cinque

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"Quando pensi di

avere tutte le risposte,

la vita ti cambia tutte

le domande."


Dopo quell'affermazione non sapevo cosa aspettarmi però il mio istinto mi rassicurò che non sarebbe successo nulla di tragico e quel bizzarro ragazzo non mi avrebbe fatto nulla di spiacevole.

"Pronta?"

"Sì, muoviti", risposi impaziente.

Abbassò la maniglia della porta e accese la luce tirandomi per la mano. La stanza era notevolmente grande e luminosa e ciò che mi colpì immediatamente fu la scrivania sulla quale erano poggiati tre schermi e una tastiera.

La camera conteneva così tanti elementi che il mio sguardo vagava ovunque: dalla grande mensola con tanti peluches colorati di diverse dimensioni ad una scritta decorativa bianca che diceva "Anima".  Anima? E' per caso una sorta di filosofo che dà così tanta importanza alla parte spirituale che si trova dentro di noi a tal punto di mettere una scritta del genere in camera propria?

"Allora? E' di tuo gradimento?"

"Sì, interessante ... ma lo è ancora di più quello", indicai il joypad identico al mio.

"Se vuoi, possiamo fare una partita a ciò che ti pare, sempre se sai giocare", affermò con un'aria di sfida.

"Hai Call of Duty?"

"Quale dei tanti? Modern Warfare? Black Ops? Black Ops 2? 3? 4? Black Ops con gli z-"

Il mio lato competitivo saltò immediatamente allo scoperto. "Black Ops 4. Prepara i fazzoletti perché ti farò piangere."

"Oh oh", esclamò sorpreso "vediamo chi piangerà", mi contraddisse mentre prendeva l'altro controller.

"Tch", lo guardai sedendomi su quella che doveva essere la sua sedia "mi spiace ma starai per terra."

"Come osi sederti sulla sedia del Sommo Sascha?!"

"Oh", mi finsi dispiaciuta e commossa "Sommo Sascha, devo forse pregarti per poter avere il privilegio di poggiare il mio fondoschiena sulla tua magnifica sedia? Oh mio altissimo, grandissimo dio, non ho alcuna intenzione di farlo."

"D'accordo, e guerra sia."

"Guarda un po'? Cosa c'è scritto sullo schermo? Lasciami avvicinare un po'..." mi alzai dalla sedia avvicinandomi allo schermo "c'è scritto proprio "Vittoria" dalla mia parte di schermo. V-i-t-t-o-r-i-a", dissi scandendo lettera per lettera quella parola che mi diede non poca soddisfazione.

"Sì ma non hai capito che ho perso di proposito."

"Ah sì? Per sette volte?", risi a causa della sua espressione corrucciata.

"Sono solo assonnato, ok?" sbadigliò per finta.

"Certo, come no", posai il joystick sulla scrivania e mi sedetti nuovamente sulla sedia, "Posso sapere cosa significa quella?" chiesi puntando la scritta che avevo notato prima.

"E' il mio nome da YouTuber."

"Oh!", esclamai con sorpresa "Capisco. Dev'essere divertente."

"Lo è", e sorrise mostrando la fossetta e passandosi una mano tra i capelli, che scivolò come fossero fatti di seta. Chissà quanto sono morbidi ...

"Emma!", sentii mia nonna chiamarmi e decido, seguita da Sascha, di uscire dalla stanza per andare nel salotto dove ci stavano aspettando.

"Sai mamma", Sabrina attirò la nostra attenzione dal divano "forse Sascha ha trovato la sua "anima" gemella", mettendo tra virgolette "anima" facendo un gioco di parole.

"Come mai?" domandarono all'unisono la nonna e Renata.

"Li ho sentiti giocare e sentivo molto ... rumore. Tipo sedie che cadevano o urla", rise.

"Beh, non è male dai", diedi una pacca sulla spalla al ragazzo accanto a me sorprendendomi un secondo dopo di ciò che avevo fatto e ritirando subito la mano ritenendo quel gesto inopportuno.

"Figurati se riesce a sopportarlo!" esclamò Renata mentre ci accompagnava fuori casa.

"Grazie per la serata, la cena era davvero buonissima", mi complimentai sorridendo.

Dopo i soliti convenevoli e programmazioni di una futura cena, salutammo un'ultima volta e scendemmo all'appartamento dei nonni.

"Che serata! Peccato però essermi persa quella puntata de "Il Segreto" " Oh mio Dio, non sopportavo proprio le telenovele spagnole.

Sospirai. "Io non vedo l'ora di farmi una doccia, ho sudato a causa di quel ragazzo là", non ero neppure sicura che la nonna aveva ascoltato le mie parole dato che era precipitata dentro casa.

"Oh hai sudato a causa mia?"

Beh com'è che si dice? Parli del diavolo e spuntano le corna e per poco non urlai dallo spavento.

"Idiota, ti pare il caso?"

Mi porse un bigliettino giallo mentre sorrideva.

"Cos'è? Ho per caso l'onore di avere il tuo numero?" affermai ironica.

"Beh sì", rispose avvicinandosi per darmi un bacio sulla guancia "Buona notte."

E corse di sopra lasciandomi davanti la porta in fase di realizzazione.

eternally │sascha burciDove le storie prendono vita. Scoprilo ora