Capitolo undicesimo; Illusioni

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Dopo il bacio di qualche sera fa, sono ancora più confusa. L'uscita con Luke mi ha scombussolata, non so più cosa penso, non so più cosa provo e la cosa mi fa totalmente impazzire. Sono sempre stata una persona decisa nonostante la mia timidezza, una persona che sa quello che vuole. Questa volta non è così. Sento di essere cambiata, lui mi sta cambiando e non riesco ancora a capire se sia un bene o meno. Nella mia mente vagano solo immagini, per lo più scene dell'appuntamento -se così vogliamo chiamarlo- di quella sera. Le labbra di Luke che raggiungono le mie, le sue mani che percorrono la mia schiena, le mie dita nei suoi capelli biondi. Era tutto così bello.

Il generale Hemmings ha deciso di separarmi da Luke per qualche giorno. Suppongo gli abbiano raccontato del bacio al cinema, per questo ha detto che ho una cattiva influenza su di lui. Mi ha mischiata insieme alle sue altre marionette, e noi, schiavi di una religione, ci ritroviamo a morire di fame, di sete mentre lavoriamo come animali, mentre i soldati ci deridono. La violenza più vergognosa da subire non è quando si viene picchiati, non è nulla di fisico. Sta tutto nella mente. Vedere quei rubinetti nelle stanze con il cartello "ACQUA NON POTABILE" situato sopra di esso, essere privati di vestiti, foto, ricordi, identità, questa è la vera violenza.

Ho visto donne urlare mentre venivano penetrate davanti ai propri figli, ai propri mariti. Ho visto bambini piangere quando i soldati si sono presi la briga di tagliare i loro capelli. Ho visto uomini disperarsi quando venivano marchiati con dei ferri ardenti. Fortunatamente non mi hanno toccata, è Luke che ha questo potere, solo lui può decidere cosa mi verrà fatto e lui non ha mai permesso nulla di tutto ciò, da quando sono qui.

Il soldato preferito del generale mi chiama e io ad occhi bassi mi avvicino. Cos'ho fatto? Ho svolto male qualche lavoro? Verrò punita? Luke ha deciso di farmi fare qualcosa?
Vengo afferrata per il braccio e in seguito strattonata.
-Ho dei documenti per il generale, vai a portarglieli.- mi ordina, e io non posso far altro che obbedire. Mi consegna i fogli e io non oso leggere cosa ci sia scritto sopra anche se la curiosità è tanta. Mi allontano dirigendomi verso lo chalet del Generale, passo per le stradine di ciottoli che serpeggiano fra le montagne. Il vento è freddo e diventa pungente contro la mia pelle, si infila sotto la mia maglia fatta di stracci. Mi prenderò sicuramente un raffreddore terribile, ma non è di questo che mi preoccupo. Do un'occhiata veloce e leggo i nomi delle vittime totalizzate finora e il numero mi spaventa. Sono 700. Arrivata davanti alla casa, busso con poca forza, quella che mi è rimasta. Quando le mie nocche sfiorano la porta, scopro che è aperta. Uno spiraglio di luce mi illumina, apro di più la porta ed entro.

-Generale Hemmings?- dico. Non ricevo alcuna risposta. Mi guardo attorno e rimango colpita da quando lussuoso sia questo posto. Mi ritrovo in un salotto ben arredato, le pareti sono chiare così come il pavimento. Ci sono un divano e una poltrona che sembrano comodissimi, sotto di essi vi è posizionato un tappeto fatto con la pelliccia di non so quale animale. Più avanti c'è un camino che brucia del legno secco, sposto lo sguardo e vedo delle scale a chiocciola in legno -con lo scorrimano fatto interamente d'oro- e un lampadario di cristallo sopra la mia testa.
-Generale Hemmings?- provo a ripetere con un tono di voce più alto. Ma niente, anche stavolta. Con un po' di timore, mi avvicino alla porta di quella che suppongo sia la camera da letto, e sento una voce.

-Ti ho donato quella ragazza per sfruttarla, ma non ti ho detto di farlo davanti a tutti, Luke- disse severamente il Generale -Il vostro rapporto deve sembrarle vero, ma non c'era bisogno di baciarla in quel modo. È un'ebrea, i miei seguaci potrebbero farsi un'idea sbagliata-
Le parole che ascolto sono come frecce che si insinuano dritte nel petto, fanno male e non mi lasciano respirare. Sento come se la testa potesse esplodermi da un momento all'altro. Sono stufa di aspettare e di sentire queste stronzate, entro di scatto nella stanza con i documenti del Generale in mano.
-Devo lasciarti, ne parliamo a cena- mormora l'uomo terminando la telefonata. Mi rivolge uno sguardo indagatore e io, senza proferire parola, gli consegno i documenti, lui li prende all'istante, legge e arriva fino a metà foglio, alza lo sguardo e mi dice -Può andare, Artom- io abbasso lo sguardo e mi avvio verso il campo.

Mentre percorro quelle strade, penso a tutto ciò che ho ascoltato. Luke mi ha presa in giro e io ci sono cascata in pieno, come al mio solito. Sembrava tutto così vero, così magico, ed erano tutte bugie. Mi sento usata, mi sento maltrattata. Ma soprattutto, mi sento stupida. Cosa mi aspettavo? Davvero credevo in una storia d'amore? Davvero pensavo che il mio peggior nemico potesse innamorarsi di me?
Siamo diversi, siamo destinati ad odiarci ed io l'ho capito troppo tardi.

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⏰ Last updated: Dec 26, 2016 ⏰

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