Parte 32

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E niente.
Quando tornai a casa non ebbi manco il coraggio di guardalo in faccia talmente era grande la mia delusione.
Appena aprii la porta, abbassai la testa e me la sentii pesante..come se veramente potessi pesarmi il suo sguardo.
Ma in effetti non dovevo essere io quella a sentirsi così, non avevo fatto nulla. Lui invece mi avrebbe dovuto spiegare.
"Mare.."
Mi incamminai verso le scale.
Mi seguì e mi prese la mano.
Cercai di salire le scale. Ma più ci provavo e più aumentava la presa, impedendomi di muovermi.
"Cosa vuoi?"
"Parlare"
"Di quanto tu sia uno stronzo? Beh, già lo so"
"Appunto, proprio di quello che tu credi ti voglio parlare."
"Eh no, che ti credi? Che con una chiacchieratina le cose si risolvano? Kevin..ti rendi conto di quello che hai fatto?"
"Sì ma ti posso spiegare"
"Vai spiega...anzi non c'è nulla da spiegare perché i fatti sono quelli e sono troppo stanca per ascoltarti."
"No, i fatti non sono quelli. Non sono quelli che hai visto tu. Ne riparleremo domani mattina."
"No, non penso che ne riparleremo domani."
"Perché no? Ti ho già detto.."
"Me ne vado"
Sfilo velocemente la mia mano dalla sua e salgo le scale. Mi chiudo in camera e inizio a buttare tutto in valigia.
Kevin continuava a bussare e a cercare di aprire la porta. Ma era chiusa a chiave.
"Mare apri. Ho detto apri. Cos'è sta cosa che domani te ne vai? Dove te ne vai? In un'altra casa? A New York? Dai miei genitori? Da Jessica? Continuerai a lavorare e ad andare a scuola? Cosa ne sarà di noi e del futuro che avevamo progettato in questi mesi? Eh America?"
"Avevamo, hai detto bene"
"Rispondimi"
Non ne potevo più di sentire la sua voce da falso innocente, così decido di andare a fare un bagno. Inizio a riempire l'acqua.
Per fortuna c'era un bagno in camera perciò non dovetti correre il rischio di uscire dalla stanza ed incontrarlo.
"Va bene. Non mi vuoi parlare. E domani o stanotte te ne vai. Va bene grande testa di cazzo hai vinto tu"!"
Eh no, eh no
Corro verso la porta come una furia e la apro.
"Eh no caro mio, qui l'unica
Grande
Testa
Di cazzo
Sei tu. E non io. Non sono io quello che ci ha provato spudoratamente con una in discoteca e un altro po se la faceva sul divano."
"Ma ti rendi conto di quello che dici? Farsi una ragazza in discoteca.."
"Ti ho visto"
"Perché stavi in discoteca?"
"Stavo con Edward. Ma a te non dovrebbe importare"
"Invece sì che mi importa. Cazzo Mare, perché non mi ascolti? Ci vogliono far lasciare a tutti i costi."
"A quanto pare ci sono riusciti."
"No, non può e non deve finire così. Allora adesso ti fai un bel bagno. Qualsiasi cosa che serva a farsi riposare e ad aprire la mente per ASCOLTARMI. Io ti aspetto sotto"
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In quel momento ricevetti una chiamata, era il mio manager. Mi voleva informare riguardo un nuovo lavoro sempre da modella in cui avrei dovuto usare con Kevin. Non volevo farlo però l'avevo già fatto spesso quindi non sarebbe stata una gran fatica. Perciò dopo un po'accettai.
Mi feci un bagno caldo e scesi le scale con l'intenzione di parlare con Kevin.
Ma lui non c'era da nessuna parte.
"Kevin, Kevin"
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Kev p.o.v.
Stavo aspettando mare e all'improvvido sento delle voci provenienti da fuori.
Attraverso la tenda della finestra vidi una macchina che stava parcheggiata in quel punto da due giorni, con un uomo al volante che parlava al telefono.
Uscii di casa e ascoltai quello che disse.
"Si signorino, il piano ha funzionato. La signorina Mare è arrabbiata. Si, la droga ha avuto effetto. Siete un genio. Ho capito. Quindi per le 9 vi devo passare per il nuovo album fotografico? Perfetto"
E vidi l'auto partire.
Edward. Edward.
Quello stronzo.
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Mare p.o.v.
"Kevin, che ci fai qui fuori?"
Entrò e mi spiegò tutto.
In qualche modo il giorno seguente raccontammo tutto a Jessica ed escogitammo un bel piano per vendicarci.
Poi andammo a lavoro per fare le foto e fui felice di aver accettato.

Amore proibitoWhere stories live. Discover now