4.

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Harry era lì quando Louis si svegliò.

Ed era lì la mattina dopo e quella dopo e quella dopo, ogni mattina salutava Louis con il suo russare leggero e gli rubava sempre le coperte. Non era mai sveglio quando doveva esserlo Louis, ma era lì quando Louis tornava stanco a casa dopo una giornata di scuola, che sorrideva spaparanzato sul letto di Louis, come se fosse casa sua. Louis non era nemmeno certo che ciò fosse concesso, avere sconosciuti nella sua stanza senza permesso, ma Harry non andava mai da nessuna parte e Louis non si poteva lamentare.

Una mattina Liam gli chiese perché lui fosse sempre così felice ultimamente e lui era scoppiato a ridere, perché non riusciva ancora a crederci e nemmeno Liam ci sarebbe riuscito, se avesse saputo la verità.

Harry era casinista, divertente, sarcastico, stupido, bellissimo e forte, e sorrideva sempre, aveva quegli occhi vispi e furbi così fastidiosamente perfetti, Louis non riusciva a credere che una persona come Harry stesse perdendo il suo tempo con uno come lui. Lo stava facendo, però, e non aveva accennato al fatto di non dirlo a nessuno e lui non aveva fatto domande, e gli era bastato. Si addormentava con la testa sul petto di Harry e si svegliò nella stessa posizione. E quello era abbastanza.

“Ho quasi vent’anni.” Gli disse Louis un giorno. Era una domenica pomeriggio, faceva freddo e fuori nevicava, e Harry era avvolto nel gigante piumone bianco di Louis come un salame mentre Louis era sdraiato a pancia in su, che cercava di concentrarsi sulle offerte natalizie che stavano mandando in televisione.

“La vigilia di Natale, vero?” disse Harry, sbirciando fuori dalle coperte. “E’ un compleanno fortunato.”

“Penso di sì. Mia mamma vuole che torni a casa quel giorno e che rimanga per le vacanze di Natale.”

Harry si schiarì la voce con disagio. “Beh, è una bella cosa, no?”

“Sì” disse Louis. “Mi manca.” Guardò Harry, che sembrava un bambino con quegli occhioni verdi e la coperta avvolta in testa. “Ma penso che Liam ed il suo amico Niall organizzeranno una festa prima che me ne vada. Dovresti venire anche tu.”

“Certo, ci sarò.” Mormorò Harry. “Due settimana a casa, eh? E dista, quanto, tre ore da qui? Riuscirai a sopravvivere senza di me?”

Louis gli lanciò un’occhiata. “Ci proverò.”

Harry si morse un labbro per poi sorridere. “Mi mancherai.”

Gli si fermò il fiato in gola prima ancora di riuscire a formulare una frase di senso compiuto. “Io –sì.  Anche tu.”

“Quindi” disse Harry, girandosi in mezzo alle coperte per guardare in faccia Louis. “Quattro giorni ai tuoi vent’anni. Come festeggeremo il grande giorno?”

Louis sorrise, togliendo le coperte dalla testa di Harry e avvolgendo le braccia attorno al suo collo. “Ci inventeremo qualcosa.”

**

La festa fu organizzata due notti prima della sua partenza.

Era la tipica festa universitaria: troppe persone, troppe facce non familiari, bicchieri rovesciati qua e là, rumorosa e odiosa musica a tutto volume. In realtà c’era una leggera atmosfera natalizia, con le ghirlande appese in ogni angolo e due giganteschi piatti pieni di biscotti a forma di albero di Natale, e Louis sapeva cosa stava facendo Liam. C’era persino uno striscione appeso tra due pareti che recitava ‘Buon Compleanno Louis!’

Si sentì abbastanza orgoglioso quando lo vide, perché faceva capire a tutti che era lui l’ospite d’onore della festa. Quando entrò nella stanza, la gente lo salutò e gli venne in contro urlandogli ‘Auguri’ e ‘stasera dammi dentro’ oppure ‘buone vacanze’ e lui sorrise loro educatamente per poi allontanarsi da loro in cerca di un volto che valesse veramente la pena di vedere.

Tied By Miles - Larry Stylinson // ITALIAN TRANSLATIONWhere stories live. Discover now