Lo Scrittore incompreso (Pt. 2)

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Lui amava scrivere.

Le sue lettere erano stropicciate,
accartocciate in un cestino.
Dopo aver fatto scorrere la sua stilografica sul foglio,
era solito rileggere e trovare imperfezioni ovunque,
un po' come in sé stesso.

Il cestino straripava di lettere stropicciate e mai consegnate.

Ma c'era un foglio sulla sua scrivania, intatto, con su scritto:

"Non so come sono chiamati gli spazi tra i secondi,
ma è in quegli spazi che il dolore picchia più forte quando si sente la mancanza di una persona."

Se ne andò lasciando come unica traccia i suoi sogni accartocciati e il suo dilemma,
scritto con altre parole,
parole che non gli appartenevano.

Uscì di scena con un elegante inchino, e si congedò dal palco della vita con la consapevolezza che nessuno lo avrebbe mai più ricordato.

Era uno come tanti,
agli occhi di tutti.
Ma al contrario di tutti sapeva di essere diverso.

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