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Capitolo secondo.

Fissai il foglio bianco sul banco e sospirai di nuovo.
Questa volta non era uno dei soliti sospiri da giovane studentessa stanca di assistere alle lezioni.
Si trattava di un sospiro diverso: un sospiro pieno di pensieri alla rinfusa.
Mi sentivo in colpa e, conoscendomi, avrei preferito nascondermi in casa per il resto dell'anno.
Talmente era la vergogna che avevo passato la prima ora a fissare il vuoto mentre il mondo scolastico mi girava intorno.
Gli occhi scuri persi in un punto indefinito, vuoti.
In effetti non c'era niente di cui vergognarsi, guardando il lato positivo avevo fatto la cosa giusta, non sarebbe stata di gradimento per molti una scena del genere.
È solo che, sotto il suo sguardo penetrante, mi sentii un'altra persona.
I suoi occhi chiari mi scrutarono così a lungo che le parole mi si bloccarono in gola, come se potesse indebolirmi con una sola occhiata.
Quel sospiro era carico di insulsi rimorsi.
«Camila vuoi smetterla di essere così paranoica?»disse Dinah.«mi stai mettendo ansia.»
«Ma non ho detto proprio nulla..»
«appunto.» sbuffò, poggiandosi allo schienale della sedia.
Il suono della campanella inondò le aule, incitando gli alunni ad alzarsi per la seguente lezione, così facemmo anche io e la mia migliore amica.

«Ci vediamo mercoledì ragazzi, ricordatevi la ricerca.»quasi urlò la donna dietro la scrivania, cercando di sovrastare il rumore delle sedie che strisciavano sul pavimento.

Dinah si accigliò, fissando me, ancora fra le nuvole, dirigermi verso l'uscita dell'aula.

«Mi spieghi a cosa stai pensando?»mi raggiunse in pochi secondi, varcando la soglia dell'aula con il mio stesso passo.

«Nulla..» cercai di sviare, ma quella ragazza mi conosceva troppo bene per soffermarsi ad un semplice 'nulla.' e lasciar perdere.
«È per..»
«la scenata di questa mattina, sì.» finii io la frase, stavamo entrambe pensando la stessa cosa ormai.
«Cosa ti preoccupa?»
«Nulla, forse ho solo paura di aver fatto una figura di merda.»ammisi.
Non era la verità intera, ma in parte, d'altronde avevo sul serio fatto una figuraccia.
«Allora preparati se non vuoi fare la seconda»sussurrò senza guardarmi
«Cos..-non riuscii neanche a finire la frase che sbattei contro quello che mi sembrava un gigantesco muro, indietreggiai e caddi sul freddo pavimento, guardando i miei libri sparsi, sgranando subito dopo gli occhi.-Cristo, ma che cazzo?!»
Lentamente alzai lo sguardo, cercando di capire come avessi fatto a sparpagliare tutti quei fogli a terra;
In piedi davanti a me qualcuno mi stava fissando sistemato di fronte il proprio armadietto, con le braccia conserte e lo sguardo divertito.
Deglutii.
Quegli occhi chiari mi stavano di nuovo incendiando il corpo.

«Vedo che sei una ragazza sveglia»commentò porgendo la mano destra verso di me.
Dinah rise e si riprese quando la guardai con la coda dell'occhio.
Incapace di rispondere afferrai la sua mano, pronta a rimettermi in piedi, lei ovviamente lasciò la presa, facendomi tornare al suolo.

Schiusi le labbra e lei scoppiò a ridere, mentre io riuscii solo a fissarla confusa.

«Credi che il tuo quoziente intellettivo abbia raggiunto un livello superiore dopo questo?»sputai.

Dinah sussultò, colpita ancora una volta dal mio coraggio.
Come diavolo c'ero riuscita?
Wow, ero stupita anch'io di me stessa.

La mora di fronte a me rimase zitta per qualche secondo.

L'avevo offesa?
Non sapeva cosa rispondermi?
O avevo detto una cosa così stupida da non meritare risposta?
Mi chiesi se mi stesse insultando mentalmente per la mia idiozia o meno.

Mi alzai, spostando i capelli dal viso, ed iniziai a raccogliere i testi caduti.
Lei rise, scuotendo la testa e girò gli occhi al cielo.

«Buona fortuna, sfigata.»urlò girandomi le spalle, dirigendosi non si sa dove.

She likes Girls // CamrenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora