi alzo in piedi e finisco di asciugarmi. Mentre mi vesto le lacrime iniziano ad appannarmi la vista e prima che possa accorgermene ho il viso completamente bagnato. Mi gira la testa tanto che mi devo stendere sul letto. Me ne sto qui distesa a piangere tutte le lacrime che ho. Sul cuscino si forma una grossa chiazza salina.

Non riesco a muovermi, sono stremata. Ho pianto fuori tutta l'energia. Quando i miei ritornano a casa, mia madre mi trova distesa sul letto, mezza svestita, con gli occhi rossissimi e gonfi. Mi abbraccia e io scoppio a piangere ancora sulla sua spalla. Forse si sta chiedendo il motivo di tanta inconsolabile disperazione.
"Dai Margaret, non piangere così" mi solleva e mi passa una mano sulle guance, "poco prima che venissimo via, è uscito dalla sala operatoria e i medici hanno detto che è andato tutto bene"
Tiro su col naso: "Davvero?" la mia voce è impastata e acquosa.
Mia madre annuisce sorridendo leggermente.
"Voglio andarlo a trovare" devo, devo per forza. Devo vedere con i miei occhi che è vivo.
"Ci andiamo oggi pomeriggio"
A pranzo non mangio niente, non esco nemmeno dalla mia stanza. Riesco solo a stare distesa con gli occhi chiusi. In questo momento l'unica cosa che vorrei davvero è essere là al suo fianco. Ma ho paura. Ho paura di non poter reggere dal dolore, ho paura che...che se ne vada davanti ai miei occhi.

Playing DangerousWhere stories live. Discover now