Capitolo 5

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"Che forza!"
"WOW!"
"Sembra di stare sulle nuvole!"
"Voglio anche io un drago volante!"
Questi sono stati i commenti che mi hanno accompagnata durante il viaggio di ritorno.
Touya è salito per la prima volta su Reshiram e non è stato zitto un secondo.
In compenso, mi sono divertita nel vederlo sprofondare nel pelo morbido del mio pokemon, abbracciandolo con braccia e gambe.
E i pensieri di Reshiram erano altrettanto ridicoli.
Qualcosa del tipo: "Touko, scrollami questa pulce di dosso!" e così via.
Lascio andare la testa indietro, appoggiandola sullo schienale del lettino.
La spiaggia è deserta, ed è comprensibile, visto che è inverno.
Ma proprio perché non c'è nessuno, mi piace stare qui.
È rilassante, stare fuori dalle metropoli, lontani da tutto e da tutti, in una località che conta ben 5 case e solo me come abitante fisso.
Mi è sempre piaciuto rimanere isolata e pensare.
Pensare e riflettere sul da farsi, che si è sempre rivelato inconcludente.
E finivo per piangere nel cuscino in camera mia, fino ad addormentarmi.
Per poi ripetere tutto daccapo, con il sorgere del sole.
Ma tutto questo è cambiato, in questi ultimi giorni.
Da quando Touya si è presentato a casa mia, le cose si sono risolte.
Beh in parte.
Anzi, per nulla.
Ancora non so come fare per risolvere questo enigma.
Quel rompicapo che si definisce con una sola lettera dell'alfabeto.
Quello che so, però, è che non voglio rovinare la vita di Touya.
Non posso fargli del male.
Non se lo merita.
Quando ieri sera mi ha confessato di avere degli incubi, non ho potuto fare a meno di addossarmi la colpa.
Non so esattamente per cosa, magari la mia influenza, la mia visione negativa della vita e i pensieri che mi affliggono continuamente.
Devo smetterla di fargli aggravare tutte queste cose addosso.
Sono i miei problemi, non i suoi e nemmeno quelli di nessun altro.
Ho sbagliato a riaprirmi.
Con Belle, Komor, Touya, perfino con i tre ragazzini.
Sarei dovuta rimanere zitta e sola, aspettando il suo ritorno.
Se mai tornerà.
Una lacrima torna a solcare la mia pelle per l'ennesima volta, lasciando poi spazio ad altre.
L'unica cosa che so fare è rammaricarmi e piangere.
Come posso essere la campionessa?
Mi stupisco che nessuno si sia ancora posto questa domanda.
Al contrario di quello che tutti credono, sono debole. La forza che mi ha permesso di scalare la montagna della vita proviene dai miei pokemon.
Io non ho fatto niente di speciale.
Perché non so fare niente di speciale.
Decido di alzarmi, prima che occhi indiscreti arrivino a vedere il mio stato.
Mi tiro le maniche della felpa fin sopra le mani, mentre torno al caldo, dentro casa.
Di nuovo sola.
Un sospiro lascia le mie labbra, mentre chiudo la porta a chiave e mi incammino verso il piano di sopra, strisciando i piedi.
Un tonfo mi fa sobbalzare e alzare lo sguardo dal pavimento.
Touya è di fronte a me, davanti al frigorifero, con un pacco di biscotti in una mano e una bottiglia di aranciata nell'altra. Mezzo biscotto spunta dalla sua bocca, cosparsa da altre briciole.
Un piccolo sorriso malinconico si forma sul mio viso.
Se fossi pienamente me stessa, starei a terra, rovesciata dalle risate.
Ma il punto è che non sono più me stessa.
"Touya? Cosa... fai qui?"
Ma non risponde subito, anzi, mi osserva, come se avessi qualcosa in testa.
Mi mordo il labbro, mentre porto una mano al petto e con l'altra mi asciugo le tracce delle lacrime rimaste sulle guance.
