Riempito lo scatolone e piegato il telo poteva solo rivedere quell'uomo irritante.

Come se gli avesse letto nel pensiero, l'uomo in questione, risuonò il campanello.
Chiuse gli occhi e cercando di essere cortese appoggiò lo scatolone vicino alla porta ed aprì.

Lui era ancora lì, con lo stesso sorriso malefico e gli stessi occhi neri magnetici.
"Bene, dato che è in anticipo di due giorni non mi scuserò per il disordine che troverà in casa", gli disse alzando bene il mento e assottigliando gli occhi.

Aprì tutta la porta invitandolo ad entrare e Jamie si ritrovò in un bellissimo open space formato dal soggiorno, con la parete blu Navy con il divano angolare bianco sulla parete destra mentre un mobile con la televisione al plasma sulla parete opposta.
Il suo sguardo superò l'enorme tappeto grigio perla e seguì i tre scalini che portavano alla zona adibita come sala da pranzo, con tanto di ringhiera a dividere i due ambienti.
La cucina, con l'isola in centro, era anch'essa bianca con gli accessori d'acciaio.
Il punto forte però era la vista che c'era dalle grandi vetrate, posizionate infondo allo stanzone. Da lì si accedeva direttamente al giardino e poi alla spiaggia.
Era un paradiso quel posto. Le sue gambe si mossero da sole e raggiungendo i scalini guardò le luci provenire sicuramente dai lampioncini di un molo posizionato lì vicino.

"Questo è il soggiorno, la zona pranzo e la cucina", mormorò Alice cercando di rompere quel momento di silenzio imbarazzante.
Si avvicinò anche lei ai tre scalini ed indicando un corridoio a lato del mobile del soggiorno, "da qui si accede alla camera da letto ed al bagno. Con la porta infondo al corridoio, si accede direttamente al garage".

L'uomo si girò e sorridendo la squadrò di nuovo. Arricciò le labbra come se volesse dirle qualcosa ma si trattenne.

Con tono sempre più indispettito Alice continuò, cercando di ignorare quel ghigno.
"Io mi chiamo Alice e sono la proprietaria del cottage. Abito nella casa affianco, queste sono le chiavi. Ci sono anche quelle del garage dove può parcheggiare la macchina. Domani finirò di dare il colore nella camera da letto. Mi dispiace, per lei, ma stasera dormirà con l'odore della vernice, dato che doveva presentarsi tra due giorni", disse calcando il tono sulle due ultime parole.

Jamie sorrise e le si avvicinò. Era più alto di lei di almeno quindici centimetri perché i suoi occhi azzurri si persero nelle righe delineate, della sua maglia nera, gonfiata dai pettorali.

"Ha qualcosa da chiedermi?", lo sfidò.
"No, però ha un baffo di cioccolata proprio qui", le rispose toccandole un punto preciso tra la fine delle labbra e l'inizio della guancia".

Alice si pietrificò all'istante e sgranò gli occhioni azzurri dal nervoso.
"Come scusi?", forse aveva capito male.
"Ho detto che è sporca di cioccolato. Inoltre, il barattolo di gelato che stava mangiando è incluso nel pacchetto? Mi é venuta voglia di qualcosa di dolce!"

Jamie si morse le labbra ma non resistette. Scoppiò a ridere di nuovo per via di quella buffa ragazza con i capelli sporchi di blu ed il viso di cioccolata.
"Come osa ridere ancora di me?", gli disse con il tono più acido che riuscì a ricreare, fulminandolo con lo sguardo.

A Jamie non gli scomparve di certo il sorriso con quelle parole "siamo alquanto suscettibili Alice", disse rispondendo al suo sguardo omicida.

"Io non sono per niente suscettibile e lei che è un gran maleducato", detto ciò si girò sui tacchi, lasciò le chiavi sul mobile ed aprì la porta.

Gli stava augurando la buona notte quando lo vide con le mani incrociate sul petto, un dito sul mento, lo sguardo perplesso e gli occhioni neri puntati sull'abat-jour a forma di faro.

Sentendo lo sguardo su di sé Jamie non resistette "si, come ho detto oggi è proprio una lampada da cameretta", e la guardò scoppiando di nuovo a ridere.

Questa volta gli occhi azzurri di Alice non erano solo sgranati come la bocca ma mandavano veri lampi e saette di fuoco.
"Le stavo augurando la buona notte come una gentile donna della Carolina del Sud ma le auguro semplicemente di non prendere sonno ed in ogni caso il gelato non è compreso nel pacchetto".

Si avvicinò al tavolino a fianco al divano e prese in mano la lampada a forma di faro, lo sfidò e gli disse, "e neanche questa".
Infilò la lampada nello scatolone che cercò di tirare su circondandolo con le braccia.

"Lascia che vi aiuti", sentì dire con un tono dolce e sensuale. Due grandi mani affusolate le misero lo scatolone tra le braccia e due sorridenti labbra le dissero prima di ridere di nuovo, "da gentile uomo della Carolina del Nord le augurò una dolce notte".

Il suo cuore, sentendo quella voce così sensuale pulsò più forte nel petto ed il respiro si bloccò mentre il cervello incassava un altro insulto appena velato.

Le stava dando della maleducata quando era lui il solo ed unico gran irriverente.
Inspirò per calmarsi ma insieme all'ossigeno arrivò anche un dolce profumo, un misto di uomo e di selvaggio.

Chiuse la bocca, mordendosi il labbro per non rispondere con un altro insulto e per non dargliela vinta, sorrise.
Gli regalò un dolce sorriso da principessa appena salvata con tanto di luccichini negli occhi e battiti di ciglia.

Effetto voluto, ed ottenuto.

Il sorriso scomparì da quel viso impertinente mentre negli occhi scuri apparve un guizzo di incredulità. Era sicuro che si sarebbe infuriata ancora.

"La ringrazio architetto Sommers, lo sarà senz'altro la mia di notte", e lasciando quello sguardo incredulo uscì con un sorriso stampato sul bel viso, ancora sporco di cioccolata.

Un irresistibile arrogante - The Sommers brothers series (Completa) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora