Solo su una cosa erano d'accordo quelli che avevano il privilegio di ammirarle una di fianco all'altra: quelle ragazze erano due autentiche bellezze, e lo sarebbero diventate ancor di più una volta che fossero sbocciate, divenendo delle vere donne.

«Quando la smetterai di farmi prendere questi spaventi?» domandò Tiferet, esasperata. «Mi farai morire se continui con simili assurdità!»

Kether sbuffò «Calmati Tify, smettila di farmi la predica! E poi non è successo niente di grave...» disse con noncuranza, ma uno sguardo al volto di Tiferet la costrinse a interrompersi.

«C...cosa c'è ora? Su Tify, non piangere...»

Ma l'altra non la lasciò finire. «Come sei crudele! Io mi preoccupo per te, come puoi essere così insensibile?!» esplose.

«Pe...perdonami, non volevo!»

«Lo dici tutte le volte!»

Ad interrompere la sfuriata che si preannunciava, giunse una serva trafelata.

«Lady Kether! Lady Tiferet! Lord Daniel è tornato!» Le due ragazze si guardarono con un misto di gioia e incredulità, accantonando la lite in un baleno.

«Padre!» Le loro grida festose scossero la grande villa fin nelle fondamenta. L'uomo le aspettava nello studio al pian terreno, con lo sguardo perso a fissare un punto indefinito fuori dalla finestra. Udendo i passi nel corridoio si volse ad accoglierle.

«Bambine!» esclamò, il vecchio volto solcato dalle rughe ma ancora attraente malgrado l'età si allargò in un sorriso che parve riscaldare la stanza. Tutti nella Tenuta sapevano quanto Lord Daniel Axelrod amasse le sue figlie. L'abbraccio in cui si strinsero lo travolse, facendogli perdere l'equilibrio, e caddero tutti e tre rovinosamente sul pavimento, ridendo come matti, sotto gli sguardi benevoli dei servitori. A Villa Axelrod amavano considerarsi una grande famiglia, e Lord Daniel era noto come un padrone giusto, e per questo rispettato.

«Padre non chiamarci più così, ormai abbiamo sedici anni!» lo rimproverò Tiferet sorridendo.

«Domani è il nostro compleanno, che regali ci hai portato?» si intromise Kether.

«Calma, calma». Fece Daniel cercando di ristabilire l'ordine. «Per il vostro sedicesimo compleanno ho preparato una sorpresa particolare: andremo in gita nella capitale. È giunto il momento che siate presentate a corte».

«Andremo a Gevurah? Fantastico!» esclamò Kether incredula. In sedici anni, lei e Tiferet non erano mai uscite dai confini della tenuta, e anche se a lungo questo non le era stato di peso, negli ultimi tempi la curiosità di vedere coi propri occhi cosa c'era al di fuori non le dava tregua. Tutto quello che sapeva sul mondo esterno era dovuto alle lezioni dei precettori, la maggior parte delle quali saltava regolarmente. Elettrizzata, guardò la sorella. L'espressione di Tiferet si era fatta pensosa, come quando era preoccupata per qualcosa, ma non osava rivelarlo. «Cosa c'è Tif?» le chiese premurosa. Anche Daniel si fece improvvisamente serio, cercando di capire quale fosse la causa della sua angoscia. Dopo una lunga pausa, la ragazza si decise a parlare.

«Ecco, io... non so proprio cosa indossare!»

Kether corrugò le sopracciglia e la fissò come se fosse uscita di senno. Un pensiero del genere non l'avrebbe sfiorata neanche tra un milione di anni. Suo padre invece scoppiò in una fragorosa risata, assicurandole che non doveva preoccuparsi. Aveva pensato anche a quello.

La mattina seguente splendeva un bel sole. Gli abitanti della Tenuta si erano destati di buon ora per ultimare i preparativi per la tradizionale Festa della Fioritura, che si sarebbe svolta quel giorno e come ogni anno segnava l'ingresso della primavera. Soprattutto in campagna era una tradizione diffusa e consisteva nello scambiarsi piccoli doni e ghirlande di fiori, come rito propiziatorio per celebrare il ritorno della bella stagione. Per la prima volta le gemelle non l'avrebbero festeggiata alla villa.

Il Cavaliere Alato (Disponibile in versone Ebook)Where stories live. Discover now