#25

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Amanda's POV
~Perfetto, la mia vita tornerà come prima! Camilla se ne va! Yuppy! Anche se Davide non ne sarà molto felice. Chiamo Logan che racconterà tutto a suo fratello~

Inizio chiamata
-Hey amore! Come mai di questa telefonata? Devo soddisfare qualche tua voglia principessina mia?- disse Logan.
-No scemo! Sei sempre il solito pervertito! Fatti una vita! Comunque volevo che tuo fratello sapesse che domani mattina Camilla, Thomas, le sue sue amiche e i loro mate, partiranno per Montreal. Probabilmente non la rivedrà mai più.
Bye!-
Misi giù la chiamata. Ora toccava a Davide fare qualcosa. Muahahahahahah!

Davide's POV
Dio! Io lo ammazzo quel cane!!! Mi vuole portare via la mia principessa.
Ho deciso! Sta notte mi intrufolerò a casa sua e la rapirò. È deciso. La farò diventare una di noi e poi vedremo se Thomas la amerà ancora. Povero scemo.

Camilla's POV
Vengo svegliata da dei rumori. Un vento gelido entra dalla finestra di camera mia, il quale mi congela il sangue. Eppure ricordavo di averla chiusa. Guardo l'orologio, segna le 3:00.
-Hey Camilla!-
-Che ci fai qui?-
-Dovresti saperlo...-
Mi faceva quasi paura, i suoi occhi erano rosso fuoco. Mi misi seduta e con calma mi appoggiai allo schienale del letto. Terrorizzata. Quello non era il Davide di sempre, il mio migliore amico.
-Cos'è successo? Il gatto ti ha mangiato la lingua? Cosa pensavi? Che non ti sarei venuto a salutarti prima della tua partenza?
Noi eravamo migliori amici e tu hai rovinato tutto, Thomas ha rovinato tutto!-
Si era quasi messo a piangere e anche il mio viso presto cominciò a rigarsi di lacrime. Volevo fare finta che fosse un sogno. Non riuscivo a parlare.
-Prima che arrivassi tu la mia vita faceva schifo e pensare che avrei dovuto vivere per sempre. Poi sei arrivata tu... non posso perdere L'unica cosa che mi da la forza per svegliarmi la mattina. Ecco perché ora tu verrai con me.- comincio a ridere ansiosamente.
-Se mi ami veramente mi lasceresti andare...- dissi io con voce flebile.
-Ma io non voglio soffrire, una volta tanto voglio che siano gli altri a provare dolore. Muoviti!-
-Io non verrò con te... Mai!-
-Oh sì che verrai, mi costringi però ad usare le maniere forti!-
Si avvicinò a me, cominciai a dimenarmi senza però nessun risultato. Le sue braccia forti mi tenettero ferma finché non mi legò mani e piedi, per poi imbavagliarmi.
Stavo morendo dentro e le lacrime presto finirono.
Cercavo di urlare, di chiamare aiuto, ma ad ostacolare la mia voce sottile ci si metteva anche un pezzo di stoffa legato saldamente alla mia mascella.

Continuavo a dimenarmi, sapevo che era inutile, ma come si dice: la speranza è l'ultima a morire.

Davide mi caricò nel baule di un auto n'era che mi scortò fino a casa sua.
Lì mi legò le mani con delle manette alle sbarre d'acciaio della sua testiera del letto e con i piedi fece lo stesso. Nonostante tutto i miei sforzi, l'unica cosa che feci fu tagliarmi i polsi e le caviglie con il ferro delle manette, troppo strette per una tentata fuga.
Ero stremata quindi mi addormentai pensando che Thomas mi sarebbe venuto a cercare.

Alla luce della luna piena Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora