Here I am Where you are // ( parte seconda )

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Aurora

Il suo respiro accelerato si abbatteva sul mio viso a ritmo costante, e mi elettrizzava a tal punto da farmi tremare visibilmente sotto i suoi intriganti occhi verdi. 

Le sue mani ai lati della mia testa mi facevano sentire in trappola. 

Una trappola mortale. E il mio povero cuore non ne poteva più sostenere quel battito forsennato che stava per annientarmi i sensi. Era troppo vicino. 

Troppo! Davvero TROPPO. 

Non - ero - più - lucida.

Colpa sua. 

Se avesse continuato a guardarmi a quel modo non avrei più risposto delle mie azioni o nella migliore delle ipotesi gli sarei svenuta fra le braccia. 

Il suo viso era ad un palmo dal mio, le sue labbra appena sopra le mie, la punta del suo naso ad un soffio dal mio e i ciuffetti dei suoi capelli pizzicavano già la mia fronte. 

Mi stava facendo impazzire! 

Mi aveva imposto la sua presenza con così tanta prepotenza, arroganza, da riuscire a farmi paralizzare all'istante come un coniglietto. 

Respirare era così dannatamente difficile! Il suo inconfondibile profumo stava costringendo il mio cuore a fare a pugni con la ragione. 

Avevo voglia di lui.

Un bacio. Uno solo.  

Lo desideravo con così tanto ardore e da così tanto tempo da percepire del male fisico! 

Questo corpo l'aveva già amato, si era concesso a lui, e desiderava farlo ancora, ma la mia mente doveva opporre resistenza. DOVEVA!

Chiusi gli occhi e mi morsi le labbra con forza. 

Sento che il buon senso sta scivolando via, vattene. Ti prego.

Lo supplicai con lo sguardo, ma lui non parve capire le mie suppliche e fece aderire quasi del tutto i nostri corpi. 

Chiusi gli occhi, questa volta fui io a schiacciare - ancor di più - la mia schiena contro al muro che avevo già scoperto essere fresco e ruvido. 

Il segreto era non incontrare mai i suoi occhi, non più. 

" Aurora. " bisbigliò su di me. " Ehi, stai bene? Hai bisogno di qualcosa? Parlami. Perché sei scappata in questo modo non appena mi hai visto? " 

Le mie ginocchia furono sul punto di cedere. 

" Ti prego, guardami. Ho bisogno di parlarti. E' importante. Tu sei l'unica che può darmi delle risposte. " spiegò lui, accarezzandomi con un dito il profilo di una guancia, che immediatamente feci aderire a quel muro per farla sfuggire al suo tocco che fu in grado di ustionarmi la pelle. 

Incrociare il suo sguardo sarebbe stato fatale. 

Accostò le labbra al mio orecchio e aggiunse in un sussurro: " Sbrodolina, ti prego. Non avere paura di me non voglio farti del male. " la sua era quasi una richiesta disperata. 

Il sentirmi chiamare in quel modo...

Sbrodolina. 

Soltanto lui poteva chiamarmi in quel modo. Soltanto lui aveva il diritto di farlo. 

Dalle labbra mi sfuggì un gemito soffocato, fu inevitabile. 

Trattenni il respiro. Se avessi respirato ancora di lui sarei stata alla sua mercé, non potevo permetterlo. 

Sognavo di te - Trilogy of forgiveness Vol. 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora