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   Mi apre la portiera della macchina e trovo un mazzo di rose bianche e sorrido.
   «Sono stupende» lo abbraccio.
   Mi prende per la vita e mi aggrappo a stile koala.
   Mette le mani sotto le mie cosce, in modo da non farmi cadere.
   «Come te.»
   Mi allontano e lo bacio.
   Fa poggiare la mia schiena allo sportello dell'auto e continuiamo a baciarci, fin quando i nostri respiri diventano affannosi.
   Ci guardiamo e scoppiamo a ridere.
   Scendo e sposto le rose sul sedile dietro e salgo davanti.
   «È bello toccare il piercing sulla lingua.»
   Ride, mentre mette in moto.
   «Te ne sei accorto solo ora?»
   «No, sapevo già che l'avevi, ma l'ho toccato per la prima volta.»
   «Puoi sfiorarlo quando ti va.»
   «Idea molto allettante» continua.
   Dopo un paio di minuti parcheggia davanti a una casa.
   Scende e mi apre la portiera, sorrido e scendo, richiude la portiera e chiude la macchina.
   Fa incrociare le nostre mani e ci avviciniamo al portone di quella casa.
   Suona il campanello e viene ad aprire una ragazza che può avere un anno in più di me, forse.
   Mi guarda... Sorride... Allarga le braccia... E mi abbraccia.
   «Quanto sono contenta di conoscerti, Wen. Josh parla solamente di te.»
   «Pff... Non è vero» dice Josh.
   «Entrate» esulta facendoci passare.
   Josh non stacca la sua mano dalla mia.
   "Bene..."
   «Ben e Roy sono di la, vai» ordina lei scherzando.
   «Vado da loro, non credere a ciò che ti dice Lana.»
   Sussurra l'ultima frase, anche se lei lo sente e gli da uno schiaffo sulla spalla, facendolo solo ridere.
   Mi dà un bacio a stampo e poi scompare dalla mia vista.
   «Vieni, accomodati» si siede sul divano.
   Non credevo che fosse così amichevole, scherzosa, divertente...
   È molto magra, poco più alta di me e ha i capelli ondulati che le arrivano poco più giù delle spalle, con le punte blu.
   «Allora, penso che Josh ti abbia parlato già di me.»
    È sempre sorridente.
   «Sì, un po'.»
   «Mi chiamo Lana, ho diciannove anni e sono una ragazza molto tranquilla e solare. Inoltre puoi fidarti di me, saremo buone amiche... Io e Josh abbiamo un bambino, ma Josh è il mio migliore amico. Io vorrei solo che mio figlio abbia un padre presente, non pretendo la pace nel mondo... Tu sei una ragazza in gamba, mi ha parlato talmente tanto di te che sicuramente ti conosco più io che lui.»
   Parla così velocemente e ridendo che io non ci riuscirei mai.
   «Quindi a te non da fastidio se ci frequentiamo?»
   «Scherzi? Io sono felicissima per voi. Lui è mio amico e, anche se abbiamo sbagliato in passato, il bene che gli voglio è immenso. E voglio bene anche te, figurati...»
   «Sono così felice che per te questo non è un problema» la abbraccio.
   Ricambia e mi passa le mani tra i capelli.
   «Questo vuol dire che tra poco diventerò zia?»
   «No. No, no, no... O almeno, non penso. Credo di no.»
   Parlo a raffica, ma quando ride capisco che scherzava.
   «Tieni, questo è il mio numero, chiamami quando vuoi. Puoi venire quando vuoi, se hai bisogno di qualcosa: io sono a disposizione» mi passa un foglietto.
   Prendo il cellulare e memorizzo il suo numero in rubrica.
   «Andiamo di là?»
   Ci alziamo e andiamo in un'altra stanza, trovando Josh che ride con un bambino e un ragazzo.
   "La sua risata..."
   «Ciao» sorride Lana.
   È sempre così solare e sorridente.
   «Roy, lei è Wendy. Wen, lui è Roy. Mio marito.»
   Roy viene verso di me e mi da due baci sulle guance.
   Josh si alza, viene verso di me e mi abbraccia da dietro.
   «Ben?» il bambino si gira sorridendo.
   «Ti?» che dolce...
   Al posto della "s" dice la "t".
   «Lei è Wendy.»
   Ben sorride e gattonando viene verso di me. Allunga le braccia e lo prendo.
   «Ehi» stringe le sue piccole braccia attorno al mio collo.
   «Ti boglio bene» quant'è dolce.
   «Anche io te ne voglio» mi scende una lacrima che affretto ad asciugare.
   Fortunatamente nessuno l'ha vista.
   "Non riesco ad immaginarmi con un bambino in braccio che non sia Ivan."
   «Adesso dobbiamo andare» la voce di Josh è fredda.
   Dà un bacio al piccolo, saluta Roy e Lana.
   Attraversa la porta senza degnarmi di uno sguardo e Lana scrolla le spalle.
   «Che gli è preso?» domanda Ray.
   Do un bacio al bambino, che si è già addormentato tra le mie braccia, Lana lo prende tra le sue braccia e saluto prima lei e poi Roy.
   Mi affretto ad uscire e trovo Josh che fuma poggiato alla portiera della macchina.
   Salgo dalla parte del passeggero e aspetto che salga anche lui.
   Mette in moto senza accennare parola.
   «Cosa ti ho fatto?»
   Due minuti passati a sentire i suoi mormorii. Ne ho abbastanza.
   «Perché ti è scesa quella cazzo di lacrima?»
   «Eh?»
   So a cosa si riferiva, ma ci vuole tempo per metabolizzare una risposta.
   «Sai, quando una goccia d'acqua salata ti esce dagli occhi? Proprio quella che è scesa a te qualche minuto fa?»
   «Smettila di trattarmi come se io non capissi nulla» abbasso la voce.
   «Dimmi il perché» sbatte le mani sul volante.
   «Perché sentirmi dire da un bambino che mi vuole bene, con la sua vocina, mi fa pensare ad Ivan» urlo con tutta la voce che ho.

La luce in fondo al tunnelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora