Truth //

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Patrick

" Cosa vorresti dirgli? " chiesi d'improvviso, con il cuore in gola e la bocca asciutta. Non c'era traccia di saliva sul palato e sulla lingua. Il sangue fluiva con velocità inaudita in tutto il corpo, facendomi percepire i battiti del mio stanco cuore persino alle tempie e nelle orecchie. 

Marco, in piedi e davanti a me, scrollò le spalle con naturalezza. Era come se stessimo parlando di qualcosa di poco conto, ma non era affatto così.  

" Dobbiamo raccontargli la verità. John ha il diritto di sapere, lo sai anche tu. Prima che sia troppo tardi. Stai morendo Patrick. Avremmo dovuto farlo anni fa! Abbiamo totalmente sbagliato con lui. E' come se l'avessimo preso in giro sin dal giorno della sua nascita. " appuntò in tono grave. " Io non sopporto più questo gran peso, capisci? " 

Scossi la testa con veemenza, quasi del tutto rassegnato al mio destino, ma per nulla convinto della decisione presa da mio fratello.

Fratello. 

Nonostante non fossimo veri fratelli, per me era come se Marco ed io avessimo lo stesso sangue, comunque. 

Sin dalla tenera età di quattro anni ero stato adottato dai nostri genitori, quando Marco aveva solo due anni, e non potevo che essere infinitamente grato a questa nostra famiglia, che mi aveva persino concesso l'onore di acquisire il loro cognome: Corindone.  

Prendendo posto sul divanetto nero presente nel suo ufficio, dissi deciso: " No, Marco non possiamo. Non più. Non dopo quello che ha passato in questi ultimi mesi, che noi abbiamo passato...rischieremo soltanto di perderlo e di ferirlo. Ha appena scelto di far parte di quest'azienda, vuoi davvero che faccia marcia indietro? " precisai portandomi una mano al viso, sconvolto. Era da anni che non affrontavamo quel discorso così complicato e doloroso.

Quel triangolo amoroso con Eva, sua moglie, ci era costato caro e amaro. Era stato difficile per entrambi cancellare quel passato turbolento e ricco d'incomprensioni, ma alla fine il perdono era arrivato per tutti.   

E ora, stavamo nuovamente discutendo del futuro di Jonathan. Nostro figlio.

Sì, nostro.

Marco ed io non sapevamo chi dei due fosse realmente e biologicamente suo padre.   

E non era semplice, non mi rimaneva molto tempo per scoprirlo. Stavo morendo e non potevo farci nulla. Ero stanco, debole e vecchio. 

 " Apri questa benedetta cartellina. " mormorò lui, lanciandola sul tavolino posto davanti alle mie ginocchia. 

Trassi un profondo respiro: " Non avrebbe più senso, ormai. L'amiamo entrambi come un figlio, perché Jonathan dovrebbe conoscere i nostri errori? " 

Marco ridusse gli occhi a due fessure: " Non è il momento di essere codardi, Patrick. Jonathan resterà comunque un Corindone. " 

" E se fosse realmente mio figlio? Tu come reagiresti? " chiesi con sguardo basso mentre recuperavo la cartellina con dita tremanti. Il risultato del test del DNA era nelle mie mani, ora. Bastava poco per spazzare via anni di dubbi e segreti. 

Marco sorrise: " L'hai detto tu. L'amiamo entrambi come un figlio, e per me resterà tale. "

Annuii, non mi sarei aspettato di sentire altro da lui: " Eva dovrebbe essere qui, non trovi? Tutto questo riguarda anche lei. " 

Si mise a sedere al mio fianco: " Lei è sua madre, in ogni caso. E' una faccenda che riguarda soltanto noi due. E poi, oggi avremo come ospiti a pranzo i Valtelli, quindi è rimasta in casa a cucinare con Monia ed Olivia, tua moglie. " 

Sognavo di te - Trilogy of forgiveness Vol. 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora