Lo zingaro

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L'uomo nel suo appartamento stava in piedi al fianco del cadavere di se stesso e piangeva lacrime di coccodrillo. Non c'era nessun altro nella stanza. Vicino al caminetto c'era il corpo senza vita di sua moglie.

Più il là per strada uno zingaro muoveva una marionetta di ceramica, la marionetta suonava il violino. Era stato tutto il giorno in quella strada provando a convincere i passanti. Le mani coperte di fasciature tenevano animosamente la marionetta, mentre i passanti intirizziti dal freddo avevano fretta e movimenti scomposti. La poca luce lambiva l'omino di ceramica, che era dipinto con colori sgargianti.

L'uomo in preda al panico uscì dall'appartamento e percorse le vie intorno, vide un bar molto luminoso, trovandolo chiuso: lì incontrò lo zingaro, che muoveva attentamente i fili della marionetta in uno spettacolo di colori e suoni di violino e ferraglia. La ciotola dello zingaro tintinnò vicino all'uomo che era uscito di casa morto annichilito dopo aver ucciso la propria moglie. Chiedeva uno spicciolo con la marionetta e sapeva che gli mancavano ancora molti soldi per una birra o una canna. L'uomo trasalì e fece tintinnare una moneta nella ciotola dello zingaro. Lo zingaro gli diede un ceffone in faccia e gli porse una chiave d'oro.

Toccando la chiave l'uomo ne ebbe una scossa profonda fino a far tremare tutta la schiena e le gambe. Era in autobus, ventenne, scese senza sapere perchè: mattina: il piazzale ancora semideserto, era la sua università in bellissimo stile neoclassico, al margine estremo il palazzo decorato di marmi policromi della facoltà, con i suoi compagni che stavano entrando, persino Lei.

Lo zingaro intanto fece un sorriso beffardo e riprese la chiave tra le sue mani fasciate. Guardò l'uomo, quarantacinquenne, e con una voce scherzosa gli fece una battuta che lui non capì.

Racconti paradossaliWhere stories live. Discover now