thirteenth

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Quella mattina Peter proprio non voleva andarci a scuola. Lo annoiava il fatto di dover entrare in quell'edificio infinito solo per ascoltare cose che già sapeva e solo per farsi picchiare da qualcuno. Lui aveva il vizio di parlare troppo,aveva la così detta lingua lunga. Vedeva qualcuno che veniva maltrattato e lo difendeva prendendone il doppio,vedeva qualcuno che faceva lo spavaldo e commentava acidamente prendendo qualche pugno e così via. Aveva preso da suo padre. Solo che Peter aveva possibilità di difendersi perchè aveva una corporatura massiccia,aveva le gambe agili e forti,le braccia possenti e tutto proporzionato a un bel viso da sedicenne. Peter era bello. Non era ne biondo ne moro,gli occhi dal taglio delicato e chiari,le labbra rosee e carnose e il viso snello. Tutte le ragazze lo volevano ma lui era totalmente disinteressato,le chiamava "galline". Quando si trovò davanti al cancello di scuola deviò il percorso e andò via. Mentre andava via con lo zaino in spalla e il capo basso si trovò a pensare alla sua "mamma". Ci pensava spesso,si chiedeva perchè Steve non gli aveva mai detto niente su di lei a parte che era morta quando lui era nato. A volte piangeva al buio pensando a come sarebbe stata la sua vita con una mamma oppure semplicemente si ritrovava nei panni di suo padre e pensava a quanto fosse stato doloroso per lui.
-Ehi sfigato! Attento a dove metti i piedi- sentì all'improvviso. Aveva dato una spallata alla persona più sbagliata del mondo.
-Senti,non avevo intenzione di urtare su di te quindi calmati e tornatene da dove sei venuto White- fece lui. Che non lo avesse mai detto. Uno spintone lo costrinse ad indietreggiare.
-Non parlarmi così-.
-Ho il diritto di parlare come voglio idiota-. Amava provocare quei bulli,gli piaceva vedere la rabbia che provavano quando venivano interdetti.
-Povero pivello,non mi spaventi- lo spinse ancora. Peter aveva voglia di farsi male quel giorno,pensare a sua madre gli faceva male quindi lo provocò definitivamente.
-Hai la mamma troia-. Prima che un pugno volasse sul suo naso quello gli rispose.
-Tu nemmeno hai una madre,stronzo- e partì una lotta. Peter si difese e tirò qualche destro. Quando fu alle corde qualcuno si fece strada tra gli amici di quel bullo che lo picchiava e lo tirò dal colletto spedendolo via a calci nel sedere. Peter rimase a terra ancora due minuti cercando di capire chi fosse. Era un uomo alto e con i capelli scuri.
-Tutto bene ragazzo?- lo aiutò ad alzarsi.
-Si,grazie signore- disse recuperando lo zaino.
-Dovresti essere a scuola,non qui a farti pestare- sorrise.
-Avevo fatto tardi e poi sono arrivati quei tipi- fece spallucce.
-Li hai provocati tu?- chiese.
-Ho detto ad uno di loro che aveva la mamma troia,niente di particolare- rise.
-Wow te la sei cercata- rise anche l'uomo.
-Già,ma anche lui ha provocato me- abbassò lo sguardo.
-Ah si?-.
-Ha sottolineato che io non ho una madre- fece triste -Mi scusi signore, ora devo andare- lo superò con lo zaino in spalla.
-Il mio nome è James,non "signore" ragazzo- sorrise.
-Io sono Peter- concluse e andò via lasciando alle spalle una persona che era più vicina a lui di quanto pensasse. Quel James era quello che lui chiamava "mamma".

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