Sento altri tonfi e capisco che deve aver appoggiato tutte le cose sul tavolo accanto a noi.
"Touko, che succede?" chiede e lo sento avvicinarsi.
In tutta risposta, faccio un passo indietro.
E lui si blocca.
Tengo gli occhi chiusi, stretti, non ho il coraggio di guardarlo in faccia.
Non voglio che mi veda così.
Non voglio che nessuno mi veda così.
Mi copro il viso con le mani.
"Touko."
Un singhiozzo si libera dalle mie labbra, cosa che lo spinge a fare un altro passo in avanti.
E io ne faccio un altro indietro.
Ho sbagliato tutto.
Perché gli ho permesso di aiutarmi?
Non ho fatto altro che portarlo giù insieme a me.
Ora si sentirà costretto a stare con me, perché sono una povera illusa, che non riesce a voltare pagina e a smettere di vivere nel passato.
E io mi sento a pezzi, sapendo di essere il suo fardello.
"Ehi, Touko."
Apro piano piano gli occhi, per poi guardarlo con un'occhiata furtiva.
Ha gli occhi spalancati, le spalle abbassate e le braccia abbandonate lungo i fianchi.
Mi guarda, si aspetta che io dica qualcosa, che gli spieghi la situazione.
Ma l'unica cosa che riesco a dire è...
"N-no."
Touya mi guarda, più confuso di prima.
"No cosa?"
Scuoto la testa, lasciando scorrere altre lacrime calde sul viso.
"D-devi... andare v-via."
I suoi occhi si allargano ancora di più.
"Ma che stai dicendo?"
"La v-verità. Touya, t-ti prego, vai via."
Fa male dirlo, tanto male, ma sarebbe peggio se lo vedessi annegare nelle mie stesse paure.
Non posso accettare che succeda.
"Perché dici così? Che cosa è successo?" mi chiede, l'espressione confusa trasformatasi in una ferita.
Lo sto facendo ancora, lo sto ferendo.
"Perché... Io n-non ti merito!" esclamo, piangendo ancora di più.
"T-tu stai facendo il possibile p-per aiutarmi, ma i-io... Sono senza speranze!"
Mi asciugo il viso con le maniche, sebbene sappia che è inutile.
"N-non voglio che tu... non voglio essere un peso per te."
Alzo lo sguardo, ma lo abbasso subito dopo, incapace di sostenere il suo.
"Non faccio altro che piangere e far preoccupare le persone. Prima te, poi Belle e Komor. Perfino mia madre. Io voglio rimanere sola, c'è un motivo per cui l'ho fatto fino ad ora. Io... non merito nessun-"
Due braccia forti mi stringono, facendomi sussultare e zittire.
"Smettila."
La voce di Touya è molto più vicina adesso.
È accanto a me.
Mi sta... abbracciando.
"N-no!" urlo, dimenandomi e cercando di liberarmi dalle sue braccia.
Ma la sua stretta rimane forte e sicura, il suo petto non si muove dalla mia schiena.
"Basta, Touko!"
"Lasciami!" lo spingo, ma inutilmente.
Tiro le sue braccia, le graffio, cercando in tutti i modi di liberarmi.
Cerco di scivolare via, scalciando con le gambe.
Ma lui non mi lascia.
Un suo braccio mi avvolge sotto il seno, mentre l'altro si allaccia intorno alla mia vita, per poi tirarmi ancora di più verso di lui.
"No!" esclamo, muovendo i piedi, riuscendo solo a inciampare nei suoi e a cadere addosso a lui.
Nemmeno Touya si aspettava il mio peso, così improvvisamente, e perde l'equilibrio, finendo seduto a terra con un tonfo e io con lui.
Ma ancora, non mi lascia.
Mi tiene stretta a sé, come se fossi il suo pupazzo preferito.
Non riesco però a non pensare di avergli fatto male. Di nuovo.
"S-stai bene?" gli chiedo, voltandomi all'indietro, per quanto le sue braccia mi permettano.
Il suo sguardo è un misto fra l'arrabbiato, il confuso e il ferito.
"Mi hanno fatto più male le cose che mi hai detto."
