19. Fuga

3.3K 278 17
                                    

Mentre si avvicinava, Violet distolse lo sguardo dal cadavere di Juliet e la guardò.
"Sei stata tu?", le chiese con voce incrinata, facendo trasparire per la prima volta un'emozione.
Catherine si rifiutò di guardare di nuovo il corpo della sorella e scosse la testa:
"È stato Henry. Esercitando l'influenza che aveva sul lupo di Joseph lo ha costretto a farlo. Credeva che... ", non riuscì a dire il suo nome, "... Che lei sapesse della licantropia di William e voleva farla tacere."

Violet annuì come se si aspettasse quella risposta e chiuse gli occhi. Due lacrime solitarie le rigarono le guance. Ma quando riaprì le palpebre, le sue iridi azzurre erano ritornate della loro freddezza.
"Sei diventata come loro", le disse.
Catherine annuì, nonostante non fosse una domanda.
"Sei diventata come lo stesso essere che ha ucciso Juliet e questo io non posso perdonartelo.", continuò la ragazzina.
"Violet, ho dovuto farlo!", cercò di giustificarsi Catherine, "William era in pericolo e..."
"Avresti dovuto lasciarlo morire" sbottò lei, interrompendola, "invece hai preferito un mostro a nostra sorella. È per colpa sua che lei è morta e tu invece che vendicarla hai salvato il suo assassino!", gridò, gli occhi che mandavano lampi di rabbia.
"Non è andata così! Non è stato lui, ma Henry che..."
"Se lui non ti avesse coinvolto in tutto questo lei sarebbe ancora viva", la troncò nuovamente la sorella.

La bambina scoccò un'occhiata a Caleb che, scosso da singhiozzi, se ne stava abbracciato al corpo esanime del lupo.
"Suppongo che quello sia ciò che rimane di Joseph. Non mi stupirebbe se fosse stato William ad ucciderlo. ", continuò Violet un po' più forte, facendosi sentire da Caleb.
Il ragazzo alzò la testa e le guardò con i suoi occhi arrossati dal pianto:
"È... È così?", chiese tremante.
Catherine contrasse la mascella, infastidita dall'acutezza della sorella.

Controvoglia, annuì. Caleb sbarrò gli occhi e guardò il lupo grigio, che nel frattempo aveva preso a trasformarsi.
"Tu!", gli gridò, furioso, "Come hai potuto ucciderlo?!"
Si alzò in piedi, le gambe tremanti di rabbia, e fece un passo verso William. Catherine gli si avvicinò e gli mise una mano sulla spalla:
"È stata colpa mia se l'ha fatto", gli disse.
Non voleva che suo fratello se la prendesse con il giovane, anche perché era molto debole per via delle ferite. Preferiva che indirizzasse la sua rabbia verso di lei.

Lui la guardò come se la vedesse la prima volta e si scrollò di dosso la sua mano. Un'espressione di puro disgusto gli deformò i tratti del viso, ma quando aprì la bocca per parlare, fu interrotto da Violet:
"Ci vendicheremo presto di quanto subìto. Ma adesso...", guardò Catherine intensamente, "adesso non mi sento pronta per perdere un'altra sorella. Perciò io e Caleb vi lasceremo andare."

Caleb scoccò un'occhiata sconcertata a Violet:
"Loro hanno ucciso..."
"Lo so quello che hanno fatto!", gli rispose lei, furiosa, "Infatti, come ho detto, ci vendicheremo. Ma non ora. Catherine", posò i suoi occhi su di lei, "prendi il tuo compagno e vattene. Ma sappi che la prossima volta che ci rincontreremo, non avrò alcuna esitazione ad ucciderti. Né l'avrà Caleb. Vi daremo la caccia e non ci fermeremo davanti a nulla. Ora va', sparisci dalla mia vista."

Catherine sentì gli occhi velarsi di lacrime. Valutò l'idea di aggiungere qualcosa, di giustificarsi, di implorare i suoi fratelli di perdonarla. Ma sapeva che non sarebbe servito a nulla. Si voltò e si diresse verso William senza voltarsi.

Lui era a terra, pallido e ricoperto di sangue. Cercò di ignorare il fatto che entrambi fossero nudi e si inginocchiò di fianco a lui:
"William", gli sussurrò.
Lui le rivolse un debole sorriso:
"Catherine... Sono così felice di vederti. Mi dispiace... Ti ho costretta a divenire come me... Come sono meschino! E io non ti ho dato niente, mentre tu mi hai salvato la vita, mi hai donato il tuo amore e non solo... Grazie a te, per la prima volta in tutta la mia vita, sono riuscito ad andare d'accordo con il lupo. Io invece non ho fatto altro che causarti..."
"William, dobbiamo andarcene", lo interruppe lei, "e subito, anche. Prima che i miei fratelli cambino idea e decidano di ucciderci subito."
Lui sbarrò gli occhi:
"I tuoi fratelli... Ma cosa...?"
"Ti spiegherò tutto più tardi. C'è un posto dove potremmo andare? Io non ho nessuno a parte i miei amici nella City e non credo siano ben disposti nei confronti di due licantropi"
Con una smorfia, William si mise a sedere:
"Beh... Mia madre era originaria del nord... Magari ho dei parenti ancora vivi da quelle parti che soffrono della nostra medesima malattia..."
Catherine annuì:
"Allora andremo a cercarli. Riesci ad alzarti?"
"Aspetta!", la interruppe il giovane, "Dobbiamo prendere del denaro e dei vestiti, altrimenti non riusciremo mai a muoverci tra i paesi abitati senza farci notare... In più c'è ancora Robert! Non possiamo lasciarlo qui..."

Catherine si diede della stupida. Si era completamente dimenticata di quel marmocchio.
"Va bene.", gli rispose, "Vado a preparare le valigie e a prendere Robert. Tu aspettami sul retro della villa, in modo che lui non veda i corpi. Partiremo da lì. Gli spiegheremo dopo quello che è successo, ora non c'è tempo."
William annuì e le carezzò una guancia:
"Andrà tutto bene", le disse. Lei gli rivolse un piccolo sorriso e poi si alzò, decisa.
Doveva fare in fretta.

Robert le stringeva la mano, mentre con quella libera si stropicciava un occhio. Catherine lo guardò: era sveglio da pochi minuti e grande zaino di tela gli era stato legato alla schiena. Camminava come se fosse in trance.
"Will, che succede?", chiese il piccolo a suo fratello con voce assonnata quando lo raggiunsero.
Non parve notare le sue ferite, come del resto non sembrò vedere che sia lui che Catherine erano senza vestiti. William gli sorrise:
"Niente Rob, facciamo solo una gita. Hai preso quello che ti è più caro?"
Il bambino annuì.
"Bene. Ora ascoltami: io e Catherine ci trasformeremo in lupi, poi tu dovrai salirle in groppa... Te la senti?"
Lampi di gioia illuminarono i grandi occhi verdi del bambino:
"Ma certo!", gli rispose.
William scoccò un'occhiata d'intesa a Catherine e lei annuì.

La giovane sondò la coscienza della lupa e lei l'avvolse mentre si trasformava.
Poi, lupa e donna sentirono le piccole mani di Robert tirare la loro pelliccia mente saliva e si trattennero dal ringhiargli contro per non spaventarlo, nonostante la cosa le infastidisse non poco. Il grande lupo grigio si affiancò a loro ed entrambe si bearono del calore che trasmetteva.

Improvvisamente, il rumore di un'esplosione li fece voltare in direzione della villa. Lingue di fuoco avevano preso a divorarla, illuminando di luce aranciata la zona circostante ormai immersa nell'oscurità. Si fermarono a guardare la struttura, incantate dalla danza delle fiamme. Poi, udirono qualcuno toccare la loro spalla. Si voltarono e incrociarono gli occhi color tempesta del loro compagno. Appoggiarono la loro testa contro la sua, cercando di confortarlo.
Quando si staccarono da quel contatto, ormai nello sguardo del lupo grigio c'era solo una forte determinazione.

Senza aver bisogno di comunicare, i due lupi si voltarono e presero a correre nella foresta lasciandosi alle spalle il loro passato, senza mai guardarsi indietro.

Il segreto dei McClarkeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora