Capitolo 11

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Il giorno del nostro primo appuntamento ero elettrizzato! Non stavo più nella pelle al solo pensiero che dA lì a poco l'avrei vista.
Erano esattamente le sette e mezzo di sera e io stavo in bagno a prepararmi. José intanto bussava ripetutamente alla porta "amico ti dai una mossa? Ci sei un ora la dentro e io ho bisogno del.bagno" accidenti non mi ero accorto di esserci così tanto. Ero appena uscito dalla doccia e fissavo la mia immagine riflessa sullo specchio. I miei capelli erano tutti scombinati e tirati all' insù, le goccioline dell' acqua scendevano lungo tutto il corpo e la mia faccia assumeva delle espressioni diverse a seconda dei miei pensieri. Ero un caso disperato niente da dire. Comunque mi lavai velocemente i denti e presi tutto quello che poteva servirmi per finire di prepararmi. Aprì la porta e José si fondò dentro il bagno urlando un finalmente cel'hai fatta ad uscire. Non gli risposi, ero troppo concentrato a pensare. Volevo che fosse tutto perfetto, che potesse stare bene e che niente andasse per il verso sbagliato. Insomma non chiedevo molto giusto? Ma con la mia solita fortuna la serata iniziò nel peggiore dei modi: arrivai in ritardo a prenderla tant'è che si chiese se per caso mi fossi perso. Lei era lì seduta nella veranda dell' alloggio che mi aspettava. Indossava un vestito lungo giallo che le arrivava sino ai piedi e dei sandali bassi. Aveva i lunghi capelli castani sciolti che le incorniciavano il viso e un sorriso a trentadue denti bianchissimo. Che dire.. era stupenda! Mi scusai per il ritardo e le porsi un mazzo di rose rosse che guardò con disprezzo. Storse il naso e anche se con educazione mi ringraziò capì subito che le rose non le piacevano. "Scommetto che le.rose non ti piacciono non è così?" Sorrise imbarazzata" si capisce così tanto?" Sorrisi per stemperare la tensione che si era creata e le dissi semplicemente che la prossima volta avrei tentato con un altro tipo di fiore. La presi sottobraccio e ci incaminammo per le vie del paese alla ricerca del ristorante dove avevo ordinato. Non ricordo più il nome, sono passati tanti anni, ma ricordo bene che a Georgia e de devo essere sincero anche a me non piacque molto il cibo. Dunque questo appuntamento non fu dei migliori, non ne avevo azzeccata una. Al termine della serata andammo alla scogliera a guardare le stelle e a parlare. Mi scusai più volte per il disastroso appuntamento e lei non mi disse niente che.mi facesse sentire in colpa, al contrario disse che le cose troppo perfette erano noiose. Mi tranquillizzai ma chiaramente non fui felice di come era andato, ma forse proprio perché non andò come speravo lo ricordo ancora chiaramente.
Quando l'accompagnai al suo alloggio mi limitai a lasciarle un bacio sull'angolo della bocca. Credetemi non vedevo l'ora di assaggiare le sue labbra ma in quel momento non volevo darle una brutta impressione dunque feci in quel modo. Le augurai la buonanotte e le promisi che ci saremo rivisti nuovamente il giorno seguente.

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