Queste parole mi trafiggono come delle lame.
Chiudo gli occhi, lasciando scendere l'ennesima lacrima.
Ho smesso di lottare contro di lui da quando siamo finiti a terra e non ne ho più l'intenzione di farlo.
Le mie emozioni mi stanno stancando, mi sopraffanno.
"Si può sapere che ti è preso?" mi chiede, il suo tono un poco più gentile di prima.
Abbasso le spalle sconfitta, lasciando le braccia cadere sulle mie gambe, stese davanti a me, tra quelle di Touya.
"I-io... Non voglio ferirti." e mentre lo dico, mi volto per guardarlo.
"Non voglio essere un peso per te, non voglio rovinarti la vita con le mie stupide fissazioni, con le mie paure. Non voglio trascinarti giù con me. Tu... Non lo meriti. Io non ti merito."
Touya ricambia il mio sguardo, osservandomi incredulo.
Poi, il suo sguardo si addolcisce e la sua bocca si tira in un sorrisetto.
"Smettila. Perché dici cose senza senso?" mi chiede, passando una mano tra i miei capelli.
Aggrotto le sopracciglia.
"Non sono senza senso."
"Certo che lo sono. Pensavo che avessi finito di addossarti tutti i mali di questo mondo."
Abbasso lo sguardo sulle mie mani.
La sua stretta attorno a me aumenta.
"Cosa ti ha fatto pensare tutto ciò?"
"Beh..."
Non riesco a rispondere.
Tante, troppe cose sono la causa dei miei pensieri.
E lui lo ha capito.
Le sue mani si spostano, fino ad arrivare a prendere le mie, mentre la sua testa si appoggia alla mia spalla.
Sento il suo naso solleticarmi il viso.
"Come faccio a farti entrare in quella testolina che io ci tengo a te? Che anche se tu mi mandassi al diavolo, che credo tu l'abbia già fatto, rimarrei comunque al tuo fianco? Che mi si spezza il cuore ogni volta che vedo una sola lacrima solcarti il viso? Non mi stai facendo del male, Touko. Stare accanto a te è una delle cose più belle che mi potessero capitare.
E l'ho scelto io. Ho scelto io di starti vicino, di aiutarti, perché tu sei fatta per sorridere, per dare gioia a chi ti sta intorno, per illuminare questo mondo. Non voglio che tu pensi nemmeno per un secondo di essere un peso per me. Non lo sei mai stata e mai lo sarai."
Touya mi spinge delicatamente di lato, in modo da riuscire a guardarmi negli occhi.
"Voglio dimostrarti che l'affetto porta anche a benefici, non solo a dolore e tristezza. Sono qui con te, per combattere questa guerra, insieme."
La sua mano si allaccia alla mia.
"Non posso lasciarti da sola, non di nuovo, Touko. Ci tengo davvero a te."
Le sue parole mi fanno scorrere un brivido lungo la schiena.
Ci sono tante cose che gli vorrei dire.
Vorrei dirgli grazie, che anche io ci tengo a lui, che non lo voglio ferire.
Ma le parole mi muoiono in bocca.
L'unica cosa che riesco a fare è buttarmi in avanti, tra le sue braccia, portando il viso nell'incavo del suo collo. E piangere.
Le sue mani corrono subito sulla mia schiena, accarezzandomi dolcemente, provando a tranquillizzarmi.
E funziona.
Rimaniamo così, aggrappati l'uno all'altro, finché le mie lacrime non finiscono.
Dopodiché, alzo la testa, guardando dritto nei suoi occhi.
"Grazie, Touya. Io... non so che farei senza di te."
Vedo il suo sguardo illuminarsi per un istante, per poi addolcirsi.
"Non devi ringraz-" si blocca subito, non appena le mie labbra entrano in contatto con la sua guancia, che si colora subito di un leggero rosso.
Ridacchio leggermente, nascondendomi dietro ad una mia mano.
L'affetto di cui parlava, voglio provarlo anche io.
Voglio capire che cosa significa davvero amare ed essere amati.



