Cambiamenti

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Era metà luglio quando mio padre mi portò allarmato da mio nonno, e scappò via senza spiegazioni, allora ero piccola avevo solo due anni e non capivo poi mio nonno mi guardò con un sorriso a trentadue denti e mi disse "Amore di nonno, presto condividerai i nonni con una persona speciale"; lì per lì non capì ma solo due giorni dopo entrai insieme ai miei nonni in una struttura molto spaventosa per una bambina di due anni, dove le persone giravano con dei bastoni alla quale erano attaccati dei fili e una busta che credevo contenesse acqua.
Poi i miei nonni mi condussero in una stanza bianca dove vidi MIA MADRE con in braccio un piccolo fagottino blu che guardava amorevolmente mio padre! Ricordai le parole di mio nonno e finalmente capii! Mi avvicinai al lettino e mettendomi sulle punte sbirciai quello che sembrava un bambino, guardai mia madre e le chiesi " Maaaa!! Ma chi è bimbo?" Mia madre mi sorrise e rispose " È Antonio, e verrà a stare da noi per un po'" la guardai smarrita e con un sorriso a trentadue denti le chiesi se potevo tenerlo in braccio mia madre acconsentii e quando incrociai lo sguardo del bambino mi promisi che lo avrei protetto a ogni costo e guardando orgogliosa mia madre le dissi " Io sono grande! E quindi bimbo mi deve ascoltare" mia madre rise di gusto e anche mio padre.
Intanto i miei nonni che sino a quel momento erano rimasti in disparte si avvicinarono commossi e in quell'istante tutti gli altri parenti entrarono sorridenti e si congratularono con mia madre.
Gli anni della materna passarono in fretta e io e Sara fummo costrette a separarci perché io mi sarei trasferita di lì a poco, avvicinandomi si a casa di mio nonno, e di conseguenza anche a lei visto che abitavano nello stesso quartiere, ma avendo una scuola elementare proprio sotto casa frequentai quella e anche se con Sara mi sentivo spesso il nostro legame non era fatto per durare, lei infatti si trovò un'altra migliore amica- Francesca appunto era risuscita a portarmela via- e così feci anche io.
Lei si chiamava Ludovica, era una bimbetta bassina, bionda con gli occhi nocciola, e non sapeva dire la "R".
Le Elemantari per me furono traumatiche, le bambine erano tutte molto graziose io invece ero un maschiaccio, infatti in terza elementare iniziai a praticare judo, ma non era lo sport per me, infatti chiacchieravo sempre con i miei amici e perdevo quasi tutti i combattimenti perché mi mettevo a parlare con l'avversario. Il judo fu una scusa per distrarmi e sfogarmi, ma c'era un bambino che non riuscivo proprio a togliermi dalla mente, lo avevo conosciuto lì, si chiamava Alessandro, aveva i capelli biondi e gli occhi di un castano chiarissimo, cavolo presi proprio una bella sbandata che durò per moooolti anni.

Ciao pesciolini rossi,
Spero che il capitolo via sia piaciuto, e che la storia non sia troppo noiosa!!! Io mi sto divertendo molto.
W/ love

Il mio maledetto diarioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora