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   «Spiegami il motivo di avere per forza un compagno, lo imponi a tutti i tuoi nipoti, Theo con Amalia, Anthony e Katherine, Leo e Lorena, Marzia e Francesco... Non nomino tutti perché ci metterei troppo tempo» la guardo negli occhi.
   «Perché non potete arrivare all'età di trent'anni senza un compagno di vita accanto, io ho conosciuto troppo tardi vostro nonno e non voglio che anche per voi sia così.»
   «Nonna ma cosa dici, il "compagno di vita" lo si può trovare anche a cinquant'anni, non conta l'età. Alcune persone non ce l'hanno nemmeno e stanno ugualmente bene.»
   «Ti sbagli, tu e Matt dovevate sposarvi, avere dei figli e così via...» urla.
   «Prima cosa: non nominarlo, per favore. Sai che ogni volta che ricordo qualcosa di lui sto male. Seconda cosa: ho trovato Josh, che mi tratta come una principessa, ma non li paragono, perché sono due persone totalmente diverse. Terza cosa: non puoi dire a dei ragazzi di quindici anni di trovare un compagno di vita, perché non tutti l'abbiamo. E anche se l'avessimo si potrebbe trovare ovunque. E come quarta cosa... Una cosa che mi tengo ormai da molto tempo dentro, sperando di scordarla, ma purtroppo non accade, è il nome. Ho detto più volte di non voler essere chiamata Giulietta, ma questa cosa non è stata recepita» prendo aria e dopo cinque secondi ricomincio a parlare.
   «C'è un motivo per il quale io non voglio che mi si chiami così e lo sapete tutti molto bene. Per chi non lo ricorda è mia madre, quindi, per cortesia, fino a quando non avrò voltato pagina, vi prego di chiamarmi Wendy.
Adesso salgo nella mia stanza, scusate per questi minuti che vi ho rubato, sono desolata per aver urlato. Nonna, mi dispiace per averti fatto del male interiormente, per tutta la verità appena detta, anche se sono sicura che non lo ammetterai. Ti voglio bene, ma sei cambiata con questa idiozia dell'anima gemella, quindi, quando ti renderai conto di avermi fatto soffrire e verrai da me per chiarire, io aprirò le mie braccia e ti stringerò in un abbraccio.»
   «Scusate ancora, buona cena e ci vediamo domattina...» dico tutto a bassa voce, come se non avessi più forza di parlare.
   Guardo Maisie e Josh e aspetto che si alzino.
   «Buona cena... Arrivederci, nonna» Josh le fa l'occhiolino.
   Mette un braccio intorno alla mia vita e l'altro sulle spalle di mia sorella, e ci porta fuori dalla sala.
   «Wen, grazie.»
   «Di nulla.»
   «Le mie donne coraggiose.»
   Josh dà un bacio a Maisie sulla guancia e a me sulle labbra.
   «Il nostro uomo senza palle» diciamo io e Maisie contemporaneamente.
   «Ma come... Maisie, ti avviso che avrai tanti nipotini» Josh ride e io gli do una leggera spinta sulla spalla.
   Usciamo in giardino e ci sediamo a bordo piscina, immergendo i piedi in acqua.
   «Dove dormiamo?»
   «Qui sopra ci sono più di venti stanze, inutile viaggiare per un'ora se qui abbiamo l'alloggio.»
   «Ecco perché tuo padre mi ha fatto preparare il borsone» pensa ad alta voce.
   «Vado a letto, buonanotte.»
   Maisie dà un bacio a Josh sulla fronte e fa lo stesso con me, ma si ferma ad abbracciarmi.
   «Amore?» è intento a guardare il fondo della piscina, si volta verso di me e mi guarda.
   «Dimmi» mi mette una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
   «Mi ami?» mi mordo il labbro inferiore.
   «Come mai nessuno prima d'ora.»
   «Hai mai amato qualcuno?»
   «Mai. E sento che non ci sarà mai nessuno dopo di te, perché io e te invecchieremo insieme.»
    Fa scontrare le sue labbra con le mie.
   Allaccio le mani dietro il suo collo e ci continuiamo a baciare, finché non sento brividi di freddo.
   «Entriamo?» si alza.
   Mi porge la mano che non tardo ad afferrare.
   Chiudo per un secondo gli occhi e allargo le braccia, come se il vento mi potesse prendere.
   Stringo gli occhi quando sento che sto per entrare a contatto con il pavimento, ma al posto della superficie dura sento delle braccia che mi prendono al volo.
   «Andiamo, prima che ti butti in piscina.»
   Mi prende in braccio stile sposa, metto le braccia dietro il suo collo e appoggio la testa sul suo petto.
   Entriamo dentro e chiudo nuovamente gli occhi. Sale lentamente le scale fino ad arrivare all'ultimo piano.
   «Dove andiamo?» mi domanda all'orecchio.
   «L'ultima porta a destra. È la mia stanza.»
   Svolta a destra ed entra in quella stanza. Chiude la porta e mi stende sul letto.
   «Vado a prendere il borsone, non addormentarti» mi dà un bacio casto sulle labbra.
   Scende e dopo due minuti rientra e chiude a chiave la porta.
   Posa il borsone sul letto, mi fa alzare e mi guarda negli occhi.
   «Vuoi che vada in bagno? Il tempo che ti cambi?»
   Scuoto la testa e sorride.
   «Abbiamo anche fatto la doccia insieme.»
   Mi stringo nelle spalle e arrossisco.
   «Girati.»
   Faccio come dice lui e abbassa la zip del top, lasciandomi una scia di baci sulla spalla.
   Abbassa le bretelle del reggiseno e mi fa girare verso di lui.
   Mi dà una sua canottiera nera e la metto.
   Slaccia il reggiseno e mi guarda negli occhi, come se questa situazione fosse normale.
   Abbasso la gonna e la canottiera mi arriva quasi a metà coscia.
   Prendo lo spazzolino, il dentifricio e vado in bagno.
   Faccio i miei bisogni e lavo i denti.
   Pettino i capelli e li lego in una crocchia disordinata.
   Torno nella stanza e vedo Josh coricato al centro del letto.
   "Dev'essere essere andato nell'altro bagno."
   Mi corico accanto a lui e gli do un bacio sul naso, mentre sfoggia il suo magnifico sorriso.
   Fa scontrare la mia schiena con il suo petto e mi abbraccia.
   Sono tra la braccia di Josh e sto per addormentarmi, sento qualcosa. Un sussurro...
   «Ti amo.»

La luce in fondo al tunnelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora