24 ~amore e odio~

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- cosa mi hai fatto?- sussurró attaccato alle mie labbra.
-perché te ne sei andato?- dissi poggiando la mia fronte alla sua. Forse quello era davvero il momento giusto per chiarire.
Stefano: perdonami ti prego -disse troppo sincero -credevo di amarla davvero ma giorno dopo giorno ho capito che era solo una botta di adrenalina svanita nel tempo, però non farmi dire di essermene pentito ti prego! C'è mio figlio!
Emma: scusami tu-dissi stringendolo- non volevo arrivare a questo! Forse è il momento più giusto per lasciarci tutto alle spalle.
Stefano: non so come fare per cancellare il male che ti ho fatto, forse è impossibile, ma posso dimostrarti che ti amo veramente... e non esiste un luogo dove non mi torni in mente-disse citando mengoni.
Emma: se l'amore fosse una canzone per trovare un nome basteresti tu! Questa vita che non paga mai mi piace veramente, ma con te di più- gli canticchiai sorridendo quei versi stupendi di Renga.
Iniziai a baciarlo dolcemente mentre il mio battito aumentava valocemente. Con un tocco rapido mi slacciò il reggiseno per poi baciarmi i seni, chiusi gli occhi sentendomi in paradiso, mi accovacciai a lui baciandogli il collo e mordendolo di tanto in tanto, le cose andavano fatte per bene. Mi spostò sotto di lui, mi guardava come a venerarmi, inserì l'indice nelle mie mutandine e me le sfilò senza malizia. Mi accarezzò e baciò ovunque fermando le sue mani sui miei glutei, volevo muovermi, baciarlo, accarezzarlo ma ero incatenata dal suo tocco così mi limitai a guardarlo negli occhi. Ebbi una scossa di adrenalina che mi fece trovare la forza di mettermi su di lui, gli sfilai i boxer e con lo sguardo lo inviati a mettersi il preservativo. Lo baciai la mascella, il collo, fino ad arrivare alla clavicola. Mi sorrise e sussurró -sei bellissima- sorrisi e gli diedi un morso sul labbro, entrò in me lentamente, una sensazione gratificante, aumentò il ritmo man mano facendomi posizionare sotto di lui.
Stanca e arrivata al limite del piacere gli sussurrai- ti amo- attaccato alle labbra.
In quel ti amo gli stavo restituendo il cuore e lui lo capì.
Mi strinse forte a lui e con le labbra che si sfioravano ci addormentammo.
"Perché tu, così come sei, sei l'unica cosa di cui avrei mai bisogno.."
La mattina seguente ci svegliammo tardissimo, erano le 13 e il mio telefono squillava di continuo, misi il silenzioso e iniziai a dargli piccoli baci per svegliarlo, era in letargo.
I raggi del sole passavano dalle persiane che avevo lasciato intatte dal giorno precedente e si posavano sui nostri corpi intrecciati e coperti leggermente dalle lenzuola. Gli baciai il collo, le spalle, gli accarezzai gli addominali, ogni tanto si muoveva e sorrideva senza mai aprire gli occhi. Gli baciai quel sorriso che mi faceva impazzire, presi il suo viso tra le mani e lo riempii di baci. Si stese e subito dopo intrecciò le sue gambe attorno alla mia vita per avvicinarmi a lui.
-allora sei sveglio- dissi con la voce rauca.
-mh- annuì.
Lo strinsi forte e poggiai la mia testa sul suo petto, iniziò ad accarezzarmi la schiena.
Emma: guarda che mi riaddormento e non mi sembra il caso... È l'una!
Stefano: mica hai fame?
Emma: no!
Stefano: allora restiamo qui!
Emma: dai- dissi muovendomi.
Mi prese il viso tra le mani e mi baciò - inizia ad alzarti tu, ora vengo- disse fissandomi.
Così feci, mi alzai e sotto il suo sgaurdo attento andai di là. Mi lavai e misi soltanto l'intimo, lui era ancora lì.
Presi una rincorsa e gli saltai addosso -AMÒÒÒ-
Si spaventò e svegliò di colpo -ma si scem?-
Gli risi in faccia, dopo un po' mi tirò a se -dimmelo più spesso quello che mi hai detto stanotte, ne ho bisogno anch'io sai- si riferiva al Ti Amo.
Mi accarezzò il viso, non lo risposi e sorrisi.
Emma: ti amo - i miei occhi erano impazziti, gli fissavano gli occhi e subito dopo la bocca, e poi di nuovo gli occhi e ancora la bocca, lo baciai, lo baciai come si deve.
Emma: ora alzati!
Andai in cucina e dopo molto arrivò anche lui.
Emma: no ma vai con comodo.
Si avvicinò da dietro e mi baciò il collo, proprio dove avevo il tatuaggio "oltre" titolo del mio primo disco.
Cucinai penne al pomodoro e nel frattempo che si cuocevano andai a sedermi sulle sue gambe sul divano.
Emma: dormito bene? -dissi per ricordare la notte precedente.
Stefano: sei stronza eh!
Emma: ho imparato da te!
Stefano: ci metto tre secondi per sbatterti al muro.
Emma: e se io stessi aspettando proprio quello? -dissi alzandomi e spostandomi verso i fornelli.
Stefano: se vuoi ti accontento!
Si alzò e si avvicinò, mi fece voltare, la mia schiena era attaccata al frigorifero, mi guardava negli occhi, poi passò ai fatti, iniziò a baciarmi.
- FERMOOOO!- gridai correndo verso la pentola delle penne, una buona parte dell'acqua era sulla cucina ma erano dettagli.
Emma: grazie eh!
Stefano: inizi sempre tu bella!
Emma: ma io scherzoooo - dissi con la voce da bambina.
Mi aiutò a mettere la tovaglia e ci sedemmo. All'inizio eravamo su due sedie differenti ma dopo l'antipasto mi sedetti sulle sue gambe e rimasi lì per tutto il pranzo.
Emma: ho preso una villetta ad Ibiza luglio e agosto.
Stefano: giura! -disse felice come un bambino.
Emma: giuro!
Sorridemmo
Stefano: io domani vado lì e non so quanto resto, ma se vieni anche tu non ho motivo di tornare qui.
Quel pranzo passò tra coccole e carezze, baci e sorrisi complici. Ero davvero felice.
Verso le 18 mi disse che sarebbe dovuto andare via. Mi prese un magone.
Si era vestito e steso sul divano in soggiorno, io mi ero messa il pigiama e mi stesi su di lui.
Emma: non te ne andare! -dissi baciandolo a stampo.
Stefano: non fare così! -mi prese il viso - sembri una bambina.
Emma: lo sono! -dissi con quella vocina.
Stefano: allora quando parti per Ibiza?
Emma: tra due giorni vado al concerto di Vasco con Elodie e Francesca quindi tra una settimana più o meno.
Stefano: ah...
Emma: non puoi restare un'altra notte?
Stefano: più fai così più me ne fai andare distrutto, ho il volo stanotte, meglio salutarci ora.
Emma: ma già mi manchi!
Lo abbracciai. Mi baciò la fronte e si alzò. Prese le sue cose e si diresse alla porta, io restai sul divano come se partisse per la guerra...ero patetica.
Emma: comunque deve venirmi il ciclo.. Ecco perché sono così patetica.
Stefano: dai patetica vieni a salutarmi!
Mi alzai sulle punte e lo baciai per poi guardarlo profondamente -ti ho regalato il cuore, abbine cura!-
Mi baciò a stampo.
Stefano: ci vediamo di là.
Emma: buon viaggio amò.
Chiuse la porta e se ne andò.
Nemmeno 30 secondi che mi inviò un messaggio <<fai presto a raggiungermi che mi manchi già>>
Non lo risposi.
Ero felice.
FELICE! 
"..Tu si' 'na cosa grande pe' mme
'na cosa ca tu stessa nun saje
'na cosa ca nun aggio avuto maje
nu bene accussi', accussi' grande..."

Emma e Stefano ~ amore e odio~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora