3.

356 31 10
                                    

Camminai silenziosamente e a testa bassa, volevo soltanto allontanarmi il più possibile da tutti quanti.
Cercai in ogni modo di coprire il mio viso con i capelli, ma con scarso risultato visto che sentii parecchio vociare come "Ma quella è la Anderson? Perché piange?"

Raggiunsi finalmente un angolo isolato del cortile, dalla parte completamente opposta del campo da football. Almeno qui non c'era gente, e di conseguenza non si sentiva alcun rumore.
Finalmente, a cullarmi c'era solo il dolce cinguettio degli uccelli.

Non mi importava perdere qualche ora di lezione, non sarebbe stato un problema recuperare per me, a scuola me la cavavo abbastanza bene al contrario di Denise.
Quello che davvero mi infastidiva era l'atteggiamento di Ashton nei miei confronti.
Insomma, cosa gli avevo mai fatto?
Non mi aveva mai risposto così bruscamente come era appena successo, però avevo già capito che non mi vedesse di buon occhio. Mi riservava sempre occhiatacce, sbuffava irrispettosamente quando parlavo e a volte mi interrompeva di proposito. Avevo provato a parlarne con Michael, ma lui sosteneva che fossero solo mie impressioni e che non avrei dovuto preoccuparmene.

Una lacrima solitaria corse lungo la mia guancia, mi affrettai presto ad asciugarla e mi sdraiai completamente sul prato.
Detestavo questa situazione.
Stavo totalmente sulle palle ad un ragazzo, migliore amico dei miei migliori amici, e non potevo farci assolutamente nulla. Al posto mio una qualunque persona se ne sarebbe fregata ed avrebbe continuato la propria vita senza farsi troppi problemi, ma io non ci riuscivo.
Proprio non mi andava giù.
Sembrava un ragazzo simpatico, era sempre sorridente e scherzava con chiunque, molte volte lo guardavo da lontano ridere con tutti i nostri amici, ma quando arrivavo io il suo sorriso si spegneva e lasciava il posto soltanto ad una smorfia di seccatura.

Inizialmente non ci facevo molto caso, pensavo fosse tipico del suo carattere e inoltre vedendolo sempre scherzare con gli altri la cosa non dava all'occhio.
Iniziai a notarla soltanto da quest'anno, il primo anno del college. Nonostante il tanto tempo trascorso assieme al liceo, non eravamo mai stati molto uniti io e lui. Credo che l'unica cosa a legarci fossero le amicizie in comune, infondo lui conosceva Luke e Michael da molto tempo. Era con me e con Denise che non aveva mai socializzato.
Luke sosteneva fosse timido, perché al liceo ci "considerava", ma come un normalissimo amico, non in modo confidenziale come avrebbero fatto gli altri. Da quest'anno invece, non ci rivolgeva nemmeno la parola, se non perché fosse obbligato vista la conversazione, ma questo succedeva di più con Denise.
Persino Calum, l'ultimo arrivato, ci aveva messo meno di me a socializzare con Ashton.
Avevo anche iniziato a pensare che il suo problema potessero essere le donne, ma il dubbio svanì quando lo vidi parlare allegramente con delle ragazze del mio corso.

Sospirai sonoramente chiudendo gli occhi e lasciandomi andare sulla soffice erba.

«Ti entreranno degli insetti nei capelli.» la voce dolce di Luke mi causò un sorriso spontaneo.

«Correrò il rischio.» mormorai continuando a tenere gli occhi chiusi.

Si sedette accanto a me, così che fui costretta a tirarmi su e mettermi seduta anch'io per guardarlo.

«Non devi prendertela... Sai lui è... Fatto così...» farfugliò qualcosa di incomprensibile e senza alcun nesso logico.

Alzai gli occhi al cielo e sbuffai annoiata, quante volte avevo sentito queste parole anche da Michael.

«Luke, non ci credo, insomma lo vedi come è con gli altri? Fa così solamente con me, e non negarlo!» gli puntai il dito contro cercando di non urlare.
«Almeno non difenderlo.» dissi tristemente l'ultima parte.

«No, no.. Io non lo sto difendendo. È che... Siete entrambi miei amici...» sembrò agitarsi.

«Lo so, lo so. È che davvero, non lo capisco! Che bisogno c'era di rispondermi così?» esclamai, sapendo che in ogni caso Luke non sarebbe stato in grado di trovare una risposta.

«Non lo so...» si grattò il collo nervosamente.

«Perché Luke? Perché fa così con me?» gli chiesi esasperata, sbuffando alla fine.

«Non ne ho idea, gli parlerò okay? Tu cerca solo di passarci sopra.» mi accarezzò dolcemente la spalla.

Annuii semplicemente appoggiandomi con la guancia su di lui.
Ero stanca, l'unica cosa che adesso volevo era tornare ai dormitori e buttarmi sul letto.

«Non dovremmo tornare in classe?» gli chiesi dopo minuti di silenzio.

«Dovremmo, ma non lo faremo.» mi fece l'occhiolino.

«Ben detto!» sorrisi per poi battergli il cinque.

Not for him. || Ashton Irwin Where stories live. Discover now