"È eccezionale!" esclamo, guardando l'enorme macchina davanti a me.
È composta da tre parti, una centrale  e due laterali più piccole, tutte costruite in vetro, come se fossero delle provette in formato gigante.
Dei tubi le collegano tra di loro, il tutto comandato dall'apposito computer, collegato alla parte centrale.
Infine, sul lato sinistro c'è un termometro, che è la parte fondamentale del tutto.
La guardo più e più volte, provando una certa emozione dentro di me.
Non mi sembra vero di essere riuscito a costruire una macchina del genere, talmente potente da riuscire a distruggere il mondo intero.
Un sorrisetto si fa spazio sul mio viso.
Mi volto poi verso le due reclute, dietro di me.
"Andate a chiamare Ghecis e ditegli che è tutto pronto."
I due ragazzi vestiti di nero annuiscono, per poi sparire attraverso il teletrasporto.
Torno a guardare la macchina.
Manca solo il pokemon drago e il mondo sarà nelle mie mani.



Touya è rimasto da me, quella sera, dopo la nostra conversazione.
Non volevo, all'inizio. Sono ancora convinta del fatto che io sia solo un peso per lui.
Ma lui ha insistito, dicendo che mi avrebbe risollevato l'umore con una partita a carte e un bel film d'azione.
"Perché proprio d'azione?"
"Perché se guardiamo qualcosa come Titanic, va a finire che ti rimetti a piangere. E probabilmente anche io."
Sorvoliamo sul fatto che lo abbia bellamente preso in giro, per almeno un quarto d'ora, sulla sua confessione.
Abbiamo ordinato una pizza per cena, con la quale ci hanno regalato delle bibite, perché "È della campionessa che si tratta! Non tutti i giorni ho una consegna per qualcuno di famoso!".
Butto i cartoni della pizza nell'apposito contenitore della carta, per poi posare i bicchieri nel lavandino, promettendo di lavarli la mattina dopo, per poi fare la stessa cosa con le posate.
Nel frattempo, sento il rumore della televisione andare e venire, dovuto allo zapping che Touya sta facendo.
"Non c'è nulla di bello in TV!" esclama, allungandosi ancora di più sul divano.
Ridacchio, mentre mi lavo le mani.
Sono felice che lui sia qui con me.
Mi sta aiutando molto, sebbene i miei demoni non se ne vogliano andare.
Devo cercare di fare preoccupare il meno possibile le persone, di tenerle accanto per il minor tempo e non mostrare sentimenti negativi.
Non voglio dipendere da nessuno e nessuno deve dipendere da me.
La voce proveniente dalla televisione mi distrae e mi avvicino, per cercare di capire meglio.
È un telegiornale.
Da quando Touya guarda i telegiornali?
Una donna sta parlando in modo piuttosto veloce e allarmato, cosa che mi fa preoccupare.
Le immagini si alternano fra la foto della regione di Unima, la città di Boreduopoli e una nave.
Aggrotto le sopracciglia, confusa.
Come può una nave arrivare a Boreduopoli? Non ha alcuni sbocco su mari o fiumi.
Mi siedo accanto a Touya, anche lui piuttosto interessato alla questione.
Quando poi l'inquadratura cambia, il mio cuore si ferma.
È come se fossi stata colpita in pieno petto, come se non avessi più fiato.
Il vessillo del Team Plasma sventola indisturbato sull'albero maestro della nave.
E le tre parole che vengono pronunciate successivamente, mi fanno gelare il sangue.
"Ghecis è tornato!"



DAN DAN DAAAAAAAN

Okay sì, forse era scontato, ma ehi, no Ghecis no party.
Comuuuque, manca ancora da rivelare l'aiutante (chiamiamolo così) del nostro cattivone.
Chi sarà mai?
Lo scopriremo nella prossima puntata.
O in quella dopo, idk.
Poipoi, la piccola Touko è ancora in un mare di pensieri e incubi, che diventano realtà.
Povera stella :c
Ma le cose cambieranno, basta avere fede 😏

Quiiiindi, ho finito.
Ringrazio di cuore chi segue questa storia, chi commenta ogni volta e chi legge silenziosamente.
Gracias a todo el mundo ❤️
A presto! :3

After All {Ferriswheelshipping}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora