Capitolo 41: "Fight song"

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La direzione mi ha accordato le ferie; stassera tornero' a casa non ho intenzione di dormire un'altra notte su una sedia scomoda.
So che devo essere ottimista, ma credo che lei non voglia vedermi quindi che io ci sia oppure no non le cambia; poi devo prepararle dei vestiti puliti per la dimissione.

Un bagno caldo e' quello che ci vuole sono sempre di corsa, torno spesso tardi dal lavoro, stassera non ce n'e' per nessuno.
Da quant'e' che non mi concedevo un ammollo cosi prolungato? Fantastico!
Gia' persino un semplice bagno mi fa pensare a lei, al suo splendido corpo e a quel sorriso che all'improvviso ti avvolge e ti contagia piacevolmente. Juls mi manchi... piango lacrime calde e salate... singhiozzo: sono veramente alla deriva con i miei sentimenti contrastanti continuamente in lotta tra loro.
Non pensavo potesse essere cosi difficile.
Dopo essemi sistemato, mi lascio cadere sul divano... un polpastrello morbido e peloso tasta la mia coscia... Zebra ovviamente.

"Ciao Ze!"

Miagola in risposta e comincia a fare le fusa gia' dopo un paio di carezze.

"Tu sei l'unica che in questo momento sembra capisca come mi sento; mi fissi con quegli occhioni grandi, la tua zampetta mi 'tasta' in continuazione quasi a chiedermi il permesso di starmi vicino; le tue fusa un suono piacevole e rilassante e so che tu lo sai. Sono messo male... parlo con una gatta...".

Dopo una decina di minuti si sposta sulla parte di divano dove di solo si sdraia Juls, ci si sdraia e comincia a miagolare lamentosamente.

"Zebra basta. Juls non c'e' smettila!"

Dopo poco scende e se ne va per il corridoio.
Suonano alla porta.
Chi sara'? Non aspetto nessuno, ma apro comunque.

"Everet ciao!"

"Owen stassera non la passerai sul divano come un relitto... C'e' zio Everet qui per risollevarti il morale!"

"Grazie ma non sono in vena di compagnia preferirei stare solo!"

"Se e' per questo non sei mai nemmeno in arteria... "

"Everet questa e' pietosa!"

"E' il risultato che conta... e guarda dove sono? In casa tua! Ti diro' di piu' sto' dirigendomi al frigo... con una buona birra a farci compagnia staremo meglio!"

"Ok! Ormai a cosa serve obiettare?"

"Cin amico... alla nostra e a Juls!"

"Cin!"

Mi limito a rispondere.

"Allora lei l'ho vista oggi e a parte questa storia del mutismo sembra tornata in forma..."

"A parte la storia del mutismo?!? E ti sembra poco?"

"Non ho mai detto questo! Solo so per certo che la supererete: lei zuccona, tu testardo... non puo' finire che con un lieto fine!"

"Gia' fosse facile!"

"Comunque non posso dirti quello che sara' e' ovvio, ma posso dirti quello che so'.
Ti conosco da ragazzino, nulla ti ha mai scalfito e se ti mettevi in testa una cosa, quella era e cavolo la ottenevi sempre; quindi ... vogliamo parlare della passione folle che avete l'uno per l'altra?"

"Grazie amico mio! Ma ora come ora io per lei non sono il principe azzurro ma lo stregone cattivo da cui stare alla larga!"

"Non concentrarti troppo su questa cosa; non starai esagerando? Piuttosto dimmi di te come stai?"

"Non so risponderti con chiarezza..."

"Owen non fare il vago e rispondi... sono Everet non sono uno qualunque... ti conosco da quando eravamo bambini, devo ricordartelo?"

"Ok, ok! Sono arrabbiato, sono stanco, sono ferito da tutto quello che e' successo, mi sento in alto mare con Juls intendo!"

"Amico mio... mi spiace. Posso solo immaginare cosa provi!"

"Gia'!"

"L'unica cosa che mi sento di doverti dire e' che devi tentare il tutto per tutto e non arrenderti velocemente perche' con lei accanto riesci ad essere un uomo migliore!"

"Sento di aver bisogno di lei".

"Bene, allora missione compiuta posso togliere il disturbo e lasciarti andare a dormire"

"Everet!" Scuoto il capo senza parole.

"Ci sentiamo presto amico!"

Detto questo esce e se ne va.
Io raggiungo il mio letto dove la quadrupede rompiscatole ha gia' preso posto e mi lascio cullare dalle sue fusa fino a che non mi addormento esausto.

Sono le 8.00 quando entro in ospedale, entro nella sua stanza e la trovo con il naso appiccicato alla finestra.

"Buongiorno Juls! Bene vedo che sei vestita quindi puoi accomodarti qui!"

Le indico la sedia a rotelle e lei esitante ci si avvicina, poi scuote il capo.

Ok ora basta maniere dolci e comprensive.

"Adesso piccola capricciosa ti siederai su quella sedia a rotelle da sola o giuro che ti ci faccio sedere io... fosse l'ultima cosa che faccio."

Cerca di raggirarmi ma la blocco, la prendo con decisione e la faccio sedere, poi la guardo torvo; abbassa lo sguardo e non oppone resistenza.
Le porgo la sua giacca e mi avvio verso l'uscita...
Non c'e' moltissimo verde, ma il mio angolo preferito e' libero quindi ci avviciniamo.

Sistemo per terra la coperta e poi le porgo la mano per farla sedere, appena si e' sistemata le porgo un'altra coperta per coprirsi.

"Dimmi che non ne avevi voglia!"

Mi guarda interrogativa.

"Era meglio stare con il naso appoggiato al vetro o essere qui fuori a godere di quest'aria fresca e di questo sole pallido?"

Abozza un sorriso...

"Wow Juls... mi hai sorriso... facciamo progressi..."

Poi continuo serio:

"Juls dobbiamo comunicare... non credi di avermi punito a sufficienza?"

Sgrana gli occhi.

"Io ti amo ho bisogno di te.... torna da me perche' questa tua distanza mi sta' uccidendo lentamente".

Guarda il vuoto.

"Juls... mi vuoi veramente fuori dalla tua vita?"

Nega con il capo mentre due lacrime le solcano il viso.

"Ehi non piangere! Adesso mi avvicino, voglio solo asciugarti le lacrime!"

Un contatto che dura pochi secondi, ma che mi permette di accarezzarle il viso finche' lei non si scosta.

"Per oggi avrei ancora una cosa da chiederti... ascolta questa canzone..."
Prende l'auricolare e mentre schiaccio play prego... mi sto' giocando il tutto per tutto.


"All'improvviso...Tu"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora