Capitolo 10

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GABE.

Esco di casa sua, ma non mi allontano, mi fermo al bar sotto casa e ordino del caffè seduto al tavolo, prendo il cellulare in mano e scorro la rubrica fino al suo nome.

Che stupido che sono stato, ricadere così facilmente nel mio solito vizio...ho rovinato tutto da solo.

Il telefono nelle mie mani squilla ed il nome del dottor Monrou compare sullo schermo.

<<Buongiorno dottore.>> Dico.

<<Hai quasi ucciso quel ragazzo. Devo aspettarmi che uno dei tuoi uomini venga a prelevare anche quello che ho in cura da anni?>> Chiede.

<<No. Non mi interessa più niente.>> Rispondo sincero.

<<La vendetta mi ha portato solo altra sofferenza. Credo che anche mio fratello sia contento di questa mia scelta. Non cercherò più nessuno.>> Proseguo.

<<Bene. Meglio così. Allora immagino che tu non voglia sapere che abbiamo notizie su Korbin...>>

<<Korbin? Che cazzo dice? Non era morto?>> Chiedo urlando.

<<Era quello che credevamo, ma la notizia di te che cercavi gli uomini che hanno fatto del male a tuo fratello, ha smosso un po' le acque, facendo saltare fuori la notizia che Korbin si è rintanato in qualche squallido sotterraneo da qualche parte. C'è qualcuno che lo protegge e lo nasconde bene...ma sappiamo che si trova a New York.>>

<<Merda. Questo cambia le cose. Ma ne devo parlare con Erick, non posso decidere da solo.>>

<<Ah! L'amore...fa diventare agnellini anche le pecore più nere...>> Risponde il dottore.

<<Monrou, io me le mangio le pecore e gli agnellini.>> Dico chiudendo la chiamata.

Non posso di certo tornare da Erick e dirgli a bruciapelo di suo fratello, devo trovare un modo prima per fare pace, devo riconquistarlo.

Prendo il cellulare e chiamo Pret: <<Pret, fammi un favore. Manda a casa di Erick mille, no duemila...no manda una vagonata di rose rosse. Sbrigati.>> Poi faccio la seconda telefonata: <<Albert?>>

<<Guarda, guarda. Ho saputo la tua ultima cazzata! Non ti stai commiserando?>> Chiede.

<<No, l'ho fatto fin troppo. Ascolta, stasera vieni a casa di Erick, devo parlarvi, ad entrambi.>>

<<Ok, ci sarò.>> Risponde.

Mi alzo dal tavolo del bar e vado diretto verso il mio studio in centro, metterò in atto il resto del mio piano lì.

Appena Sally mi vede arrivare, mi consegna un foglio dicendomi: <<È stato consegnato poco fa...>>

Entro nel mio ufficio, mi siedo dietro la scrivania e leggo il biglietto: "Sono allergico ai fiori"

Merda, merda e stra merda. Afferro il telefono e lo chiamo subito: <<Dimmi che stai scherzando.>> Dico non appena risponde.

<<Sto scherzando.>>

Tiro un respiro di sollievo e continuo a chiedere: <<Allora ti sono piaciuti?>>

<<Sì Gabe, ma non risolvi i problemi con centinaia e centinaia di rose...anche se devo dire che mi hanno fatto piacere, ho un vero debole per i fiori.>> Risponde.

<<Vorrei dirti una cosa, posso passare per le cinque?>>

<<Gabe...>> Dice, ma io lo interrompo subito: <<È importante, giuro.>>

Le urla del passatoWhere stories live. Discover now