Capitolo 1

7 1 2
                                    

"Holly" la voce di Melanie mi riportò alla realtà.
"Che c'è?!" esclamai cadendo dalle nuvole.
"Ti stavo raccontando della mia mattinata. Ma che hai oggi? Sembri come persa su un altro pianeta!" esclamò mangiando il suo yogurt.
"Scusami, Mel, non ho riposato stanotte" dissi appoggiando la testa sul palmo della mano, in modo che mi sorreggesse.
"Tua madre?" domandò guardandomi comprensiva.
Annuii leggermente. Melanie era l'unica persona a cui avessi mai raccontato di mia madre. Era la mia unica vera amica. Passavamo il tempo insieme a scuola, a stranamente al di fuori non ci eravamo ma frequentate tantissimo. Lei era una secchiona, mentre io cercavo semplicemente di non farmi bocciare. Non avevamo molto in comune, ma quando ci eravamo conosciute entrambe avevamo bisogno di un'amica.
"Su, dimmi della tua lezione di biologia" le sorrisi leggermente, nonostante il mio interesse per quell'argomento era completamente nullo.
"No, devo scappare. Tra cinque minuti comincia la mia lezione" si scusò alzandosi e prendendo la sua borsa.
"Tu che fai?" domandò poi.
"Oh, ho due ore libere. Credo che andrò in biblioteca a studiare un po'" affermai seguendola per un breve tratto del percorso.
Amavo la biblioteca di quella scuola. Era piena di libri, ed io ne leggevo a montagne. Poi era un luogo grande dove si poteva studiare in santa pace e soprattutto dove gli idioti non entravano. Penso che quella fosse la mia caratteristica preferita.
Presi posto nel primo tavolo che trovai libero e estrassi i libri che mi servivano. Indossai le cuffiette e sulle note dei miei amati All Time Low cominciai a studiare letteratura e cercando di fare dei brevi riassunti che mi sarebbero poi stati utili per gli esami di fine anno.
Ero concentrata, per una volta nella vita, e stavo anche capendo quelle dannate poesie che tanto mi facevano dannare. Amavo leggerle, odiavo analizzarle. Purtroppo qualcosa attirò la mia attenzione, e quando alzai gli occhi la concentrazione si smaterializzò nel nulla.
Davanti a me, alla reception della biblioteca, c'era un ragazzo alto, con dei pantaloni di jeans strappati ed una t-shirt. Ai piedi portava delle all stars totalmente nere, esattamente come quelle che indossavo io. Lo riconobbi subito grazie al suo marchio di fabbrica: i capelli tinti. Quel giorno li aveva blu, e gli stavano dannatamente bene, dovetti ammettere.
Nel caso non si fosse capito, quel ragazzo mi piaceva. Si chiamava Michael Clifford e non sapeva della mia esistenza. In realtà non mi piaceva seriamente, ma dovevo ammettere che era veramente carino e soprattutto aveva quell'aria da tenebroso e perso allo stesso tempo che lo rendevano terribilmente attraente.
Decisi di tornare ai miei compiti, dato che era inutile continuare a sperare che mi notasse. La mia vita andava alla grande anche senza di lui, ma a volte mi concedevo il piacere di guardarlo.
Avevo problemi ben maggiori di Michael Clifford nella mia vita, e lui aveva ragazze ben più belle di me nella sua. Eravamo due rette parallele che non si sarebbero mai incontrate ai miei occhi, e questa cosa la avevo accettata senza alcun problema.
Passai tranquillamente il resto del mio tempo libero e quando furono le tre del pomeriggio mi incamminai verso casa. Mi guardavo intorno mentre ascoltavo la musica dal mio cellulare e pensavo al fatto che quell'anno ci sarebbe stato il prom. Non ero mai stata una ragazza da vestiti lunghi, fiori e rossetti, ma quel ballo di fine anno mi attirava terribilmente. Ci sarei voluta andare, avrei voluto ballare tutta la sera con un ragazzo. Avrei tanto voluto sentirmi normale.
Cercai di pensare a qualcos'altro dato che quell'argomento mi stava soltanto rendendo triste. Rincasai dopo mezz'ora e trovai mia madre sul divano intenta a leggere. Mi avvicinai facendo attenzione che mi notasse, in modo da non farla spaventare. Lei sorrise e venne ad abbracciarmi, stringendomi forte come al solito.
Le chiesi, ovviamente a gesti, come fosse stata la sua giornata e cominciammo a raccontarci ciò che era successo in quelle ore. Mio padre rincasò verso le sette e ci trovò intente a preparare la cena. Fu una serata come le altre e questo mi rese tranquilla.
Nel fine settimana mia madre avrebbe avuto dei controlli all'ospedale e quindi mi preparai mentalmente a passarci ore e ore. Mi godevo quei momenti di apparente tranquillità senza veramente preoccuparmi dello studio. Volevo passare con i miei genitori il maggior tempo possibile, e quindi i compiti scivolavano in secondo piano.
La televisione era accesa su un canale di notizie, anche se nessuno di noi ci prestava veramente attenzione. Era una stupida abitudine che avevamo preso io e mio padre da quando ero piccola. La voce dei reporter mi entrava da un orecchio e mi usciva dall'altro, senza che nulla mi rimanesse in testa. Poi ad un tratto sentii il conduttore introdurre il nuovo argomento: "Ed ora passiamo alla musica. La famosa band degli All Time Low ha annunciato le date del nuovo tour!"
Saltai letteralmente dalla sedia: gli All Time Low in concerto. Mia madre gesticolò un "Che è successo?!" ed io le spiegai la situazione.
"Posso andarci?!" la pregai.
Lei guardò mio padre, che parlò per entrambi: "Non da sola."
"Prometto che troverò qualcuno!" dissi veramente quelle parole, ma in contemporanea le tradussi per mia madre.
"Vedremo."
"Posso prendere i biglietti? Prometto che se non troverò nessuno li rivenderò!" li supplicai.
"Holly, ti prego, non è il momento. Ci penseremo i prossimi giorni" tagliò corto mio padre.
Cercai di non mostrare la mia leggera tristezza e mi concentrai sul cibo. Non ero mai andata ad un concerto, che cosa avrebbe significato saltarne un altro, del resto? Scossi leggermente la testa, ripetendomi mentalmente quanto egoista fossi. Mia madre aveva davvero bisogno di aiuto, ed io volevo usare i soldi per uno stupido concerto.
Quella sera, prima di andare a dormire, abbracciai i miei genitori più forte del solito e gli dissi il più sincero dei 'vi voglio bene'. Loro mi baciarono la fronte affermando che era lo stesso anche per loro. Alla fine non avevo veramente bisogno di un concerto per essere felice.

Gotta Get Out - mgc (#Wattys2016)Donde viven las historias. Descúbrelo ahora