Per averne cura, devi sapere di cosa ha bisogno

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Appena la campanella suonò, Mika fu il primo a sgattaiolare fuori dalla classe.
Camminò per i corridoi color nocciola della sua scuola superiore, quasi correndo, per evitare tutti gli studenti che piano a piano uscivano dalle aule.

Doveva raggiungere il suo posto segreto il più presto possibile, sapeva benissimo che se non si fosse sbrigato, James e la sua banda lo avrebbero raggiunto.

Con lo zaino rosso in spalle, arrivò con il fiatone nel cortile della scuola. Era ora di pranzo, la maggior parte dei ragazzi si stava recando in mensa.
Mika invece andò a sedersi sotto il suo albero preferito: era nell'angolo vicino al muretto, stando seduto lì sotto nessuno avrebbe potuto vederlo.

Posò lo zaino a terra e tirò fuori il panino che sua madre gli aveva preparato per pranzo: tonno e pomodoro, il suo preferito.
Mentra stava per addentarlo, notò una coccinella rossa che si era posata sul suo ginocchio.
Con cautela avvicinò una mano per poi lasciare che il piccolo insetto salisse sul suo indice.
Sorrise: poteva sentire un leggerissimo solletichìo al passaggio della coccinella, che camminava con le zampettine sulla sua pelle con un tocco quasi impercettibile.
Il ricciolino iniziò a contare i piccoli pallini neri sulle sue sottili ali rosse, ma dopo qualche istante volò via, per poi posarsi su uno stelo d'erba nel prato vicino.

Mika riportò l'attenzione al proprio panino; fece in tempo a dare qualche morso, quando sentì delle voci avvicinarsi.
Subito cercò di ignorarle, ma poi le riconobbe.

Era sicuramente James quello che aveva sentito e assieme a lui almeno altri due ragazzi.
Cercò di farsi più piccolo possibile, rimise velocemente il panino nello zaino e rimase seduto con il cuore che iniziava a battere più velocemente.
Sperò con tutto sè stesso che quei ragazzi non lo notassero: da più di un anno ormai era diventato il loro bersaglio preferito, non solo lo prendevano in giro, venivano anche alle mani.

Lui non aveva mai fatto niente per provocargli, anzi, cercava in tutti i modi di non incontrarli.
Loro invece si divertivano a deriderlo.
"Stupido" o "Checca" erano i soprannomi che più usavano su di lui, solo perchè era dislessico e vestiva un po' più colorato rispetto agli altri.

Era forse così strano?

《Oh ma guarda un po' chi c'è qui dietro》

Mika si alzò di scatto, facendo aderire la schiena all'albero dietro di sè.
James era proprio difronte a lui, assieme ai suoi fedeli amici Rudy e Thomas. I tre si stavano avvicinando, impededogli di fuggire.
Il ricciolino era completamente bloccato, la paura si stava impadronendo di lui.

Il suo respiro era diventato irregolare e sentiva il cuore pompare forte il sangue dentro le vene, come per prendersi beffa di lui facendogli sentire quanto fosse vivo, anche se in quel momento desiderava solo scomparire.

《Che c'è checca, non rispondi? Ragazzi, hanno mangiato la lingua allo stupido!》
E tutti e tre i teppistelli scoppiarono in una risata di scherno.

Mika non potè fare a meno di abbassare lo sguardo, sentendo quel famoso nodo alla gola arrivare.
"Non qui, non adesso. Non piangere" si disse.

《Guardami quando ti parlo.》
James lo prese per il colletto della sua maglia azzurra e lo fece sbattere con forza contro il tronco dell'albero, lasciando sfuggire un gemito di dolore al moro.

Mika chiuse istintivamente gli occhi, senza riuscire a fare nient'altro.
I suoi muscoli erano paralizzati, il suo cervello gli urlava di scappare o almeno provare a reagire.
Prima che potesse avere un secondo in più per pensare, si ritrovò accasciato a terra dolorante.
James gli aveva appena sferrato un pugno dritto allo stomaco, facendolo cadere.

Let's stop using wordsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora