2.

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A Louis piacevano i ragazzi. Lo sapeva. Lo aveva saputo sin da quando aveva sedici anni. Ora aveva diciannove anni e non l’aveva ancora accettato. Ma lo sapeva.

La sua sessualità giaceva nella parte posteriore della sua testa e semplicemente marciva lì, perché era così dolorosamente ovvio ma non aveva mai voluto affrontarlo. Quindi lo ignorava e si ubriacava e cercava una ragazza carina, la lasciava rimanere la notte e prometteva di chiamarla, anche se non lo aveva mai fatto.

Ed era così che stavano le cose; Louis non riusciva a smettere di pensare al ragazzo dai capelli ricci e i grandi occhi verdi. Ed era inoltre così che stavano le cose: Louis era ubriaco e aveva una rossa magrolina aggrappata al suo braccio che faceva difficoltà a parlare e aveva le gambe instabili.

Lui, Liam e un piccolo biondino veramente rumoroso (Louis aveva sentito Liam chiamarlo Niall) erano usciti poco più di tre ore fa, aspettandosi di tornare a casa a mezzanotte, ma era quasi l’una e mezza e la ragazza aggrappata al braccio di Louis insisteva sul voler rimanere in quel club. La tipa stava urlando e inciampando nei suoi stessi piedi e Louis non si ricordava come lei gli fosse finita addosso, ma il biondino aveva una ragazza con lui e persino Liam stava parlando con una, quindi Louis se l’era tenuta.

“Fanculo.” Mormorò dopo aver rovesciato la maggior parte della sua birra sul suo vestito. “E’ più difficile di quanto sembri.” Alzò lo sguardo verso Louis e i suoi occhi marroni gli sembrarono iniettati di sangue, stanchi e privi di vita.

Louis le sorrise, continuando a tenerla in piedi con il braccio sinistro. Anche lui era stanco e i suoi occhi erano intorpiditi e appesantiti dall’erba, ma era troppo fatto per ricordare anche la strada per tornare a casa.

“Poi andiamo … da te?” chiese lei innocentemente, tirando le corde della sua felpa. “Non ho lezioni domani mattina e-”

“Certo, piccola.” Gli rispose distrattamente.

Lei inciampò nuovamente in avanti e scoppiò in una rumorosa risata da ubriaca, la sua birra completamente versata a terra. “Oops.”

Rimasero lì ancora per una mezz’oretta, ridendo, bevendo, fumando e parlando e Louis finalmente conobbe il suo nome. Ellie. Lei lo fece ridere così tanto da fargli pensare che la birra gli sarebbe uscita dal naso e aveva sentito i suoi morbidi capelli lisci come la seta contro il suo mento quando lei aveva appoggiato la testa sulla sua spalla. Ma non sentiva niente.

La portò nel suo dormitorio quella notte ed era così andata che si era addormentata sul bordo del letto ancora prima che avesse la possibilità di toglierle il cappotto. I capelli rossi le ricoprivano quasi completamente il volto e il suo respiro era profondo, quasi silenzioso. Louis si sentì una merda ad averla portata con lui, perché si conosceva abbastanza da sapere che le avrebbe chiesto il suo numero la mattina dopo e l’avrebbe salutata, per poi non rivederla mai più. Ma l’avrebbe comunque lasciata dormire e l’avrebbe chiamata ‘piccola’ e le avrebbe detto che era bellissima e si sarebbe vantato con i suoi amici di un’altra buona scopata, pensò prima di addormentarsi e ricordare a se stesso che a lui piacevano i ragazzi.

**

Louis frequentò tutte le lezioni il giorno dopo, nonostante il dolore incessante alla testa e il sapore amaro in bocca. Sentiva ancora gli occhi intorpiditi e aveva le mani sudate, quindi mantenne la testa chinata e cercò di evitare qualsiasi tipo di interazione. Passò davanti a Liam almeno quattro volte nel corridoio, ma abbassò la testa contro la sua felpa e si mescolò velocemente. Sapeva che Liam avrebbe voluto fermarsi e parlare della notte scorsa ma Louis era troppo esausto e sfinito per riuscire a inventarsi una storia grande e plausibile.

Tied By Miles - Larry Stylinson // ITALIAN TRANSLATIONDove le storie prendono vita. Scoprilo ora