Arcano Misterium - Alla ricerca dell'ignoto

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Mamma, per l'amor del cielo, non vado mica in guerra!"- le urlò Anna dall'altra stanza, mentre girava per la casa a recuperare tutti i vestiti da mettere in valigia.

"Ma hai dimenticato il maglione pesante, cosa ne sai se lì non tira vento, tesoro?" – ribadì la madre, pedinandola con un maglione in mano.

"Mamma, ho già tutto quello che mi serve. La mia valigia non ne può più" – si bloccò Anna, inchiodando il passo davanti alla madre che le stava alle spalle.

"A che ora passerà a prenderti Carl?"

"Alle undici e mezzo. Ho ancora mezz'ora di tempo per inscatolare tutto il materiale e i libri"- rispose.

"Ma per quale ragione devi sempre ridurti all'ultimo momento? Avresti potuto fare tutto questo ieri sera", la sgridò la madre preoccupata. Temeva che la figlia potesse perdere l'aereo.

"Ero troppo stanca per mettere tutto in valigia. Sono già abbastanza stressata e snervata, mamma! Il mio non sarà un viaggio leggero"- continuava a ripetere.

D'accordo, come non detto!"- si arrese la madre, lasciando cadere sul letto il maglione e accasciandosi su una poltrona.

Anna non faceva altro che fare avanti e indietro per tutta la casa, alla ricerca dei suoi vestiti, piazzati un po' dovunque nei tanti armadi stagionali.

La sua valigia sembrava un fiume in piena, non ne poteva più dei suoi vestiti e stava anche pensando di portare con sé un secondo bagaglio. Chissà se Carl glielo avrebbe permesso.

Intanto al piano di sotto, si metteva a squillare come un campanello d'allarme, il suo cellulare. "Questo deve essere Carl"– si bloccò immediatamente Anna, ascoltando il trillo insistente dell'apparecchio.

"Non preoccuparti, vado a rispondere io" – si offrì la madre scendendo al piano di sotto.

Quando rispose, sentì la voce profonda di Carl che domandava: "A che punto è la ricercatrice? Ditemi che ha finito!"

"Oh Carl, se sapessi quanto mi duole dirti che, purtroppo, siamo ancora all'inizio! Se mia figlia avesse preparato tutto ieri sera, avremmo già finito da un pezzo!" – raccontò dispiaciuta la donna.

"Oh, accidenti...!" – si lamentò il poveretto.

"Porta pazienza, mio caro. Tra non molto sarà pronta. Devo avvertirti che le è saltata in mente l'assurda idea di portare con sé due valigie, assieme ovviamente a tutta la sua attrezzatura da lavoro" – lo avvisò.

"Prevedo un viaggio molto pesante!"

"Oh, non preoccuparti, quello siamo in tre a prevederlo!" – scherzò la donna.

"Mamma, piantala di spaventare il mio collega e vieni qui ad aiutarmi a chiudere la valigia!" – la richiamò Anna dal piano di sopra.

"Arrivo, cara!" – le rispose – "Devo andare, Carl. Potrai passare a prenderla tra una decina di minuti, d'accordo?"

"Credo che ci metterò più del previsto, sono ancora imbottigliato nel traffico"– si lamentò il giovane suonando il clacson con forza. "Che disastro! Comunque, d'accordo, vedremo di caricare tutto sulla mia station wagon, ma tu cerca di fare il possibile per arrivare prima" – si offrì la donna.

"Okay, signora Winston, ci vedremo tra non molto. La richiamerò se avrò problemi", disse, e conclusero la chiamata.

Natasha mollò il cellulare sul tavolo e corse subito al piano di sopra, per aiutare la figlia. Entrò in camera e la vide seduta sulla valigia, mentre si sforzava di chiuderla a denti stretti. "Spero che almeno tu abbia l'occasione di indossare tutti questi vestiti!" – disse con enfasi la madre.

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⏰ Last updated: Mar 17, 2017 ⏰

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