17 Ti amo

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Mi sveglio.
Oggi papá non mi impedirà di vederlo.

Mi preparo in venti minuti ed esco di casa. Saluto mio padre senza degnarlo di uno sguardo e mi incammino verso la scuola.
Quando entro vedo dan già seduto e mi guarda con aria sorpresa. Poi si avvicina e mi prende dai fianchi.

Dan" come l'ha presa?" faccio spallucce.
Non ho parlato con mio padre da allora quindi non ne ho la minima idea.
Dopo cinque stressanti ore accompagnate dal sicuro fallimento nel compito di scienze mi avvio verso la mensa.
Sento un braccio tirarmi, in due secondi mi ritrovo nel bagno dei ragazzi appoggiata al muro.

Dan" dimmi che continueremo a vederci"

Gli tiro uno schiaffo.

"Non se fai così"

Posa le sue bellissime mani sulle spalle e mi sciolgo.

Dan" avevo bisogno di parlarti faccia a faccia,da soli."

È molto serio e questo mi spaventa un pó.

Dan" Ti amo Aubrey."

Apre la bocca per parlare con gli occhi lucidi, mi affretto a baciarlo incastrando le nostre labbra. Picchietta la lingua sul mio labbro inferiore che morde prima di entrare con la lingua.
Si sta lasciando andare, ci stiamo lasciando andare ed è davvero una bella sensazione.
Ci circondo il collo con le mani e gli accarezzo i capelli.
Mentre mi bacia si avvicina ancora di più a me. E aderiscono perfettamente al muro, rimanendo in trappola ma allo stesso tempo sentendomi al sicuro.
È la prima volta che provo una sensazione ed un bacio del genere.

Dan" sei qualcosa di unico" 

Sorrido come non mai e lui mi accarezza leggermente le guancie.
Sembrava come se avesse davvero bisogno del bacio di prima.

"Fanculo mio padre."

Dan sorride.

Dan" Fanculo Nicole"

Faccio un sorriso a 32 denti.

"Mia mamma sarebbe stata felicissima di te" i suoi occhi mi fissano e senza guardare la sua bocca posso dire con certezza che sta sorridendo.

6:13 p.m.

Sono in camera mia.
Io padre e mio padre non abbiamo parlato e non voglio neanche sapere quando lo faremo.
Mentre fumo lascio aperta la finestra impanicandomi ancora di più su cosa ne pensa mio padre riguardo a questo mio brutto ma piccolo vizio.
Non posso farci niente.
Ho iniziato presto, a 13 anni.
Ero in una scuola piena di bulli e gente presa di mira, ma io, che non mi sono fatta mettere 'i piedi in testa' ho trascorso del tempo con i bulli della scuola. Li odiavo a morte. Un giorno mi hanno offerto una sigaretta e non avendo niente da perdere, provai a fumare. In qualche modo è come se mi hanno regalato 'un'amica' che non ho potuto avere da quelle parti. E alla fine il fumo mi ha accompagnato sempre nelle situazioni peggiori.

"Aubrey?" mio padre è fuori dalla porta. Getto via la sigaretta e spruzzo un pó di profumo.
So che non è stupido ma spero che non si accorga dell'odore.

Lo faccio entrare e si siede sul letto.

"Volevo parlati. Di te e quel ragazzo"

"Dan" lo informo.

Annuisce la testa e mi siedo anch'io sul letto matrimoniale.

"Dan si ecco. Prima però vorrei parlarti del vizio che hai da... Da quanto??"

Sospiro perché sento di aver deluso i miei genitori.
Mia mamma non sapeva nulla.
Spero che mi perdoni dall'alto.

"3/4 anni papá..."

Sospira.

" Non fumo così spesso... Solo quando mi senti giù di morale o sotto pressione... Davvero.
E mi dispiace deluderti ma non smetteró finché non vorrò."

Scuote la testa.

"La mia bambina fuma da così tanto tempo e non me ne sono mai reso conto... Sono stato cieco.
E probabilmente lo sono ancora... Mi dispiace Ab che i tuoi genitori siano stati così assenti ma sappi che ti volevamo e vogliamo ancora bene."

" Riguardo... Quel ragazzo... Dan."
Penso che non mi importa se non lo accetterà. Ho bisogno di lui e continuerò a vederlo.

"So che vi ... vi amate. Ma è così strano vederti crescere."

"Ma devo crescere! Ho bisogno di provare certe cose nella vita!"

"Non dico questo Ab! Semplicemente a questa età non puoi aspettarti solo amore e fedeltà. E sappiamo che la distanza batte spesso l'amore"

Mi alzo in piedi puntandogli il dito.

"La mamma adesso è infinitivamente distante da noi ma tu la ami ancora! E la amavi anche quando era lontana chissà quanti chilometri! E papá... Non posso rimanere bambina per sempre."

Sospira.

" E va bene. Puoi stare con lui ma se dovremmo trasferirci..." lo blocco perché non voglio neanche pensarci.

"Va bene così papá, grazie."

Lo abbraccio.

"Allora vado da Dan"

Ha lo sguardo abbastanza scettico ma annuisce e mi affretto ad uscire.
Chiedo a Maddie ,al telefono, dove è la casa di dan e prima che possa farmi qualche domanda chiudo la chiamata e mi avvio verso casa sua che come aveva detto lui, è abbastanza vicina dalla mia.
Busso alla porta e mi viene ad aprire una donna sulla quarantina con dei capelli castano scuro e gli occhi azzurri come quelli di Dan ma più chiari.
"Salve... S-sono... Un'amica di dan... È in casa per caso?" non sapevo cosa dire. Di certo non eravamo amici ma chissa come l'avrebbe presa questa donna se le avessi detto che ero "la ragazza" di suo figlio.

Sorride e annuisce. Poi lo chiama e Dan scende dalle scale.

Quando mi vede è sorpreso.


Distance. (Dan Smith)Where stories live. Discover now