Capitolo 2

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Hermione si stava vestendo per scendere a fare colazione. Ginny la stava aspettando fuori dalla porta da quasi quindici minuti, ma la ragazza sembrava come imbambolata. Più cercava di non pensare alla sera precedente e più le tornavano nitide nella mente le immagini di lei abbracciata a Draco, e quei suoi occhi così... così... magnetici.

Scrollò la testa e si sciacquò il viso con dell'acqua fresca, come a voler scacciare quei pensieri. Finalmente, le due poterono scendere a fare colazione nella Sala Grande, e Hermione si ritrovò senza volerlo intenta a cercare proprio quel ragazzo al tavolo Serpeverde.

Era lì, di fronte a Blaise e Theodore, che ascoltava in silenzio la conversazione dei due amici. Non aveva un aria particolarmente felice o maligna, come era solito mostrare, sembrava apatico verso tutto quello che lo circondava, e pensieroso, molto pensieroso. Probabilmente, pensò Hermione, non doveva essere stato facile tornare.

Sorpresa di se stessa, Hermione si impose di non pensare più a lui, e poté così godersi il suo pudding con Ginny. La prima lezione del giorno, Erbologia, la preferita di Neville, era insieme a Tassorosso. La ragazza, con orrore quasi, si scoprì delusa dalla cosa. Oh, andiamo, finiscila. Basta pensarci, basta pensarci, basta pensarci. Concentrati su quella che sta dicendo la professoressa Sprite, piuttosto.

La mattinata passò veloce e leggera e, dopo un gustoso pranzo, Hermione decise di rilassarsi con un bel libro. Optò per il solito posto vicino al Lago Nero, ma non appena fu vicina abbastanza vide che c'era già qualcuno. Ma chi, non lo poteva certo dire. La figura, comunque , non tardò a mostrarsi. Evidentemente accortosi della presenza di Hermione, Malfoy girò la testa per guardarla un momento e, senza dire una parola, si alzò e le scivolò accanto in fretta, diretto al castello. Hermione lo seguì con lo sguardo finché non scomparve e, sospirando, si lasciò cadere piano sull'erba. All'improvviso la voglia di leggere le era passata.

Quella sera la trascorse chiacchierando allegramente con Ginny e altre Grifondoro nella loro Sala Comune poi, stanca, si avviò sbadigliando verso la sua camera. Stava cominciando a svestirsi, quando si accorse che un calzino era finito sotto al letto. Si chinò per cercarlo e invece della stoffa, la sua mano incontrò qualcosa di duro e freddo. Sorpresa e leggermente spaventata -poteva essere qualsiasi cosa, magari uno scherzo lasciato da Pix- s'infilò sotto per recuperare il misterioso oggetto. Ciò che tirò fuori le fece quasi venire le lacrime agli occhi per la commozione. Non era altri che una scatola rettangolare e alta, di latta, che aveva con sé dal primo giorno di scuola, lì a Hogwarts. Ci aveva messo tutto quello che era importante per lei durante i primi quattro anni, poi pensando di averlo perso non aveva più portato avanti l'idea. Invece era finito sotto al letto e lì era rimasto tutto quel tempo, senza che nessuno si accorgesse della sua presenza. Con una punta di emozione, sciolse l'incantesimo anti-curiosi che vi aveva posto e aprì la scatola. Tutti quei ricordi la travolsero come un'onda, che portava con sé nostalgia, affetto e commozione. Vi ritrovò tutte le lettere di Victor, la sua primissima piuma, e addirittura le spille C.R.E.P.A., l'organizzazione fondata quattro anni prima. Sorrise al ricordo. Quanto era stata assillante, specie con Harry e Ron! Li aveva nominati da subito segretario e tesoriere, e aveva portato avanti la cosa per un sacco di tempo, cercando di convincere tutti a entrarvi, senza successo. Sospirò. Le mancavano tantissimo, non era abituata a passare così tanto tempo lontano da loro. Ancora una volta si chiese cosa stessero facendo in quel momento, e sperò che la risposta alla sua lettera arrivasse presto. Tornò a concentrarsi sulla scatola. Scavando più in fondo trovò delle foto di loro tre, una Cioccorana che gli aveva regalato Ron anni prima e alcuni suoi oggetti Babbani. La cosa che attirò la sua attenzione, però, fu un foglio stropicciato, adagiato sul fondo. Quando lo prese in mano si accorse che era la pagina strappata di un libro; lo aprì. Era la pagina che conteneva le informazioni sul Basilisco, trovata in un libro della biblioteca al secondo anno. Si ricordò di come era rimasta disorientata da quel foglio, messo così in mezzo agli altri, in un libro che si vedeva non era suo. Non riusciva a capire il perché, però, del motivo che l'aveva spinta a conservarlo. Senza accorgersene, si portò il pezzo di pergamena sulle labbra e un odore inebriante le entrò dentro. Lo conosceva quell'odore, ne era sicura. Ma non ricordava dove l'avesse già sentito. Capì che era il motivo per cui aveva tenuto quel vecchio pezzo di carta. Anche allora profumava esattamente di quell'odore che, inspiegabilmente, si era mantenuto inalterato per tutto quel tempo. Era fresco, risanante. Dava una sensazione di pace incredibile. Ad Hermione ricordava il verde, come il muschio sulle cortecce degli alberi e l'erba del prato vicino al Lago e le foglie d'estate. Si accorse che si era fatto molto tardi, così ripose tutto nella scatola e la rimise sotto al letto. Si sistemò al caldo sotto le coperte e si addormentò quasi all'istante. Quella notte non ebbe incubi.

Lasciati andare.Where stories live. Discover now