Capitolo 2

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Lo aveva detto Fitz. Sarebbe potuto succedere, che non avrebbe ricordato nulla di sé stesso,  e così è stato.

"Dove sono?" domanda agitato a me  e Fitz.

"Sei all'ospedale Grant" dice Fitz, ma non sembra rassicurarlo affatto.

"Chi sono? Non ricordo niente! Che mi avete fatto?" domanda, anzi urla, Ward, strappandosi via tutti i tubi che lo collegavano alle macchine.

"Sei Grant Douglas Ward. Eri morto, ma ora sei qui, grazie all'aiuto di questa ragazza e di tutti i medici" risponde con tono rassicurante Leo, indicando me.

"Grant Douglas Ward? E lei chi è?" domanda, guardandomi stranito.

Fitz sta per rispondere, ma lo blocco subito.

"Sono Skye, un'informatica" dico, pogendogli la mano.

"Grazie Skye" dice Grant, accennando un sorriso e stringendomi la mano.

"Ho fatto il mio dovere" dico, ricambiando il sorriso.

"Mi parli di questo Grant Ward?" mi domanda lui, sedendosi sul lettino e invitandomi a sedermi vicino a lui.

"Ora vi lascio soli. Se hai bisogno di me, io sono Leo Fitz" dice, uscendo dalla stanza.

Io inizio ad agitarmi. Gli devo raccontare anche del traditore Ward o no? Gli devo dire solo del Ward che era prima di essere un assassino? E di Hive?

Gli racconto solo delle cose belle. Non ha bisogno di cose negative ora.

"Grant è un Agente dello S.H.I.E.L.D. molto bravo e competente, il migliore che abbia mai visto. Diciamo che per questo lui non è molto simpatico alle persone. Ci sono momenti in cui diventa burbero e molto scontroso, come se il mondo ce l'avesse con lui" dico io, accennando una risata. Anche lui inizia a ridere. Mi ero dimenticata di come fosse bello quando ride.

"Grant ha anche un fratello minore di nome Thomas, a cui vuole molto bene, e un fratello di nome Christian, un Senatore, che è tragicamente morto in un incidente stradale con la moglie e il figlio" dico io, e vedo subito che il sorriso di Ward si tramuta in un'espressione triste.

"Ehi Grant, stai tranquillo. So come ci si sente a perdere una persona a cui volevi bene, un parente. Mia mamma è morta e mio padre, beh, diciamo che non sa nemmeno che esisto" dico io e sembra che Grant stia meglio.

Mia madre, Jiaying, era un'Inumana, come me e mio padre.
Lei era stata "uccisa" da Whitehall, un Generale Nazista, Inumano anche lui, che rimane sempre giovane grazie al fatto che, uccidendo degli Inumani, lui poteva rimanere con lo stesso aspetto per anni.
Dopo aver sezionato mia madre, Whitehall la gettò in una palude in Cina come una bestia e mio padre ha ricucito i suoi resti.

Successivamente mia madre divenne Capo, se possiamo definirla così, di tutti gli Inumani presenti sulla Terra. Questi Inumani, se in pericolo, venivano presi da un certo Gordon e, con il potere del teletrasporto, li porta nell'Afterlife, una sottospecie di 'mondo parallelo' degli Inumani.
Io sono andata lì. Pensavo che Coulson mi volesse trattate come tutti quelli che hanno messo nell'Indice.

Mia mamma aveva uno scopo: fare Guerra allo S.H.I.E.L.D. e in un certo senso ci è anche riuscita.
A causa della sua sete di potere stava anche per uccidere me e mio padre Cal mi ha salvata.

Ora lui è un dottore e, con il Progetto TAHITI, non si ricorda nemmeno di me.

"Ehi Skye. Mi dispiace per la tua storia famigliare. Vorrei sapere una cosa: noi due eravamo amici o ci odiavamo?" domanda Grant, cercando di cambiare discorso.

E adesso? Che gli rispondo.
Non posso mica dirgli subito che ci siamo innamorati e che dopo il suo tradimento io l'ho odiato più che mai e che però, qualche mese fa ci siamo baciati! Non voglio che lui stia con me solo perché prima di tutta questa follia ci amavamo.

"Diciamo che eri mio amico, ma eri anche il mio A.S., quindi ti odiavo per tutti quegli esercizi impossibili che mi facevi fare" dico io, cercando di non far vedere che in realtà sto soffrendo come non mai.

"Che cos'è un A.S.?" mi domanda lui, con curiosità.

"È l'acronimo di Agente Supervisore. Questa persona allena altre persone per poter diventare Agenti dello S.H.I.E.L.D. di livello 1" dico io, ma mi sembra ancora più perplesso.

"Hai nominato spesso questo S.H.I.E.L.D. Che cos'è di preciso?" domanda più curioso.

"È l'acronimo di Strategic Homeland Intervention Enforcement and Logistic Division. È un'agenzia Governativa di spie formata nel 1947 da Peggy Carter, Howard Stark e Cester Philips, tre eroi della Seconda Guerra Mondiale" incomincio a dire, ma lui sembra perso, distratto.

"Tutto ok Grant?" domando io, appoggiando una mano sulla sua spalla.

"Se ti dicessi di si mentirei. Non sto bene. Come può stare bene una persona che non si ricorda nulla?" dice piangendo.

Non avevo mai visto Ward piangere e da qui si può capire quanto lui sia fragile, spaesato, senza niente.

"Ti posso capire. Ora devo andare. Il lavoro mi chiama" dico non appena si tranquillizza e mi alzo per andare verso la porta, ma lui mi blocca prendendomi per un braccio.

"Ti prego, resta" dice, con uno sguardo davvero triste, disperato.

"Resterò qui con te fino a quando non mi maderai via" dico, sedendomi vicino a lui.

"È strano, ma è come se tra noi due ci sia stato un rapporto speciale prima di tutto questo, come se avessimo avuto un legame così indissolubile, ma che io non mi ricordo" dice lui, guardandomi negli occhi.

I Will Save You, Grant Douglas WardWhere stories live. Discover now