Tutta colpa di Jesse

277 80 9
                                    

9 Agosto
JESSE POV
Sono disteso sul letto, mi sono appena svegliato, vedo l'orario: 14.37 "cazzo è tardi" mi alzo dal letto, vado in bagno e mi vesto; indosso un pantaloncino nero e una maglia bianca, entrambi larghi, scendo in soggiorno.

"Hai fame?" dice mamma, "si" dico sottovoce.
Dopo 10 minuti la tavola é nuovamente apparecchiata, "é pronto, ti ho riscaldato la pasta che ci siamo mangiati oggi a pranzo", mi siedo subito e inizio a mangiare.

Giocando alla play il tempo passa veloce: sono arrivate le quattro del pomeriggio e la mamma entra in camera "devo parlarti" mi dice, resto in silenzio e lei inizia a parlarmi.
"Sono preoccupata per te, ti vedo assente, siamo tutti in pensiero per Louisa, devi superare queste situazioni, Jesse tu sei depresso, io ti posso aiutare, andiamo anche dalla psicologa!" "smettila" la interrompo, "io non voglio essere aiutato, io vivo la mia vita come voglio io e appena farò diciotto anni me ne andrò da qui così non sentirò né te né quella perfettina" (chiamo così Sarah per i suoi modi di fare e di vestirsi). Christina dispiaciuta esce dalla camera.

Non sopporto quando mi tratta così non sono un bambino e ho i miei motivi per comportarmi in questo modo, odio ripensare a quel momento in cui hanno rapito mia sorella; sono stati Nicolas e Brian, entrambi avevano 19 anni, mi hanno minacciato con una pistola alla tempia di dargli duemila dollari entro una settimana altrimenti avrebbero fatto del male alla mia famiglia, accettai e impaurito tornai a casa con i lividi che mi avevano procurato.
Non riuscì a rubare i soldi a mia madre e a mio padre anche perché non credevo che Nicolas e Brian ci facessero del male.
Una normale mattina di Giugno
invece, mi vedono per strada, mi seguono finché non rimango da solo per trascinarmi in un vicolo chiedendomi i soldi, dissi che non li avevo, mi diedero solo una piccola spinta; ci avrei scommesso che non erano capaci di farmi del male infatti mi fecero tornare a casa senza un graffio, la sera dello stesso giorno torno a casa per cenare e vedo le macchine della polizia di fronte casa mia, entro e vedo mia madre che sta denunciando la scomparsa di mia sorella mentre altri poliziotti raccolgono tracce.

Io so bene come sono andati i fatti, io, Nicolas e Brian.

Louisa aveva solo diciotto anni, non ha mai fatto nulla di cattivo non meritava tutto ciò, per di più per colpa mia.

------------------------------------------------------
Fine capitolo 2
------------------------------------------------------

Spero che questo secondo capitolo vi piaccia, posterò a breve il terzo.
Se vi è piaciuto lasciate un voto e un commento, grazie mille.
~Enjoy~

UNSTOPPABLE  #Wattys2017Where stories live. Discover now