Io sono lì seduta accanto al falò. Lui sembra non essersi accorto di me.
Beve e per questo non nota la mia presenza e penso sia una vera fortuna.
Non so poi quale strano rumore gli fa alzare gli occhi, e guarda subito dall'altra parte del falò, dove ci sono io che lo sto osservando.
Mi guarda. Oramai mi ha scoperta.
Continua a guardarmi e sembra non avere intenzione di abbassare lo sguardo.
Faccio finta di niente e mi giro ad osservare il mare.

Voglio subito sparire da qui.

-Hey, ma dov'è la festeggiata?- Chiedo a Kate.

-Non ne ho la minima idea, andiamo a cercarla.- Afferra il mio polso e mi trascina con lei.

-Vengo anch'io.- Dice Matt cercando di raggiungerci col fiatone.

Entriamo nel locale, facciamo mille giri attorno ai falò ma niente, non c'è nessuna traccia di Sasha. Stiamo quasi per arrenderci quando finalmente vediamo una ragazza venire verso di noi.
Ha un vestitino rosa, è senza spalline, stretto in vita e morbido sulle coscie.
È mai possibile che sia sempre vestita di rosa?
I capelli sono raccolti in una bellissima treccia laterale. Devo ammetterlo, è davvero carina.

-Wow Sasha, sei uno schianto.- Dice Matt mentre corre ad abbracciarla.

Ci avviciniamo anche io e Kate e le facciamo gli auguri e consegnamo il nostro regalo.

-Grazie ragazze, siete davvero gentilissime.- Sorride e va via.

Il suo comportamento è strano e mi lascia pensare. Subito smentisco le mie teorie.
Avrà soltanto qualcos'altro da fare, infondo è il suo compleanno.

Ritorniamo al falò e il moro pompato prende dalla tasca un pacchetto di sigarette e inizia ad offrirlo agli altri.

-Hey John ti sei fatto generoso.- Ridacchia Neil.
-Lo sono sempre stato caro.
Poi si rivolge a me.
-Vuoi una?

Non ho mai fumato, non ne ho mai provata una fino ad ora. Ma in questo momento non posso oppormi, non davanti anche a Bryan. E poi il desiderio di qualcosa di nuovo è forte.

-Oh si, si grazie.- Accetto.
Sento lo sguardo di Bryan cadermi addosso. Poi mi concentro a fumarla.

Kate sa della mia inesperienza, così mi mima qualcosa per evitarmi di fare una figuraccia.
Per fortuna non tossisco e poco alla volta riesco a fumare correttamente.

Ho la bocca impastata della mia prima sigaretta. L'odore di fuoco del falò che impregna i miei abiti. La sabbia nelle scarpe, l'odore del mare nei capelli.
Il sorriso sulle labbra. Mi sento così libera.

Quando vedo con la coda dell'occhio qualcuno avvicinarsi a me.
È Bryan, di colpo afferra la mia sigaretta e la getta via.
Sono su tutte le furie.
-Come ti permetti?- Gli chiedo, ma invano.
Ubriaco come non mai riesce solo a sedersi al suo posto in silenzio e a far spuntare sul suo viso un sorriso soddisfatto.

Chi è lui per decidere cosa devo o non devo fare? Sta davvero esagerando.
Quanto vorrei polverizzarlo in questo preciso istante. Kate invece lo fulmina con un'occhiata.

Bryan continua a bere e sembra essere irritato da qualcosa.

-Lo sgonfio a quello se non la finisce di guardare.- Dice e torna a bere qualche sorso da quella bottiglia di birra ormai vuota.

Ma chi? A chi si riferisce? Chi è che ci sta guardando?

Arriva Matt a rompere quest'atmosfera che si sta facendo sempre più pesante.

-Hey ragazzi, volete altre birre?
-Matt vacci piano.- Lo rimprovera Kate.

Siamo seduti tutti attorno al falò, siamo circa una decina. Gli altri sono dentro, altri ancora si tuffano in acqua sotto quel tramonto mozzafiato.

-Si dai, almeno altre 100.- Risponde Neil.
È già mezzo ubriaco e non reggendosi in piedi è appogiato col capo sulla spalla di John.

-Non ho 100 mani ragazzi, mi spiace. Sghignazza Matt.
-Beh Matt...ce la faresti a portare almeno una pp-per m-me? Chiede Bryan.

Ancora lui? Quando sento la sua voce mi giro di scatto. È ubriaco fradicio e balbetta.
Non so se l'abbia fatto per attirare la mia attenzione o altro, ma sta davvero male e non può continuare così.

Sto finendo la mia sigaretta quando noto che qualcuno mi sta osservando, e stavolta non è Bryan, no non è lui, riconosco il suo guardo.
Mi volto.
È un ragazzo alto, ha i capelli di un biondo scuro con qualche riflesso più chiaro, ha gli occhi azzurri, la prima cosa che noto è quell'azzurro. I suoi occhi brillano sotto quelle luci e sono di un azzurro stupendo, sembrano riflettere l'acqua del mare, così limpidi, così chiari. Mi guardano da lontano, in quella calda serata estiva, mentre me ne sto seduta ad osservare le onde infrangersi contro gli scogli quando scorgo quegli occhi azzurri cercare i miei.
Mi guarda. Lo guardo. Ci stiamo guardando. Nessuno ha intenzione di abbassare lo sguardo. Mi sorride. Io non faccio nulla. E mi sorride ancora.

Improvvisamente una voce acuta echeggia in un altoparlante:-Venite tutti, è aperto il secondo buffet!

Vorrei rimanere qui, non so perchè ma non ho alcuna voglia di alzarmi.
-Kate, io resto qui.
Lei afferra il mio polso e mi trascina via.
Come non detto...
-Su, cos'hai di bello da guardare qui, alzati pigrona.
Se solo sapesse...
Tutti si alzano tranne Bryan, e accorrono al buffet poco più lontano.

Quando ritorno falò non vedo più il ragazzo dagli occhi azzurri, lo ammetto, mi dispiace un po'.
Poi accendo un'altra sigaretta, offerta da John, nell'intento di rivederlo.
Quando da lontano vedo una folla di ragazzi sempre più grande. Incuriosita mi avvicino e noto che è presente una rissa tra due ragazzi. Ma quello che mi sorprende e impaurisce allo stesso tempo è scoprire chi siano i due.

Non posso crederci. No non può essere vero.

Il ragazzo dagli occhi azzurri sta quasi per ricevere un pugno da..

-Bryan! Urlo.

Che diavolo sta succedendo? Perchè Bryan è lì di fronte a lui?

Il ragazzo riesce a schivarlo e a stendere Bryan che, esausto, crolla a terra.
Un gruppo di ragazze esulta e si avvicina al ragazzo dagli occhi azzurri.
"Wow, sei il più forte" "Sappiamo che sei il migliore." "Yeeah".

Che papere...

Bryan è ricoperto di lividi e l'occhio sinistro è quasi sparito.
-Bryan, che cazzo fai?!-Urlano i ragazzi mentre mi avvicino a lui.
Ha gli occhi chiusi e una macchia viola sulla fronte. Con l'aiuto di altri lo sollevo e lo porto su una panchina accanto al falò.

In questo momento è così solo. Sembra un bambino. È inerme, incapace di muoversi. Sembra fare tanto il duro, ma in questo momento è uscito il vero Bryan, il Bryan fragile, il Bryan che può essere sconfitto.

Ci portano una valigetta con le bende e le medicazioni. Ne prendo una e cerco di asciugargli il sangue che sembra non necessare mai.
Apre gli occhi, è steso sulla panchina, io sono seduta accanto a lui.
Tutto quello che riesce a dirmi è "Scusa", mentre una lacrima scende fino al collo.
Sta piangendo e no non sta piangendo per il dolore delle ferite, lo capisco, sta piangendo per me.
Poi chiude di nuovo gli occhi e prima che li riapra mi alzo e sparisco dalla sua vista.

Please, kiss meWhere stories live. Discover now